Le esportazioni d'armi della Cina rispettano dei principi chiari
12 luglio 2007 - La Cina ha dichiarato martedi' che le sue esportazioni di armamenti sono basate sul principio della non-ingerenza negli affari interni dei paesi destinatari ... continua |
Esecuzione dell'ex direttore dell'Amministrazione di Stato della Sorveglianza e del Controllo degli Alimenti e dei Farmaci
10 luglio 2007 - Zheng Xiaoyu, ex direttore dell'Amministrazione di Stato della Sorveglianza e del Controllo degli Alimenti e dei Farmaci, e' stato giustiziato martedi' mattina con l'approvazione della Corte Suprema del Popolo della Cina ... continua |
I diritti legali degli impiegati cinesi devono essere protetti meglio
3 luglio 2007 - I diritti legali degli impiegati cinesi non sono protetti a sufficienza ... continua |
La Cina esorta il Vaticano ad agire per migliorare le relazioni
2 luglio 2007 - Il Vaticano dovrebbe agire anziche' creare barriere se vuole migliorare le relazioni con la Cina, ha riferito sabato il portavoce del Ministero degli Esteri cinese Qin Gang ... continua |
Due ispettori del lavoro sono stati arrestati per la loro complicita' nello scandalo della schiavitu' nelle fornaci di mattoni
23 giugno 2007 - Due ispettori del lavoro della citta' di Yongji, nella provincia dello Shanxi (nord) sono stati arrestati dalla polizia locale, sospettati di aver partecipato allo schiavismo nelle fornaci di mattoni ... continua |
Thatcher: le nostre paure su Hong Kong erano infondate
21 giugno 2007 - L'ex primo ministro britannico Margaret Thatcher ha riferito che le sue paure che l'economia di Hong Kong sono risultate completamente infondate ... continua |
La Cina critica le accuse degli Stati Uniti di perseguitare il Falungong
16 giugno 2007 - I leaders delle comunita' religiose cinesi hanno espresso la loro opposizione a un rapporto degli Stati Uniti che accusa il governo cinese di violare la liberta' di religione e di perseguitare la setta del Falungong ... continua |
Un ministro non comunista reputa molto importante la sua nomina
16 giugno 2007 - Per la prima volta dopo decenni e' stato nominato un ministro di un partito non comunista: Wan Gang ad aprile e' diventato ministro della Scienza e della Tecnologia ... continua |
Inchiesta sul lavoro di bambini in fabbriche destinate alla produzione di articoli ufficiali delle Olimpiadi Beijing 2008
14 giugno 2007 - Il portavoce del ministero cinese degli Affari Esteri ha riferito martedi' 12 giugno che la Cina sta per effetuare una inchiesta su alcune fabbriche sospettate di aver fatto lavorare dei bambini per la fabbricazione di articoli ufficiali delle Olimpiadi ... continua |
La Cina si oppone alla decisione australiana che autorizza il Dalai Lama a effettuarvi una visita
13 giugno 2007 - La Cina ha espresso il suo disaccordo martedi' 12 giugno circa la visita in Australia del Dalai Lama che il paese accusa di essere impegnato in attivita' secessioniste ... continua |
Piu' voce alle donne in politica
15 maggio 2007 - Le donne cinesi hanno piu' voce in politica, con piu' di 200 tra queste che oggi hanno una carica di governatore o di ministro o posti di livello equivalente ... continua |
L'unica via politica: Democrazia per la Cina
11 maggio 2007 - A circa 5 mesi dal prossimo Congresso del Partito Comunista cinese, una dichiarazione alimenta il dibattito sulla riforma del sistema politico ... continua |
La Cina pensa che gli Stati Uniti debbano guardare maggiormente ai diritti umani nel proprio paese
8 aprile 2007 - Il governo cinese ha riferito che l'ultima critica degli Stati Uniti circa la situazione dei diritti umani in Cina e' "infondata e diffamatoria" e ha consigliato agli Stati Uniti di focalizzarsi maggiormente circa i problemi relativi ai diritti umani all'interno dei suoi confini ... continua |
Rivolte in Cina
14 marzo 2007 - Migliaia di contadini e operai senza lavoro si sono rivoltati nella provincia dello Hunan attaccando la polizia e distruggendone i veicoli ... continua |
La Cina vuole allacciare rapporti con il Vaticano, ma a due condizioni
19 gennaio 2007 - Liu Jianchao, portavoce del Ministro degli Esteri, ha riportato ieri che la Cina desidera stabilire dei rapporti con il Vaticano sulla base pero' di due principi ... continua |
La piu' grande organizzazione umanitaria del mondo vuole stringere una collaborazione piu' solida con la Cina
19 gennaio 2007 - Beijing - L'organizzazione umanitaria piu' grande del mondo vuole che la Cina sia uno dei suoi partner piu' importanti dopo un anno che la Cina ha smesso di ricevere aiuti alimentari ... continua |
La Cina afferma di essere "seria e responsabile " circa il commercio di armi
15 gennaio 2007 - Il portavoce del Ministero degli Affari Esteri Cinese ha affermato domenica che la Cina e' sempre stata "seria e responsabile" circa il commercio di armi ... continua |
La Cina rifiuta il rapporto sui diritti umani redatto dagli USA
Pechino, 11 Gennaio, Il governo cinese ha rifiutato martedi' le critiche, sorte dall'osservazione sulle condizioni dei diritti umani in Cina, perche' prevenute e non veritiere ... continua |
La folla a Taiwan invoca le dimissioni del Leader
4 giugno 2006 - Secondo la Xinhua, migliaia di persone si sono radunate sabato di fronte agli uffici delle autorita' di Taiwan a Taipei, invocando le dimissioni del leader di Taiwan Chen Shui-bian. Il presidente del partito del Guomindang (KMT) Ma Ying-jeou e il presidente del Primo Partito Popolare James Soong, hanno parlato per quattro ore durante questa manifestazione che e' iniziata alle 2:00 PM. La folla concitata ha lanciato palloncini d'acqua per dimostrare il malcontento circa la lenta risposta delle autorita' riguardo il crescente scandalo che circonda Chen e il suo partito ... continua
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Piazza Tienanmen, madre risarcita per morte del figlio
1 maggio 2006 - (Peacereporter) Per la prima volta il governo cinese concede un risarcimento per le vittime di piazza Tienanmen. La madre di un giovane ucciso durante la repressione delle proteste studentesche del 1989 ha ricevuto 70 mila yuan, pari a 8.735 dollari. La donna aveva lanciato una campagna di sensibilizzazione per essere risarcita. |
Petizione on line contro censura internet
1 maggio 2006 - (Peacereporter) L'opposizione cinese via internet ha lanciato una petizione on line per chiedere l'abolizione della censura governativa sulla navigazione in rete. L'appello è firmato da utenti e da rappresentanti di 13 siti fatti chiudere dalla censura. Si chiede anche la fine dei controlli sulle informazioni che si scambiano gli ormai 100 milioni di navigatori cinesi. La petizione sta circolando via e-mail, soprattutto nei siti in lingua cinese all'estero e si rifà alla Costituzione della Cina, che prevede libertà di informazioni e di espressione. |
Rivolta popolare. Contadini contro fabbriche inquinanti
12 aprile 2006 - Peacereporter - Centinaia di contadini armati di bastoni hanno attaccato tre fabbriche inquinanti nel sud del Paese. A riferirlo è l'agenzia stampa di Hong Kong. Si tratta degli impianti di Quangang, vicino a Quanzouh. Due sono fabbriche di pellame mentre l'altra produce oggetti in plastica ed è sudcoreana. Sotto tiro anche un impianto per la purificazione dell'acqua, che inquinerebbe il fiume a cui gli abitanti dei villaggi della zona attingono l'acqua. Per non alimentare la tensione non ci sono stati arresti, ma il capo della polizia locale parla di incidente grave.
Cina, forum ed SMS nel mirino delle autorità
12 aprile 2006 - Richiamo del governo di Pechino ai siti web frequentati dai giovani cinesi: stop ad oscenità, politica e scommesse. Presto nuove regole. Anche Yahoo! nel mirino. Cancellati 19mila abbonamenti di telefonia mobile
Pechino - Il governo centrale ha intimato di adottare un rigido codice d'autoregolamentazione a tutti i più importanti siti del web cinese, tra i quali spiccano Sina, Sohu e Yahoo!. In breve, Pechino non vuole assolutamente che i giovani possano "accedere a contenuti poco sani, contrari alle tradizioni culturali della Cina", come si legge in un comunicato pubblicato dall'agenzia stampa di stato Xinhua.
