Maremoto
AMNESTY INTERNATIONAL: DIRITTI UMANI
A RISCHIO DOPO IL MAREMOTO NELL’OCEANO INDIANO
13 gennaio 2005 - Nelle settimane successive
al terremoto e al maremoto che hanno colpito numerosi paesi nell’Oceano
indiano, Amnesty International ha intrapreso un’attenta
analisi sulle modalita’ con cui vengono effettuate le operazioni
di soccorso, al fine di assicurare il rispetto dei fondamentali
diritti umani: tra questi, il principio di non discriminazione
nella distribuzione degli aiuti, i principi relativi alla protezione
dei diritti umani in situazioni di sfollamento interno e il diritto
alla protezione dagli abusi fisici e mentali, compresa la violenza
contro le donne.
Amnesty International sta chiedendo a tutte
le parti impegnate nelle attivita’ di soccorso di rispettare
le norme internazionali sui diritti umani e del diritto umanitario.
Esse stabiliscono che occorre fornire assistenza sulla base delle
necessita’, senza distinzione dovuta a razza, colore, sesso,
lingua, religione, opinione politica o di altra natura, origine
sociale o nazionale, proprieta’, nascita o altro status
dei destinatari.
Amnesty International sta analizzando le notizie
riguardanti episodi di discriminazione, con particolare attenzione
nei riguardi di gruppi che hanno specifiche necessita’ di
protezione, come i gruppi indigeni, le comunita’ svantaggiate,
i bambini, gli immigrati e le donne. Le operazioni di soccorso
non dovrebbero essere utilizzate per mascherare trasferimenti
forzati di popolazione, con l’obiettivo di stroncare il
presunto sostegno a gruppi di opposizione. Ogni trasferimento
delle popolazioni sfollate dovrebbe essere di natura volontaria
e non dovrebbe essere ottenuto con la pressione o con la minaccia
di sospendere gli aiuti.
I diritti umani sono notoriamente a rischio
in situazioni di crisi e di emergenza. Pertanto, e’ indispensabile
che i governi e le altre parti coinvolte riconoscano e sostengano
il ruolo fondamentale dei difensori dei diritti umani, compresi
coloro che sono attualmente impegnati in attivita’ di assistenza
umanitaria e nella verifica di violazioni, tanto nella fase dei
soccorsi quanto in quella della ricostruzione.
Specifiche aree di preoccupazione per
Amnesty International
Aceh
Anche prima di questo disastro, la provincia aveva conosciuto
i gravi effetti del conflitto tra il gruppo armato Gerakan Aceh
Merdeka (Movimento per Aceh libera) e le forze armate indonesiane:
un conflitto in cui, dalla dichiarazione dello stato d’emergenza
nel maggio 2003, sono state uccise almeno 3000 persone. L’accesso
delle organizzazioni umanitarie e per i diritti umani era rigorosamente
limitato. E’ fondamentale assicurare che la situazione non
sia sfruttata da alcuna delle due parti per perpetrare ulteriori
abusi dei diritti umani. Amnesty International sta esaminando
l’atteggiamento delle autorita’ indonesiane e, in
particolare, il ruolo preminente assunto dai militari nei soccorsi.
L’organizzazione seguira’ da vicino ogni eventuale
abuso dei diritti umani legato al conflitto in corso nella provincia.
Sri Lanka
Amnesty International e’ particolarmente preoccupata per
le crescenti denunce di violenza sessuale nei confronti delle
donne che si trovano nei campi per le popolazioni sfollate. Nel
corso della sua campagna ‘Mai piu’ violenza contro
le donne’, Amnesty International ha gia’ messo in
luce gli elevati rischi che corrono le donne nei campi per sfollati
e la necessita’ di misure concrete per prevenire la violenza
sessuale e indagare sulle denunce in modo tempestivo, esauriente
e imparziale.
Amnesty International e’ anche preoccupata per le notizie
secondo cui bambini rimasti orfani nel nordest di Sri Lanka potrebbero
essere arruolati dalle Tigri per la liberazione del Tamil Eelam
(Ltte) e sta seguendo da vicino la vicenda. Il reclutamento dei
bambini da parte delle Ltte costituisce un problema da molto tempo.