Il diktat delle autorità è chiaro e somiglia più ad un ordine che ad un'esortazione, vista l'asprezza della repressione cinese nei confronti dei cittadini non-allineati, degli scrittori scomodi e degli avversari politici: "Dovete autocensurarvi ed eliminare testi scomodi, foto e musica sconvenienti, contenuti illegittimi da blog, chat e videogiochi online" ... continua
Donna fucilata e 4 condannati a morte per traffico di minori
26 marzo 2006 - Peacereporter - Una donna è stata fucilata e 4 suoi complici sono stati condannati a morte per traffico di bambini. Lin Yudi, 49 anni, è stata condannata per traffico di minori e fucilata nella provincia del Fujian, nella Cina orientale, dopo che la Corte Suprema cinese aveva respinto la sua richiesta per un processo di appello, secondo un comunicato diffuso sul sito della Corte. La donna faceva parte di una banda di cinque persone ritenuta responsabile di aver "gestito" illegalmente 31 bambini, uno dei quali è morto mentre era nelle loro mani.
Pechino, carcere preventivo per blogger
23 marzo 2006 - Hao Wu, già residente negli Stati Uniti, è sparito dalla circolazione durante le riprese di un documentario indipendente sulla cristianità in Cina. È stato sbattuto in carcere e non si sa perché
Pechino - Un giorno molto triste per l'informazione indipendente che viaggia su Internet: il giovane blogger Hao Wu, documentarista ed appassionato di giornalismo d'inchiesta, si trova in carcere da un mese. Hao è stato arrestato senza motivo durante le riprese di un documentario sulla cristianità "abusiva" nella Repubblica Popolare Cinese, ovvero sulla galassia di chiese clandestine non approvate dal governo - tra cui figura anche la Chiesa Cattolica ... continua
Cina, 10 anni allo scrittore anticomunista
20 marzo 2006 - Ren Ziyuan, insegnante 27enne, è stato condannato a 10 anni di reclusione per avere scritto online quello che pensa. La sua colpa è avere usato Internet per criticare il regime pechinese
Pechino - Il Tribunale del Popolo di Shandong ha condannato a dieci anni di reclusione il 27enne Ren Ziyuan, arrestato lo scorso maggio dalle guardie rosse telematiche per attività sovversiva. Il giovane, insegnante di una scuola media, aveva pubblicato sul web un articolo intitolato Il cammino verso la democrazia ... continua
Pechino ribatte a Washington: molti abusi commessi dagli Usa
9 marzo - Peacereporter - La Cina ha risposto alle critiche statunitensi sulle violazioni dei diritti umani, pubblicando un proprio documento su presunti abusi commessi dagli Stati Uniti. Washington aveva detto nel proprio rapporto annuale sui diritti umani che la Cina è uno dei Paesi che commette il maggior numero di violazioni. Il rapporto del Consiglio di stato cinese denuncia l'alto numero di violazioni dei diritti umani da parte degli Stati Uniti, sia fuori che dentro i confini del Paese, soprattutto contro i detenuti e i prigionieri di guerra.
CINA, CONTADINI DIFENDONO ATTIVISTA PER I DIRITTI UMANI
11 febbraio 2006 - Continua la protesta nelle campagne cinesi, sempre di più in tensione per il malgoverno e la corruzione dei leader. La protesta degli abitanti del villaggio di Dongshigu, nella contea di Yinan (provincia nordorientale dello Shandong), è nata dopo che Chen Hua – cugino e vicino di casa del famoso attivista cieco Chen Guangcheng – è stato picchiato da “sconosciuti assalitori” per il suo impegno civile e più tardi arrestato dalla polizia. Già il 5 febbraio scorso più di trecento contadini avevano ribaltato le camionette della polizia intervenuta per sgombrare la manifestazione e molti sono stati i feriti. Lo scorso settembre Chen aveva reso noti dei casi di aborto forzato nella città di Linyi. È stato subito messo agli arresti domiciliari e lo è tuttora con l’accusa di aver fatto trapelare “segreti di Stato” all’estero. Nel 2005 sono avvenute in Cina oltre 87 mila proteste pubbliche. Ogni giorno Pechino registra fra le 120 e le 230 proteste, in prevalenza nelle zone rurali, che sempre di più assumono carattere violento. Ogni anno circa 40 milioni di agricoltori perdono il lavoro perché la loro terra viene requisita, da privati o dai governi locali: di questi, solo due milioni riescono ad inserirsi nel mercato del lavoro industriale, il più delle volte sotto pagati e costretti a migrare.
Rinviato giudizio a giornalista accusato di rivelare segreti di Stato
22 febbraio 2006 - Peacereporter - L'udienza prevista per il processo a Zhao Yan, collaboratore locale del quotidiano statunitense 'New York Times' accusato di aver divulgato segreti di Stato, è stata rinviata al prossimo 20 marzo. Mo Shaoping, avvocato difensore di Yan, ha informato che il rinvio dell'udienza si è reso necessario dopo la presentazione, da parte della difesa, di prove e testimoni aggiuntivi.
Riapre il settimanale “Freezing Point”, rimossi gli editori
20 febbraio 2006 - Il noto quotidiano “China Youth Daily” ha annunciato oggi la prossima riapertura del supplemento settimanale “Freezing Point”, chiuso lo scorso mese dalla censura, ma anche la rimozione dei due editori che ne avevano fatto un baluardo del giornalismo d’assalto ... continua
Partito di minoranza attacca la censura in una lettera aperta
15 febbraio 2006 - Un gruppo di ex-senatori del partito comunista cinese ha lanciato un feroce attacco contro la manipolazione statale dei media e dell'informazione. In una lettera aperta il gruppo politico ha denunciato la recente chiusura del giornale d'inchiesta Bingdian Freezing Point, sostenendo che una rigida censura aumenta le difficoltà di una transizione politica del Paese, mentre "la storia ha dimostrato che solo i regimi totalitari hanno bisogno della censura".
Editore muore dopo percosse della polizia
7 febbraio 2006 - Peacereporter - Un editore cinese sarebbe morto in seguito alle percosse della polizia. Secondo i giornali e i gruppi umanitari, l'editore sarebbe stato picchiato da 50 poliziotti in seguito alla pubblicazione di un'inchiesta sulla corruzione. Wu Xianghu si trovava in ospedale da ottobre, sofferente di gravi problemi al fegato peggiorati dai colpi ricevuti. I media cinesi hanno pubblicato una lista di casi di torture e minacce di cui si è resa colpevole la polizia.
Repressione di Dongzhou, il governo difende il suo operato
20 dicembre 2005 - (Peacereporter)L'agenzia stampa cinese Xinhua ha reso noto che il governo provinciale di Shanwei, nella provincia meridionale del Guangdong, ha difeso per la seconda volta le misure con cui ha gestito la protesta scoppiata a Dongzhou il 6 dicembre scorso, quando la polizia paramilitare sparò contro manifestanti che protestavano per la requisizione delle loro terre ... continua
Ice Point, famosa rivista cinese, chiude i battenti
31 Gennaio 2006 - Ice Point, settimanale dipendente dal famoso periodico China Youth Daily di Pechino, è stato costretto a chiudere i battenti dopo ben 11 anni di lavoro. Secondo una fonte anonima, la sua chiusura avrebbe a che fare con un articolo pubblicato da Yuan Weishi, Professore di filosofia presso l’università Sun Yat-Sen nella provincia del Guangdong (Cina meridionale), titolato “Modernizzazione e testi di storia” in cui discuteva dell’influenza dei testi didattici sull’ideologia dell’attuale gioventù cinese ... continua
Giornalista condannato a 3 anni di carcere
31 gennaio 2006 - Peacereporter - Li Changqing, ex membro dello staff editoriale di Fuzhou Daily News, è stato condannato a 3 anni di prigione perché accusato di "aver diffuso informazioni a carattere terroristico". L'accusa è stata mossagli dopo una sua pubblicazione su un sito web straniero, in seguito alla quale, a detta delle autorità cinesi, si sarebbe scatenato una sorta di panico diffuso e incontrollato sui devastanti effetti della febbre emorragica nella provincia di Fujian. Nel proprio articolo, Li avrebbe accusato le autorità sanitarie cinesi di aver appositamente omesso importanti informazioni e averne manipolato delle altre.
Editore denuncia chiusura della sua testata
26 gennaio 2006 - Peacereporter - L'editore cinese Li Datong ha denunciato la decisione delle autorità del Paese di interrompere la pubblicazione del supplemento di un suo giornale. La pubblicazione, Freezing Point of Bingdian, era molto nota proprio per inchieste e analisi. In una lettera aperta circolata sul web, il signor Datong dice di non saper "se ridere o piangere". Si tratta dell'ultimo di numerosi severi interventi contro il sistema mediatico cinese. Poco tempo fa, anche l'editore del progressista Beijing News era stato rimosso dal proprio lavoro.
Nel 2005 arrestati oltre 18mila uiguri nello Xinjiang
20 gennaio 2006 - (Peacereporter) Nel solo 2005 le autorità cinesi hanno arrestato oltre 18mila separatisti uiguri nello Xinjiang, la regione occidentale della Cina a maggioranza musulmana. Lo rivela oggi il quotidiano Xinjiang Daily, che nota come la cifra rappresenti un aumento del 25 percento rispetto all'anno precedente. "Noi uiguri abbiamo paura. Possiamo essere arrestati per un nonnulla, non abbiamo diritti", ha detto Dilxat Raxit del Congresso mondiale degli uiguri, un'organizzazione con sede in Germania. Le autorità cinesi hanno definito il rapporto del quotidiano "aria fritta". Gli uiguri, considerati da Pechino terroristi che vogliono dividere la Cina, lottano da decenni per l'autodeterminazione della regione (autonoma dal 1955), da loro chiamata Turkestan orientale.
I numeri della censura governativa
19 gennaio 2006 - (Peacereporter) Nel corso del 2005 le autorità cinesi hanno bandito 79 giornali, chiuso 17 pubblicazioni che vendevano compact-disc, proibito 50 tipi di giochi per il computer e sequestrato 169 milioni di copie di pubblicazioni ritenute "illegali". Lo ha reso noto Liu Yunshan, capo del Dipartimento pubblicità del Partito comunista, il più alto ufficiale in grado nel servizio di propaganda della Cina. Nel novero degli argomenti proibiti rientrano le proteste sociali, la pornografia e le critiche riguardo la requisizione delle terre.
Scontri nel Guandong, morta una ragazzina di 13 anni
16 gennaio 2006 - (Peacereporter) Secondo fonti cittadine locali, a causa degli scontri avvenuti nel fine settimana tra le forze della polizia e gli abitanti di Panlong, un villaggio della provincia cinese del Guangdong, almeno 60 persone sarebbero state ferite, e una ragazzina di 13 anni avrebbe perso la vita. Gli abitanti del villaggio protestavano contro gli espropri dei loro terreni dovuti alla costruzione di un'autostrada, e in particolare per i miseri risarcimenti statali. |
Proteste contro gli espropri nel Guangdong, decine di feriti
16 gennaio 2006 - (Peacereporter) Decine di persone sono state ferite ieri sera durante scontri con la polizia a Sanjiao, un villaggio della provincia cinese del Guangdong. Lo riferiscono fonti locali. Gli abitanti del villaggio protestavano contro gli espropri dei loro terreni in vista della costruzione di un'autostrada, in particolare per lo scarso ammontare dei risarcimenti statali. Un testimone ha raccontato all'agenzia Afp che "sono rimaste ferite tra le 30 e le 50 persone, la polizia picchiava chiunque aveva davanti". Lo scorso dicembre, sempre nella provincia del Guangdong gli agenti uccisero almeno tre persone per reprimere una manifestazione simile, provocando le proteste di molti intellettuali cinesi. |
Pechino vuole bloccare inchiesta spagnola su genocidio in Tibet
12 gennaio 2006 - (Peacereporter) Il governo di Pechino ha invitato quello di Madrid a bloccare l'inchiesta aperta dalla magistartura spagnola sul genocidio cinese in Tibet. Martedì la Audiencia Nacional si è dichiarata competente a indagare sulle denunce presentate dalle associazioni di appoggio al Tibet contro gli ex presidenti e premier Jiang Zemin e Li Peng ... continua
Condannati contadini che si erano ribellati all'inquinamento
11 gennaio 2006 - (Peacereporter) Il tribunale della provincia di Zhejiang, in Cina, ha condannato, con pene fino a 5 anni di reclusione, 9 agricoltori del villaggio di Huaxi che nell'aprile 2005 si erano opposti all'inquinamento causato da 13 vicini impianti chimici. I 9 contadini sono stati condannati per avere preso parte alle proteste che furono duramente soffocate dalla polizia cinese. Gli agricoltori di Huaxi erano stati espropriati delle terre senza avviso, per costruire le fabbriche nel 2001. Dopo anni di raccolti inquinati e gente che si ammalava, oltre 30 mila abitanti del villaggio protestarono, cacciando i funzionari locali e costruendo barricate per impedire il rifornimento di materiali alle fabbriche. Nelle prime ore del 10 aprile 2005 oltre 1.500 poliziotti assalirono il villaggio abbattendo le barricate.
Arrestato ufficiale che ordinò di sparare contro manifestanti
11 dicembre 2005 - Le autorità del sud della Cina hanno arrestato l'ufficiale che ha ordinato alla polizia di aprire il fuoco sui manifestanti durante le dimostrazioni contro la corruzione e l'inquinamento svoltesi la scorsa settimana nella provincia di Guangdond. A quanto riferiscono alcuni abitanti della zona sarebbero una ventina i manifestanti uccisi. Se questo fosse confermato, si tratterebbe dell'episodio più grave di uso della forza contro manifestanti dal tempo di Tienanmen. Nel frattempo sembra sia stata aperta una inchiesta per indagare sull'accaduto. (PeaceReporter)
Manifestano in migliaia a Hong Kong per la democrazia
5 dicembre 2005 - Decina di migliaia di persone hanno dimostrato domenica per le strade di Hong Kong per protestare contro la lentezza nell’applicazione delle riforme democratiche. Secondo gli organizzatori, sarebbero state circa 250.000 le persone ad aver preso parte oggi alla marcia- molto più di quanto stimato dagli analisti, ovvero tra i 50.000 e i 100.000 dimostranti ... continua
Tortura: crescente presa di coscienza in Cina
"Sempre più crescente è la consapevolezza in Cina di come la tortura venga praticata arbitrariamente dalla polizia in quasi tutti i procedimenti criminali e che ora sia arrivato il momento di fare qualcosa. Considero questa mia visita proprio come una prova di questa presa di coscienza”, queste le parole di Manfred Nowak ... continua
Investigatore Onu sulle torture in arrivo a Pechino
22 novembre 2005 - L'investigatore capo dell'Agenzia sulle torture dell'Onu Manfred Novak è atterrato ieri a Pechino per un viaggio di 12 giorni, dopo aver ricevuto l'assicurazione governativa di una effettiva coperazione. L'investigatore ha lodato i leader cinesi per aver riconosciuto gli "estesi" abusi che avvengono sui prigionieri all'interno delle carceri nazionali e ha affermato che Pechino ha offerto una possibilità di visita ai detunuti più libera di quella che gli Stati Uniti volevano dargli in occasione di un viaggio, poi annullato, a Guantanamo Bay. (PeaceReporter)
Centri di detenzione illegali nello Shandong: questo, secondo le autorità locali, l’unico modo per far rispettare la politica del figlio unico
14 ottobre 2005 - Sopra un negozio di fertilizzanti nella città di Nigou (provincia dello Shandong, Cina orientale) sono rinchiusi una decina di uomini e donne, accusati di nascondere i loro familiari che si rifiutano di osservare le leggi sulla sterilizzazione e l’aborto ... continua
La censura non risparmia neppure la Mongolia Interna: chiusi due siti web per presunto contenuto ”separatista”
8 ottobre 2005 - Il 26 settembre hanno chiuso i battenti altri due siti web cinesi, ma questa volta si tratta di siti originari della regione autonoma della Mongolia Interna: www.ehoron.com e www.monhgal.com. Pare che la ragione della loro chiusura sia attribuibile al loro presunto contenuto “separatista” ... continua
Cooperazione tecnica sui diritti umani tra Cina e Australia
29 giugno 2005 - Australia e Cina hanno concluso oggi un importante accordo in materia di diritti umani, che prevede un programma di assistenza tecnica in favore del Governo di Pechino per un valore complessivo di 1.8 millioni di dollari ... continua
Cina e censura in internet : vietato scrivere 'libertà'
di Mauro Giannini
15 giugno 2005 - Sempre piu' serrata la censura internet in Cina. La scorsa settimana e' stato dato un ordine perche' tutti i siti ed i blog cinesi registrino i loro nomi reali presso le autorita' o siano chiusi entro il 30 giugno ed ora arriva anche il controllo delle parole sui siti stranieri aperti alla lingua cinese.
Decine di migliaia di Cinesi usano il cyberspazio per pubblicare la loro visione della politica ed avevano fin quei potuto evitare in genere ritorsioni scrivendo anonimamente. Tuttavia continua la campagna iniziata un anno fa dal governo cinese per far tacere le voci ufficiose in Cina e per controllare l'informazione indipendente.
Le autorita' cinesi hanno lanciato un nuovo software di sorveglianza denominato "Pa-Chong" (navigatore notturno) che permette ai censori del ministero dell'Informazione di trovare e bloccare in tempo reale i siti e gli utenti non registrati presso un apposito registro internet. Questi ultimi potranno essere arrestati.
Certo pochi Cinesi discuteranno di argomenti proibiti usando i propri nomi, visti i precedenti di condanne per i dissidenti. I blogger cinesi dovranno inoltre scegliere meglio le parole da usare, anche quando scrivono su siti stranieri, dato che i censori cinesi sono in agguato.
Gli utenti del portale MSN con server basato in Cina, ottengono un messaggio di rifiuto ogni volta che le parole digitate - come democrazia, liberta' e diritti dell'uomo - sono state ritenute tabu' dalle autorita' comuniste.
Ma anche parole come Taiwan, Dalai Lama, Falun gong (setta religiosa perseguitata), Tiananmen sono nel mirino. "Testo proibito, cancelli" dice il messaggio. Tuttavia, le limitazioni sembrano applicarsi soltanto all'oggetto, mentre il controllo del testo e' evidentemente meno attento.