Amnesty continua a chiedere l’immediata fine di questa pratica
e a premere affinche’ i bambini tuttora arruolati siano
restituiti alle proprie famiglie o comunita’.
Inizialmente vi sono stati alcuni segnali positivi sulla cooperazione
tra le Ltte e il governo. Ora, si nota un crescente disaccordo
tra le due parti sulla distribuzione degli aiuti. Amnesty International
auspica che cio’ non ritardi ne’ ostacoli il supporto
essenziale per la popolazione e continua a seguire l’evolversi
della situazione.
Thailandia
Amnesty International sta indagando su denunce di accanimento
da parte della polizia della Thailandia nei confronti di immigrati
di Myanmar che hanno perso le loro carte d’identita’.
MAGNATE CINESE DONA 10
MILIONI DI YUAN PER LE VITTIME DELLO TSUNAMI
CHINA DAILY – 10 gennaio 2005 - William
Ding, uno degli uomini più ricchi della Cina, ha donato
10 milioni di yuan alla Croce Rossa Cinese da utilizzare come
fondo di soccorso nei Paesi colpiti dallo tsunami. Altra ingente
donazione proviene dalla China Development Bank ed ammonta a 1
milione e 800 mila USD, mentre il premier cinese, Wen
Jiabao, ha offerto altri 20 milioni USD oltre a 63 milioni
USD già stanziati.
IMPRENDITORE DONA 1 MILIONE DI RENMINBI
(CHINA DAILY – 10 GENNAIO 2005 ) Jiang
Minde, presidente di un’impresa commerciale dello Zhejiang,
ha elargito un milione di yuan a favore delle vittime del Sud-est
asiatico che spedirà direttamente al Presidente indonesiano
Susilo Bambang Yudhoyono.
Da più di 20 anni l’imprenditore
Jiang dona denaro a favore della popolazione cinese colpita dalle
abituali inondazioni interne e a favore di studenti universitari
disagiati, tuttavia quest’ offerta è la più
consistente che abbia mai destinato a terzi.
Tsunami - Reazioni a Hong Kong - Pechino -
Singapore - Taiwan
Hong Kong - 8 gennaio - Lo scorso 5 gennaio
l'osservatorio di Hong Kong aveva rilevato e registrato alle 3.20,
ora locale, una scossa di terremoto di magnitudo 5,8 della scala
Richter che aveva colpito la zona vicino alle isole Andaman. In
favore delle vittime del maremoto del 26 dicembre 2004, l'ex colonia
britanniaca si è impegnata in diverse campagne di solidarietà.
Dal 5 all' 8 gennaio è stato organizzato un torneo di tennis,
con sportivi di fama internazionale, che ha raccolto 47 mila Euro
ricavati dalla vendita dei biglietti. Inoltre sempre legato allo
stesso evento è stata indetta un'asta, per raccogliere
fondi per le popolazioni del sud est asiatico, dove le russe Maria
Sharapova, Elena Dementieva, Svetlana Kuznetsova e Vera Zvonareva
e le sorelle Venus e Serena Williams, star della manifestazione,
hanno donato racchette autografate ed altri oggetti di loro proprietà.
Watsons Water, lo sponsor del torneo, ha donato in beneficenza
il ricavato delle vendite, 64 mila $, alla Croce rossa locale.
Prima dell'inizio di ogni esibizione è stato rispettato
un minuto di silenzio in onore delle vittime della sciagura causata
dallo Tsunami. Inoltre si è tenuto ad Hong Kong un concerto
per contribuire alla ricostruzione dei paesi colpiti dal maremoto
dove si sono esibite star cinematografiche come Jackie Chan, Andy
Lau, Miriam Yeung e Teresa Carpio. La manifestazione ha visto
l'esibizione di Lau, Yeung e Carpio in una reinterpretazione in
versione cantonese e mandarina della famosissima canzone 'We are
the world'. Ad oggi sono state accertati 9 morti e 62 dispersi
Hongkonghesi.