Il personale cinese di Microsoft non ha potuto essere raggiunto per un commento, anche se un portavoce del gigante della tecnologia a Seattle ha riconosciuto che l'azienda sta cooperando con il governo cinese per censurare il portale in lingua cinese.
Il portale e' stato lanciato il 26 maggio e da allora sono stati attivati 5000 blog. Il governo cinese consiglia l'uso di Internet per il commercio e la formazione ma cerca di bloccare l'accesso a materiale ritenuto sovversivo.
Gli sforzi di controllare i dibattiti e le notizie sulla rete sono per la Cina vecchi quanto la tecnologia, ma di recente lo Stato ha introdotto un software in grado di rintracciare e bloccare il dissenso.
Quasi tutti i riferimenti on line all'ex premier Zhao Ziyang, morto in gennaio, sono stati cancellati. In aprile, il governo ha inabilitato i messaggi dei siti universitari usati spesso dagli allievi per parlare liberamente e per comunicare con i Cinesi che vivono oltremare.
Fonti diplomatiche di Pechino dichiarano che i nuovi ordini sono uno sforzo per combattere l'instabilita' nella societa' cinese, dato che vi sarebbero spesso microrivolte, e che per questo della questione e' stato investito lo stesso presidente Hu Jintao.
by www.osservatoriosullalegalita.org
Sito sui diritti dei GAY oscurato
Pechino -19 maggio - Il manager di www.gaychinese.net, ha denunciato le autorità cinesi per aver deciso di oscurare il sito internet, che tratta dei diritti degli omosessuali nel mondo ed in special modo in Asia. Il responsabile del sito, un ex-medico cinquantacinquenne residente in California, ha dichiarato il sito, il quale riceveva tra i 50 e i 65mila utenti giornalieri ed è stato curato da volontari americani e circa 20 collaboratori situati in varie città della Cina, ha sempre rispettato le leggi cercando di non violare alcun regolamento dalle normative internet imposto dal govereno cinese
Morta "torna" in vita
Pechino - 12 maggio - L'agenzia Xinhua ed i media cinesi hanno posto molta enfasi sullo strano caso del signor She Xianglin. Il trentanovenne, ex guardia di sicurezza della provincia centrale dello Hubei, è stato in carcere per più di 11 anni, poiché accusato di aver ucciso la moglie. She aveva confessato solo dopo essere stato sottoposto a innumerevoli ed atroci torture. Solo ora, dopo aver scontato un lungo periodo di galera ed essere stato privato di tutti i suoi beni, è stato appurato che la moglie era soltanto sparita. In carcere dal 1994, è stato rilasciato nel marzo 2005, solo quando la donna si è presentata a cercare notizie del marito abbandonato. Per questo motivo She Xianglin ha deciso di fare causa e chiedere un risarcimento di 4,37 mln di Yuan pari a 530 mila di $. Il legale dell'uomo ha raccontato al China Daily che la cifra, considerata da record, è solo un piccolo risarcimento poiché il danno causato dalla torture, dalle restrizione e dalla mancanza di libertà imposta ingiustamente, ha creato dei forti danni psicologici in She Xianglin. La notizia, che ha animato un senso di disgusto nei confronti della polizia e delle autorità giudiziarie, ha assunto un aspetto peggiore quando è stato reso noto che l' uomo era stato inizialmente condannato alla pena capitale e solo dopo l'emergere di prove che evidenziavano la sua innocenza, era stata convertita e ridotta nel 1998 a 15 anni di reclusione. Infatti il corpo che era stato trovato nelle vicinanze della sua abitazione risultava essere di un'altra donna, la quale non aveva nulla a che fare con l'accusato. La corte superiore del Sichuan occidentale, dopo la comparsa della donna che così scagionava totalmete She Xianglin, è stata costretta a decidere di non accettare più delle prove ottenute sotto tortura. In tutta la Cina, questo tribunale è il primo a prendere una tale decisione, nonostante siano numerosissimi i casi di errori e fallimenti del sistema giudiziario.
AMNESTY INTERNATIONAL DIFFONDE I DATI SULLA PENA DI MORTE NEL 2004: ALMENO 3797 ESECUZIONI E 7395 CONDANNE. DA AMNESTY ITALIA UN APPELLO ALL’AUTORITA’ PALESTINESE PER COMMUTARE LE CONDANNE A MORTE
5 aprile 2005 - Roma - Nel corso del 2004 sono state eseguite almeno 3797 condanne a morte in 25 paesi e ne sono state inflitte almeno 7395 in 64 paesi. Pubblicando oggi le sue statistiche annuali sulla pena di morte nel mondo, Amnesty International ha chiesto alla Commissione dell’Onu sui diritti umani, riunita a Ginevra, di condannare la pena capitale come violazione dei diritti umani fondamentali. ‘Questi dati sono purtroppo solo la punta dell’iceberg. Il quadro effettivo e’ di difficile descrizione, in quanto molti paesi continuano a eseguire condanne a morte in segreto, contravvenendo agli standard delle Nazioni Unite che chiedono di rendere pubbliche le informazioni sulla pena capitale’ – ha dichiarato Marco Bertotto, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International. Una manciata di paesi e’ responsabile della maggior parte delle esecuzioni registrate nel 2004. La Cina ha messo a morte almeno 3400 prigionieri ma secondo altre fonti la cifra reale sarebbe di circa 10.000 vittime. In Iran le esecuzioni sono state almeno 159, in Viet Nam almeno 64 e negli Usa 59, sei in meno rispetto al 2003. ‘Nonostante la tendenza mondiale verso l’abolizione, questi numeri evidenziano la perdurante necessita’ di un’azione coordinata della comunita’ internazionale per consegnare la pena di morte alla storia’ – ha commentato Bertotto. ‘E’ allarmante notare che la maggior parte dei prigionieri messi a morte non ha avuto diritto a un processo equo e che molti di essi sono stati condannati sulla base di ‘prove’ estorte con la tortura’. Nel 2004, Ryan Matthews e’ diventato il 115° condannato a morte degli Usa ad essere rimesso in liberta’ perche’ innocente. Era stato condannato nel 1999 in Louisiana per un omicidio commesso quando aveva 17 anni. Nell’aprile del 2004 un giudice federale ha annullato la condanna poiche’ la pubblica accusa aveva nascosto alcune prove alla giuria e l’esame del Dna aveva stabilito l’estraneita’ di Matthews all’omicidio. ‘Quello di Matthews e decine di altri casi analoghi negli Usa dimostrano che un sistema giudiziario infallibile, per quanto possa essere avanzato, non esiste. La pena di morte porta sempre con se’ il pericolo di un errore fatale’ – ha sottolineato Bertotto. Mentre le esecuzioni proseguono, parallelamente avanza l’abolizione della pena di morte. Nel 2004 cinque paesi sono diventati abolizionisti per tutti i reati (Bhutan, Grecia, Samoa, Senegal e Turchia), facendo salire a 120, alla fine dell’anno, il numero degli Stati che hanno cancellato la pena di morte nella legge o nella pratica. Diversi altri paesi, pur mantenendo la previsione della pena di morte, hanno rispettato moratorie sulle esecuzioni. Una legge ‘sulla sospensione dell’applicazione della pena di morte’ e’ stata approvata nel luglio scorso in Tagikistan, mentre nel gennaio di quest’anno il Kyrgyzstan ha annunciato l’estensione della moratoria, in vigore dal 1998, per altri dodici mesi. Tra i paesi che osservano una moratoria sulle esecuzioni figurano anche il Malawi e la Corea del Sud. Amnesty International ha apprezzato la sentenza della Corte suprema degli Usa del marzo di quest’anno, che ha dichiarato incostituzionale l’uso della pena di morte nei confronti dei minori di 18 anni al momento del reato. Con questa decisione, tutti i paesi del mondo hanno formalmente rigettato l’applicazione della pena capitale per i minorenni. Tuttavia, secondo Amnesty International, esecuzioni di questo tipo continuano ad aver luogo: nel 2004, ne ha registrate una in Cina e almeno tre in Iran, cui occorre aggiungerne un’altra, sempre in Iran, all’inizio del 2005. ‘E’ davvero giunto il momento, per la Commissione Onu sui diritti umani, di affermare a chiare lettere che l’imposizione della pena di morte nei confronti di persone che avevano meno di 18 anni al momento del reato e’ contraria alle consuetudini del diritto internazionale’ – ha affermato Bertotto. Amnesty International ha inoltre accolto con favore la decisione di diversi governi, tra cui Turchia, Belgio, Irlanda e Turkmenistan, di adottare divieti costituzionali sulla pena di morte. ‘In questo elenco’ – denuncia Bertotto – ‘manca purtroppo l’Italia che, pur guidando il movimento dei paesi abolizionisti e promuovendo iniziative a livello internazionale contro la pena di morte, deve ancora apportare una modifica all’art. 27 della Costituzione, che sollecitiamo da oltre dieci anni, e ratificare il Protocollo 13 alla Convenzione europea sui diritti umani che proibisce la pena di morte in qualsiasi situazione’. La Sezione Italiana di Amnesty International ha richiesto un incontro urgente a Nemer Hammad, Ambasciatore dell’Autorita’ Palestinese in Italia, per esprimere la propria preoccupazione per l’intenzione, manifestata dal presidente Mahmoud Abbas, di ripristinare le esecuzioni capitali. Nei bracci della morte palestinesi si trovano almeno 50 prigionieri, la maggior parte dei quali condannati tra il 1996 e il 2004 per omicidio e stupro, gli altri per collaborazionismo con le forze israeliane. A gennaio, appena dopo la sua elezione, il presidente Abbas ha sottoposto diversi casi di condannati a morte al Gran Mufti. Questi avrebbe suggerito di procedere all’esecuzione di almeno 5 prigionieri, giudicati colpevoli di stupro e omicidio. Dopo l’esecuzione, nel giugno 2002, di due uomini condannati per stupro e omicidio, l’Autorita’ Palestinese ha introdotto una moratoria di fatto, considerata da Amnesty International uno sviluppo positivo e in linea con la tendenza mondiale verso l’abolizione della pena di morte. Ora l’organizzazione per i diritti umani e’ preoccupata per la possibile ripresa delle esecuzioni.
Attivisti inviano una lettera aperta al governo dell'UE
24 marzo 2005 - Durante il dibattito che sta scuotendo in queste settimane l'Europa sulla necessità di rimuovere o meno l'embargo sulla vendita di armi alla Cina, giunge la richiesta di oltre 500 attivisti per i diritti umani cinesi che tramite una lettera aperta all'Unione Europea, chiedono esplicitamente di non rimuoverlo. L'embargo era stato imposto in seguito al tragico massacro di piazza Tiananmen avvenuto il 4 giugno del 1989. Secondo Javier Solana l'embargo è ingiusto poiché in Cina negli ultimi anni sono stati fatti dei passi avanti sul fronte del rispetto dei diritti umani, ripetendo ciò che aveva detto il ministro degli esteri cinese, Li Zhaoxing, volato a Bruxelles in questi giorni per perorare la causa sostenuta da Pechino. Sulle posizioni di Solana si attesta la Francia, che vede nella Cina un mercato potenziale enorme. Sul fronte opposto la Gran Bretagna, allineata agli Usa, è riuscita intanto a far cancellare la questione dall'agenda dei capi di governo dell'Unione europea, riuniti per il Consiglio di primavera, in seguito alla recente legge detta anti-secessionista contro Taiwan.
Secondo la petizione presentata dagli attivisti e sottoscritta da molti reduci del movimento democratico stroncato nel sangue da Pechino, la situazione dei diritti umani non è sostanzialmente cambiata negli ultimi 16 anni.
UNIONE EUROPEA / CINA: AMNESTY DENUNCIA ULTERIORE REPRESSIONE AI DANNI DEGLI ATTIVISTI PER I DIRITTI UMANI
17 marzo 2005 - Amnesty International ha segnalato oggi all’Alto rappresentante dell’Unione europea per la Politica estera e di sicurezza comune, Javier Solana, l’ultima sua ricerca sull’aumento delle intimidazioni e degli arresti ai danni di attivisti che tentano di difendere i diritti civili, politici ed economici in Cina.
Javier Solana incontrera’ domani a Brussels il ministro degli Esteri cinese Li Zhaoxing, in un contesto nel quale appare chiara la volonta’ dell’Ue di rimuovere l’embargo sulle armi; un embargo che – ricorda Amnesty International – venne imposto sedici anni fa per inviare un forte segnale a Pechino all’indomani della brutale repressione di Tianamnen.
‘Se l’Ue vuole avere credibilita’ a livello internazionale, non puo’ lasciar passare questo incontro senza affermare a chiare lettere, sia informalmente che pubblicamente, che la Cina non puo’ continuare a mettere dietro le sbarre chi difende i diritti umani’ – ha dichiarato Dick Oosting, direttore dell’ufficio di Amnesty International presso l’Ue. ‘Se Solana non fa capire al proprio interlocutore quanto sia inaccettabile la repressione ai danni di attivisti pacifici, l’Ue perdera’ un’occasione d’oro per esercitare pressione sulla dirigenza cinese e pregiudichera’ fortemente la propria politica sui diritti umani in Asia e nel resto del mondo’.
La scorsa settimana Amnesty International ha pubblicato un aggiornamento al suo rapporto del dicembre 2004 sui rischi cui vanno incontro gli attivisti per i diritti umani in Cina. Nel testo si legge che, dall’ultimo summit Ue-Cina della fine dello scorso anno, la persecuzione dei difensori dei diritti umani e’ aumentata.
Tra gli attivisti minacciati o imprigionati figurano uomini e donne che difendono il diritto alla casa, al lavoro, alla terra e all’espressione della fede religiosa. Negli ultimi dieci giorni – denuncia Amnesty - in concomitanza con il Congresso nazionale del popolo e’ stata effettuata una nuova retata di attivisti. Alla fine di gennaio, una delle leader del movimento delle Madri di Tiananmen e’ stata posta agli arresti domiciliari.
‘L’Ue non puo’ fare dichiarazioni sul miglioramento della situazione dei diritti umani in Cina senza tener conto dell’evidenza. La dirigenza cinese deve impegnarsi di fronte all’Ue a rilasciare tutti gli attivisti in carcere e a cessare di perseguitarli’ – ha aggiunto Oosting. ‘Chiediamo a Solana di pretendere questo impegno. Altrimenti, quale messaggio inviera’ l’Ue a coloro che in Cina stanno lottando per il rispetto dei piu’ basilari diritti umani?’.
Pechino "prende atto" delle dimissioni di Tung Chee-hwa
13 marzo 2005 - Hong Kong - Senza troppe sorprese, Pechino accetta le dimissioni dell'ex governatore di Hong Kong a cui subentra immediatamente il suo vice e compagno di partito Donald Tsang, veterano filo cinese, in precedenza Segretario Generale del governo di Hong Kong. Donald, essendo uomo molto vicino a Pechino, in una conferenza stampa tenutasi sabato, ha dichiarato che Hong Kong continuerà la sua politica di "stabilità" e "sicurezza", cercando di mantenere l'ordine seguendo i principi di "una nazione, due sistemi". Ricordiamo però che da quando Tung ha preso il potere Hong Kong non solo ha visto frustrate le sue aspettative democratiche (che non erano mai giunte neppure sotto la Gran Bretagna) ma anche dal 1997, ha vissuto un periodo di forte crisi economica, in controtendenza con il resto dell'economia cinese.
Tung Chee-hwa a Pechino per rassegnare le dimissioni.
11 marzo 2005 - Hong Kong - Tung Chee-hwa oggi è volato a Pechino per rassegnare ufficialmente le dimissioni. Il deputato di Tung, Donald Tsang, sembra essere il più probabile successore del governatore dimissionario. Secondo la Basic Law, la mini costituzione di Hong Kong, la commissione (imposta dal governo cinese) che dovrebbe eleggere il nuovo leader dovrebbe farlo entro 6 mesi. Non è ancora chiaro però se il nuovo governatore completerà il mandato del suo successore giungendo a nuove elezioni o se disporrà di un mandato completo della durata di 5 anni.
Intanto il fronte democratico richiede delle vere elezioni al fine di permettere i cittadini dell'isola di poter eleggere indipendentemente i propri governanti.
Tung Chee-hwa rassegna le dimissioni
10 marzo 2005 Hong Kong - Il governatore di Hong Kong Tung Chee-hwa ha annunciato le dimissioni durante una conferenza stampa per motivi di salute. Molti analisti vedono però nelle dimissioni di Tung una mossa di Pechino per fronteggiare il crescente calo di popolarità nell'ex colonia britannica, dovuto all'incondizionato supporto dimostrato verso il governo cinese, alla crisi economica e alla sars. Dal 1997, da quando cioè Hong Kong è ritornata alla madrepatria, è il primo cambio di leadership. Potrebbe sostituirlo Donald Tsang.