Pechino - 7 gennaio - Il primo gennaio era
stata rilevata una nuova scossa di terremoto, di magnitudo 7 sulla
scala Richter, al largo dell'isola di Sumatra, in Indonesia, dall'ufficio
sismologico di Pechino, alle 13:25 ora locale. La scossa di assestamento
piu' forte del terremoto del 26 dicembre fortunatamente non aveva
causato ulteriori danni. 156.000 persone di 13 Paesi sono state
uccise dalla furia dello Tsunami, circa 500.000 persone sono rimaste
ferite e più di 5 milioni sono in stato di assoluto bisogno.
La Cina che inizialmente aveva deciso di stanziare 2,6 mln di
$ sucessivamente aveva aumentato di altri 60,42 mln di $ (48.2
mln di Euro) la cifra promessa in favore delle popolazioni del
sud est asiatico. Wen
Jiabao oggi però ha deciso di portare a 83 mln di $
lo stanziamento in favore delle vittime del maremoto. Sono stati
inoltre donati 100.000 $ al governo di transizione della Somalia
da parte della Repubblica popolare cinese per le popolazioni colpite
il 26 dicembre. Guo Chongli, ambasciatore cinese in Kenya, ha
consegnato la somma al presidente ad interim somalo Abduallahi
Yusuf Ahmed, il quale per ragioni di sicurezza risiede a Nairobi.
L'agenzia di stampa cinese Xinhua riferisce che i dati forniti
dal Ministero degli Affari civili rivelano un ammontare di 9 mln
di Euro è stato donato dai cittadini cinesi in favore delle
vittime del maremoto. Incaricate alla raccolta di denaro sono
state la Croce Rossa e la Fondazione Carità Cina. Oltre
agli aiuti umanitari in denaro da parte della Cina sono già
state inviate provviste d'emergenza e squadre di dottori nello
Sri Lanka e in Indonesia. Sono 3 i morti cinesi causati dallo
Tsunami, 15 i dispersi, 6 le persone ferite e 100 i turisti bloccati
sull’isola di Phuket e alle Maldive.
Singapore - 6 gennaio - Sono 8 i morti e 15
i dispersi del maremoto del 26 dicembre 2004 resi ufficialmente
noti dal Ministero degli Esteri di Singapore. Mentre sono 18 le
persone considerate "irraggiungibili". L'onda anomala
che ha causato un numero sempre crescente di morti ha creato inoltre
un vergognoso commercio: i bambini rimasti orfani nel maremoto
venduti come schiavi, per istigazione alla prostituzione o riciclaggio
degli organi a paesi come la Malaysia e Singapore. La terribile
notizia è stata resa nota dall'UNICEF che oltre a denunciare
questo sfruttamento ha dato certa la cifra di circa 35mila bambini
rimasti orfani nella sola provincia indonesiana di Aceh.
Taipei - 5 gennaio - Il ministero degli Esteri
di Taiwan ha deciso di moltiplicare per 10 la donazione in favore
delle vittime dello Tsunami portando così la cifra a 50
mln di $ (37.6 mln di Euro) , di cui 20 mln in derrate alimentari,
15 mln in medicinali e 15 mnl in contributi finanziari. I morti
Taiwanesi del maremoto sono 3.
Medici cinesi tra
i membri del OMS
CHINA DAILY – 5 gennaio 2005 - L’Organizzazione
Mondiale della Sanità ha invitato 4 medici cinesi a partecipare
alla missione di soccorso nel Sud-est asiatico. I 4 dottori scelti,
Liang Guodong, Kan Biao, Liu Qiyong, e Li Xinwu, provengono dal
Centro Cinese di controllo e prevenzione delle malattie, sono
tutti specialisti di malattie infettive.
Xing Jun, membro del Ministero della Salute e della Cooperazione
Internazionale afferma che è la prima volta che personale
medico cinese partecipa a missioni di soccorso internazionale.
L’OMS ha mobilitato molto personale medico e paramedico
in tutto il mondo per intervenire al più presto nei Paesi
colpiti dallo tsunami. In base ai dati emesse dall’OMS,
300.000 persone necessitano di interventi e medici urgenti.
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