CINA: CAPODANNO COL BOIA. AMNESTY INTERNATIONAL DENUNCIA UN NOTEVOLE AUMENTO DELLE ESECUZIONI
5 febbraio 2005 - Amnesty International ha denunciato oggi un notevole aumento delle esecuzioni in Cina in occasione delle celebrazioni per il nuovo anno lunare. Secondo dati comunque incompleti, le esecuzioni nelle ultime due settimane sono state 200. Tra dicembre e gennaio, i mezzi d’informazione cinesi hanno riferito di almeno 650 esecuzioni. Si tratta di mesi considerati ‘normali’, in cui cioe’ non si registrano incrementi di esecuzioni legati a festivita’ nazionali. Questa cifra e’, in ogni caso, molto inferiore alla realta’ in quanto le autorita’ rifiutano di fornire dati completi. ‘C’e’ un baratro tra quello che la Cina afferma e quello che fa’ – ha dichiarato Marco Bertotto, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International. ‘Il governo di Pechino dichiara di applicare la pena di morte con ‘cautela’, ma il picco di esecuzioni cui stiamo assistendo in questi giorni rende questa parola priva di significato’. ‘Va sottolineato inoltre’ - ha proseguito Bertotto – ‘il rischio assai concreto che molte persone messe a morte fossero innocenti. Il sistema giudiziario cinese semplicemente non garantisce processi equi’. Secondo fonti ufficiali, le recenti esecuzioni (anche di gruppi di dieci o piu’ persone) vengono giustificate come ‘un modo per proteggere la stabilita’ sociale e assicurare alla popolazione un sicuro, gioioso e felice anno nuovo’. ‘Non e’ stata mai prodotta alcuna prova convincente sul maggiore effetto deterrente della pena di morte rispetto ad altre pene. Suggerire che protegga la stabilita’ sociale e’ sbagliato e pericoloso’ – ha affermato Bertotto. Il recente, intenso dibattito all’interno della Cina sull’eccessivo ricorso alla pena di morte si e’ concentrato sulla riforma che permettera’ alla Corte suprema del popolo di riesaminare tutte le condanne a morte, al posto dell’attuale sistema in cui ogni tribunale applica differenti standard. Tuttavia questa riforma, cosi’ come il suggerimento che in alcuni casi la pena di morte potrebbe essere sostituita da lunghe pene detentive, non affronta ancora alcuni nodi cruciali: le ‘confessioni’ estorte con la tortura, il limitato accesso alla difesa e le interferenze politiche nel sistema giudiziario. Queste interferenze comprendono, ad esempio, le cosiddette campagne anti-crimine ‘Colpire duro’, in cui gli imputati ricevono sentenze piu’ dure rispetto ad altri periodi. Una delle ultime vittime di queste campagna e’ stato Lu Shile, giudicato colpevole di omicidio da un tribunale di Qingdao: in 24 ore e’ stato processato, ha visto il suo appello respinto ed e’ stato messo a morte. Il procedimento e’ stato lodato come ‘altamente efficiente’ e ‘un esempio della politica di sentenze rapide e dure’. In modo decisamente insolito, il tribunale che ha condannato a morte Lu Shile ha comunicato che nel 2004, sotto la sua giurisdizione, hanno avuto luogo 57 esecuzioni. Considerando che quello di Qingdao e’ solo uno dei circa 400 tribunali abilitati a emettere e a eseguire condanne a morte, il numero delle esecuzioni su scala nazionale ogni anno tende a essere astronomico. L’Unione europea da tempo considera quella della pena di morte la principale preoccupazione per i diritti umani in Cina. Tra le 200 persone messe a morte, molte erano state condannate per reati che non contemplavano violenza contro persone o di natura economica. ‘Speriamo che i leader dell’Unione europea si ricorderanno di queste persone quando decideranno se abolire l’embargo sulle armi, che venne imposto in risposta agli abusi dei diritti umani commessi nel 1989’ – ha proseguito Bertotto. ‘Il governo cinese ha agito con grande velocita’, negli ultimi anni, per adeguare le proprie leggi sul commercio alle regole del Wto. Ora ha il dovere, nei confronti dei propri cittadini, di mostrare analoga determinazione adeguando le proprie leggi al diritto internazionale dei diritti umani. Quando il mondo si riunira’ a Pechino nel 2008 per ‘celebrare l’umanita’’ sotto la bandiera olimpica, le esecuzioni dovranno essere cessate e la pena di morte abolita nelle leggi e nella prassi’ – ha concluso Bertotto.
Detenuti si riuniscono con le famiglie per l'anno del Gallo
Pechino - 4 Febbraio - China Daily ha riferito che in occasione del nuovo anno lunare il Governo cinese ha deciso di rilasciaree centinaia di detenuti. Un portavoce della corte di Pechino n. 1, ha detto che questa concessione per il nuovo anno del Gallo, che cade il 9 febbraio, varrà unicamente per i detenuti che hanno trascorso in carcere più della metà della loro pena e che si sono dimostrati pentiti delle azioni che li hanno portati al carcere.
Vietato l'oroscopo
Pechino - 31 gennaio - L'Autorità statale cinese ha emanato un ufficiale divieto alle radio, cinema e televisione per quanto riguardano le previsioni via sms o telefoniche sul nuovo anno. La motivazione esposta dal Governo all'agenzia Xinhua sono legate al fatto che i maghi ed i chiromanti danneggiano le menti dei più giovani. Per questo motivo ogni tipo di previsione legata alle date di nascita e all'oroscopo è stata messa al bando specialmente in questo periodo che si sta per avvicinare il Nuovo anno del Gallo.
E' morto Zhao Ziyang. La politica di lavare
i panni sporchi in casa, non paga
17 gennaio 2005 - E' morto Zhao
Ziyang. Dal 19 maggio del 1989 non è stato più
visto in pubblico. Come temuto dalle autorità cinesi, la
morte di Zhao può trasformarsi in un'occasione per puntare
il dito contro Pechino per tutti i detrattori del regime comunista
e per evidenziare una volta di più le ingiustizie di una
nazione che ambisce ad essere una super potenza e paese guida
di un intero settore mondiale ma che puntualmente fallisce nelle
questioni cruciali: diritti umani e democratizzazione. Il figlio
di Zhao riferisce ad un cronista della Reuters che alcuni leader
del PCC hanno fatto visita a Zhao nelle ultime ore della sua vita,
ma non è conveniente rilasciare i loro nomi. Che si riferisca
a Wen Jiabao, che
era stato al suo fianco durante i disordini della primavera del
1989, e che, miracolosamente, riuscì a passare indenne
da quella pericolosa situazione? Di certo non può essere
stato Li Peng, il
figlioccio di Zhou
Enlai , che, del massacro di Tiananmen può essere giudicato
uno dei principali responsabili. Intanto il governo cinese, per
voce di Xinhua, rilascia una breve nota confermando la morte dell'ex
leader del PCC: "Il compagno Zhao Ziyang è morto di
malattia Lunedì nell'ospedale di Pechino. Aveva 85 anni.
Il compagno Zhao ha a lungo sofferto per diverse malattie che
hanno colpito il sistema cardiovascolare e quello respiratorio
e che lo hanno costretto al ricovero in ospedale molte volte.
Le sue condizioni recentemente sono peggiorate ed è morto
lunedì dopo che tutte le cure non hanno dato alcun risultato."
Punto. Nessun accenno agli ultimi tragici 15 anni della sua vita
passati agli arresti domiciliari. La televisione cinese invece
ha invece glissato la notizia.
Le condizioni di salute di Zhao Ziyang peggiorano
15 gennaio 2005 - Hong Kong - Reuters, tramite
fonti attendibili ad Hong Kong, fa sapere che Zhao
Ziyang, 85 anni, uno dei leader storici del Partito comunista
cinese, sarebbe vicino alla morte, in coma profondo da venerdì.
Le sue condizioni di salute starebbero peggiorando anche se altre
fonti le danno per stabili. Dal 1989 Zhao è sotto arresti
domiciliari con l'accusa di aver simpatizzato per gli studenti
durante i moti di piazza Tiananmen del giugno del 1989. Secondo
alcuni analisti la morte di Zhao potrebbe preoccupare l'attuale
leadership cinese poiché potrebbe risvegliare le ambizioni
riformatrici e le aspirazioni democratiche della popolazione,
dal momento che molti cinesi lo hanno sempre considerato come
un simbolo degli ideali democratici. Destinato a divenire il successore
di Deng Xiaoping
Zhao cadde in disgrazia durante la primavera del 1989.
L’aborto selettivo diverrà reato
REUTERS – 10 gennaio 2005 - Il 10 gennaio
2005 Zhang Weiqing, ministro membro della Commissione per la pianificazione
della Famiglia e della Popolazione nazionale, ha affermato che
il governo sta per apportare delle modifiche alla politica di
controllo delle nascite, introdotta 20 anni fa. In base alle statistiche
governative, per ogni 100 bambine sono venuti alla luce 119 maschi.
Tradizionalmente in Cina si preferiscono i figli maschi perché
permettono una continuità generazionale, provvedono al
sostentamento della famiglia e si prendono cura dei membri più
anziani; mentre le femmine sposandosi automaticamente diventano
membri della famiglia del marito.
A causa della forte disparità di genere,
il governo di Pechino ha deciso di bilanciare tale situazione
modificando il Codice penale. La Commissione per la pianificazione
della Famiglia e della Popolazione nazionale rivedrà le
misure di controllo delle nascite, bandendo il rilevamento del
sesso del feto e l’aborto selettivo, tranne per ragioni
mediche. L’aborto selettivo è già stato proibito.
Tuttavia la tecnologia medica permette attraverso gli ultrasuoni
di conoscere anticipatamente il sesso del futuro nascituro, dando
la possibilità ai genitori di interrompere la gravidanza.
Arrestati e liberati lo stesso giorno
Pechino - 14 Dicembre - Arrestati ieri e scarcerati
questa mattina Yu Jie, Liu Xiaobo e Zhang Zuhua, 3 scrittori dissidenti.
Nicolas Bequelin di Human Rights China, con sede a Hong Kong,
e l'avvocato di Yu Jie hanno riferito che gli intellettuali sono
stati accusati di "mettere a repentaglio la sicurezza pubblica''.
La polizia li ha rilasciati solo dopo aver copiato i file del
computer di Yu Jie.
CINA: NONOSTANTE I RISCHI, AUMENTA IL NUMERO
DEGLI ATTIVISTI PER I DIRITTI UMANI
Roma - 6 dicembre 2004 - In occasione dell’incontro
tra Unione europea (Ue) e Cina, in programma questa settimana
all’Aja, Amnesty International ha diffuso un rapporto sul
crescente numero di attivisti impegnati nella lotta per i diritti
umani in Cina e sui grandi rischi cui vanno incontro.
‘Il numero dei gruppi e delle singole
persone che si impegnano nella protezione dei diritti umani e’
sempre maggiore’ – ha dichiarato Francesco Visioli,
coordinatore Cina della Sezione Italiana di Amnesty International
– ‘nonostante il costante clima
di sfiducia e ostilita’ e il rischio di arresti e detenzioni’.
Negli ultimi 18 mesi, almeno cinque attivisti
sono stati imprigionati con vaghe accuse concernenti ‘segreti
di Stato’, per aver raccolto e diffuso all’estero
informazioni sulla situazione dei diritti umani. Tre di essi sono:
- Abdulghani Memetemin, 40 anni, giornalista
e insegnante, che ha segnalato violazioni dei diritti umani ai
danni della minoranza etnica uigura nella regione autonoma del
Xinjiang;
- Liu Fenggang, 45 anni, autore di alcuni rapporti
sulla distruzione delle chiese protestanti e sul brutale trattamento
subito dagli aderenti a gruppi religiosi clandestini;
- Zheng Enchong, 54 anni, avvocato, rappresentante
di un gruppo di famiglie che erano state sfrattate con la forza
dalle loro abitazioni di Shanghai, accusato di aver trasmesso
documenti via fax a un’organizzazione per i diritti umani
di New York.
‘Questi tre uomini costituiscono l’esempio
di un crescente numero di persone che in Cina sfidano le leggi
repressive per difendere i fondamentali diritti umani’ –
ha sottolineato Visioli. ‘Chiediamo al governo di Pechino
di rilasciarli, insieme a tutte le altre persone imprigionate
a causa delle loro pacifiche attivita’ in difesa dei diritti
umani’.
Le leggi cinesi contengono vaghe formulazioni
di reati, quali ‘sovversione’ e ‘sottrazione
di segreto di Stato’, che possono essere usate per arrestare
e imprigionare chiunque per il semplice fatto di essere impegnato
in
legittime azioni in favore dei diritti umani. Gli attivisti, inoltre,
vanno frequentemente incontro a detenzioni arbitrarie, minacce
e intimidazioni.
Quest’anno, a marzo, un emendamento alla
Costituzione cinese ha inserito la frase ‘lo Stato rispetta
e protegge i diritti umani’. La piu’ evidente dimostrazione
di tale impegno sarebbe la fine degli arresti, delle detenzioni
arbitrarie e delle intimidazioni nei confronti degli attivisti
per i diritti umani.
La Costituzione, inoltre, garantisce ai cittadini
il diritto di presentare reclami alle autorita’. Ma proprio
un’istituzione statale, l’Accademia delle scienze
sociali, ha dichiarato recentemente che sempre piu’ persone
ritengono che i canali ufficiali non siano piu’ sufficienti
a gestire le denunce sui casi di corruzione e di abusi. L’Accademia
ha ammesso che alcuni governi locali hanno fatto ricorso alla
violenza per impedire alle persone che protestavano di inoltrare
le proprie denunce al governo centrale, una pratica descritta
come ‘vergognosa e agghiacciante’.
Gli attivisti operano in numerosi settori,
dai cristiani che difendono il proprio diritto a professare una
fede religiosa, al gruppo delle ‘Madri di Tiananmen’
che chiedono giustizia per i loro figli uccisi nella repressione
del 1989. Ma il tema dell’attivismo in Cina riguarda tutti
i diritti: economici, sociali, culturali, civili e politici.
‘Le autorita’ cinesi devono riconoscere
che queste persone stanno agendo per proteggere i diritti umani
dei propri concittadini’ – ha aggiunto Visioli. ‘Devono
garantire che tutti gli attivisti siano in grado di lavorare senza
timore di minacce, arresti arbitrari e ogni altra forma di abuso
dei loro diritti’.
Amnesty International chiede alla comunita’
internazionale, compresa l’Unione europea, di sollecitare
la Cina a rilasciare tutte le persone attualmente in carcere per
aver svolto pacifiche attivita’ in favore dei diritti umani
e a riformare le leggi utilizzate per imprigionarli.
Il rapporto reso pubblico oggi contiene appelli
in favore dei seguenti prigionieri e gruppi di prigionieri:
- Li Dan, 26 anni, che difende il diritto alla
salute delle persone che hanno contratto il virus dell’Hiv/Aids;
- Yao Fuxin, 54 anni, e Xiao Yunliang, 58 anni,
imprigionati per aver difeso pacificamente i diritti dei lavoratori;
- Zhang Shengqi, 30 anni, e Xu Yonghai, 44
anni, appartenenti alla chiesa protestante (non riconosciuta)
impegnati a proteggere il diritto alla liberta’ di religione
dei propri confratelli cristiani;
- le Madri di Tiananmen, un gruppo di parenti
che chiede giustizia per coloro che vennero uccisi nel corso della
repressione di Pechino del 1989.
Il dissidente Liu Jingsheng liberato
Pechino - 28 novembre 2004 - Human Rights in
China all'inizio della settimana ha reso noto che il dissidente
cinese Liu Jingsheng, 50, è stato liberato con due anni
di anticipo dopo una decade di prigionia, ma la sua libertà
di parola è limitata. Dopo i fatti del giugno del 1989
a Tiananmen aveva fondato il Partito della Libertà e nel
1992 era stato arrestato e condannato nel 1994 per aver orchestrato
attività sovversive contro-rivoluzionarie. La liberazione
sarebbe avvenuta per il peggioramento delle condizioni di salute.
Ai microfoni dell'agenzia francese AFP Liu ha detto che le sue
idee in tutto questo tempo non sono cambiate ma che per i quattro
prossimi anni non potrà parlare.
Contemporaneamente alla liberazione di Liu a Pechino si sta svolgendo
un altro importante processo contro l'attivista democratico Ye
Guozhu. 20 persone sono state confinate nelle loro case, mentre
altre due sono state arrestate; una di queste, una donna, è
stata picchiata dalla polizia. Ye era stato arrestato ad agosto
per aver cercato di organizzare una manifestazione da dieci mila
persone con l'accusa di aver disturbato l'ordine pubblico.
Giustiziati 5 cinesi
per sterminio di una famiglia
Pechino - 27 Novembre - Pechino News riporta
la condanna a morte ed avvenuta esecuzione di cinque cinesi ritenuti
colpevoli dell'omicidio di un'intera famiglia di un manager di
una tv di Phoenix in lingua cinese con base a Hong Kong. Lo scorso
maggio quattro uomini ed una donna dopo aver rubato denaro e gioielli
hanno ammazzato brutalmente, in una residenza a Shenzen, Zhou
Yinan, ex dirigente, la moglie, la figlia di 5 anni ed una coppia
di collaboratori domestici. La banda si era introdotta nell'abitazione
spacciandosi per una società venditrice di acqua minerale.
Scontri etnici nello Henan
2 novembre 2004 - Secondo l'agenzia di stampa
Xinhua è stata imposta la legge marizale nello Henan dopo
alcuni scontri etnici duranti i quali sette persone sono morte
e oltre quaranta sono rimaste ferite. 18 sarebbero stati gli arrestati.
Gli scontri sarebbero avvenuti fra la minoranza musulmana Hui
e gli Han. Nulla si sa sulle cause dello scontro.
I neoeletti membri del consiglio legislativo
prestano giuramento (non senza qualche polemica)
Hong Kong - 7 ottobre 2004 - I neo eletti membri
del consiglio legislativo di Hong Kong hanno prestato giuramento
creando anche un certo imbarazzo nel governo pro cinese di Tung
Chee-hwa. E' il caso di Leung Kwok-hung, che ha accompagnato il
cerimoniale del giuramento con slogan prodemocratici quali: "
Lunga vita al popolo, Potere alla gente!" e alzando l'indice
sinistro verso il cielo. In un primo momento l'esponente democratico,
conosciuto anche come "capellone", si era rifiutato
di prestare giuramento ad Hong Kong, al governo di Pechino e alla
costituzione di cui è dotata l'isola, ma poi, sotto la
minaccia di espulsione, ha ceduto, senza però rinunciare
alla vena polemica. Leung è un attivista radicale evicino
ai movimenti marxisti.
Cina, alunni portati ad assistere alle esecuzioni
1 ottobre 2004 - Amnesty International - Secondo
quanto riportato da un sito internet cinese, alcune centinaia
di studenti tra i 6 e i 17 anni, sono stati portati ad assistere
all’esecuzione pubblica di sei condannati a morte in quello
che Amnesty International descrive come una “modalità
veramente macabra di celebrare una ricorrenza”.
"Il governo cinese ‘celebra’
regolarmente le feste nazionali mandando a morte decine e decine
di persone” – ha affermato Karen Hooper, coordinatrice
pena di morte di Amnesty Italia. “Quest’anno il
Festival di metà autunno è coinciso con la Festa
nazionale cinese del 1° ottobre e c’è stato un
elevato numero di esecuzioni”, almeno 100 secondi dati
disponibili.
Le scolaresche facevano parte di un pubblico
di oltre 2.500 persone, convocato il 27 agosto in una palestra
di Changsha (capitale della provincia dello Hunan) per assistere
alla fucilazione pubblica di sei condannati a morte. Gli alunni
delle scuole elementari e medie, nelle loro uniformi scolastiche,
hanno ascoltato i capi d’accusa (aggressione, sequestro
e omicidio) e poi hanno assistito all’esecuzione dei sei
prigionieri. Amnesty International si
oppone alla pena di morte in ogni circostanza. Portare bambini
ad assistere alle esecuzioni viola palesemente la Convenzione
sui diritti dell’infanzia, ratificata dalla Cina nel 1992,
laddove afferma che l’educazione dev’essere diretta
a “sviluppare il rispetto
per i diritti umani e le libertà fondamentali”.
La Cina giustizia un contrabbandiere di bambini
Pechino - 26 settembre 2004 - Il Beijing Times
riporta che Li Guoju, un contadino della provincia dello Henan,
è stato giustiziato con l'accusa di aver fatto parte di
una gang di contrabbandieri di bambini. Li, era stato catturato
dopo che 28 bambine erano state trovate in un bus nel 2003. La
polizia cinese teme che le dimensione di questo mercato siano
enormi: si crede che siano migliaia i bimbi venduti a coppie senza
figli, da parte di genitori soprattutto provenienti dalle zone
rurali più povere. Altre possono essere le destinazioni
di questi bimbi: il mercato della prostituzione, quello della
schiavitù, quello dei matrimoni organizzati.
I Risultati delle elezioni ad Hong Kong: vittoria
dei democratici
Hong Kong - 13 settembre - Secondo i primi
dati ufficiali l'opposizione democratica avrebbe ottenuto 23 o
24 seggi (in passato ne aveva 22) sui trenta disponibili. Il tasso
dell'affluenza è stato del 55,6% degli aventi diritto al
voto. Parrebbero però esserci state delle frodi, in quanto
il numero dei voti espressi è risultato maggiore di quello
dei votanti; ci sarà un riconteggio dei voti. I democratici
hanno espresso delusione per i risultati, aspettandosi invece
di ottenere 28 o 29 seggi.
Affluenza record per le elezioni ad Hong Kong
Hong Kong - 12 settembre - Alle ore 15:00 di
Hong Kong si sono aperti i seggi per eleggere i 60 seggi del Consiglio
legislativo della città. I candidati sono 162, di cui 90
per i 30 seggi a elezioni dirette, 72 per i 30 posti delle 28
corporazioni professionali. Si parla già di affluenza record:
qualcosa come 3,2 milioni di persone si sarebbero recate alle
urne, ma solo metà dei seggi saranno eletti dal voto polare;
il resto sarà deciso da commissioni speciali legate al
governo di Tung Chee-hwa. Da molti queste elezioni sono viste
quasi come una sorta di referendum per le aspirazioni democratiche
dell'isola.
Poliziotti e teppisti sopprimono una
manifestazione a Wanlin (Fujian)
Hong Kong - 3 settembre - La Human
Rights in China (HRIC) ha ricevuto una copia di una lettera
aperta sottoscritta da un gruppo di contadini del Fujian nella
quale si richiede l'intervento di Pechino in un caso in cui la
polizia, insieme ad un gruppo di delinquenti, ha duramente soppresso
una protesta in un villaggio.
La lettera dei contadini di Wanli, un piccolo villaggio vicino
alla città di Cangshan, dice che nella mattina del primo
agosto, un folto gruppo di poliziotti, accompagnato da gruppi
di individui recentemente rilasciati dai campi di rieducazione
attraverso il lavoro (RTL) e dai campi di Riforma
attraverso il lavoro (laogai), è arrivato
improvvisamente in una fabbrica dove dei dimostranti stavano protestando.
Dopo aver scavalcato i cancelli dello stabilimento, i poliziotti
e i gruppi di facinorosi hanno attaccato i manifestanti, ferendo
15 persone, quattro di loro seriamente. Secondo quanto riportato
dalla lettera, la maggior parte delle persone attacate erano donne;
le condizioni dei feriti sono peggiorate poiché non sono
riusciti a pagarsi le necessarie cure mediche.
I poliziotti, coordinati dall'ufficio dell'autorità
giudiziaria di Cangshan e comandati da Zheng Long, capo della
stazione di Pubblica Sicurezza locale, sarebbero stati un centinaio.
14 invece sarebbero gli uomini provenienti dai campi RTL e dai
campi laogai, sotto il comando di Zhao Zhenguang, un uomo rilasciato
lo scorso novembre.
Il conflitto tra gli abitanti di Wanli e la polizia è cominciato
per il controllo della fabbrica dove i manifestanti stazionavano.
Gli abitanti avevano raccolto i fondi necessari per edificare
il complesso con l'intenzione di affittarlo ad un uomo d'affari
di Taiwan. Il governo di Cangshan ha deciso di espropriare gli
abitanti del villaggio senza nessuna consultazione e senza nessun
compenso. Gli abitanti si sono sollevati contro le autorità
locali ed hanno inscenato una protesta, secondo la lettera, pacifica,
pretendendo che il governo locale chiarisse i termini dell'uso
dello stabilimento. A questo punto la polizia si è scagliata
contro i manifestanti inermi.
Dopo l'incidente del primo agosto, più
di 60 abitanti del villaggio si sono recati due volte all'Ufficio
di Pubblica Sicurezza (UPS) della Provincia del
Fujian per denunciare gli abusi subiti. Sebbene Chen Youcheng,
direttore del UPS, abbia ordinato un'inchiesta, ad oggi nessuna
azione è stata presa.
La lettera aperta richiama
l'attenzione del governo centrale e del governo della provincia
del Fujian al fine di istituire una commissione per accertare
i fatti del primo agosto e punire i responsabili dei soprusi.
Fonti del HRIC dicono che questo è solo l'ultimo di una
serie di azioni oppressive condotte contro gli abitanti del villaggio
ad opera della polizia locale.
Condanna
a morte per furto ad uno dei patrimoni storici dell'umanità
Pechino - 17 Agosto 2004 - Xinhua ha riportato che Li Haitao,
responsbile degli Otto Templi esterni del parco archeologico della
montagna di Chengde, poiché ha rubato 259 preziosi manufatti
appartenenti al luogo, ufficialmente dichiarato patrimonio dell'umanità
dal 1994, è stato condannato a morte. L'uomo tra il 1992
ed il 2002, periodo in cui era a capo del Dipartimento per la
conservazione dei reperti, avrebbe sostituito gli originali con
dei falsi. I suoi complici sono stati invece condannati a 2 o
5 anni di carcere con multe tra 10 mila e 100 mila yuan (tra 1.200
e 12 mila $). Della refurtiva sono stati recuperati solo un centinaio
di reperti, 152 erano già stati venduti, procurando a Li
Haitao più di 3,2 milioni di yuan (385.500 $), circa 72
mila $.
Squilibrio tra i sessi nelle nascite:
il governo interviene
Pechino - 17 Agosto 2004 - China Daily mette al corrente di un
nuovo stanziamento di incentivi alle famiglie delle campagne per
bloccare il numero crescente di aborti di neonate. Il governo,
inoltre, esonera le bambine dal pagamento delle tasse scolastiche
ed offre ai loro genitori un'assicurazione. Per le famiglie con
un'unica figlia femmina sono previsti anche aggevolazioni nell'ambito
della casa, del lavoro, dell' educazione e dei servizi sociali.
I cinesi, in special modo nelle zone rurali, per tradizione preferiscono
i figli maschi in quanto più atti a sostenere la famiglia,
ad aiutare i genitori anziani e a mantenere il nome. Il governo
per sradicare dai villaggi delle zone più povere questa
credenza ha fatto tapezzare i vicoli e le case dalle scritte :
"Le figlie sono brave quanto i figli". L'esigenza di
intervenire si è fatta più forte dalle stime per
le future generezioni, dove risulta che vi saranno dai 30 ai 40
milioni di scapoli causati dal numero in costantemente ribasso
di future donne.
L'attivista per i
diritti umani Du Daobin rimarrà in carcere
Pechino - 16 agosto 2004 - Du Daobin, arrestato nel 2003 e condannato
a 4 anni di carcere per aver messo on line articoli dove richiedeva
libertà in ambito politico, ha ricevuto un rifiuto per
la richiesta di un processo d'appello. In suo favore, al fine
di un proscioglimento della sentenza di condanna, avevano firmato
ed erano intervenuti in dibattiti più di un centinaio di
intellettuali cinesi.
Prima condanna in Cina per pornografia su web
Pechino - 15 agosto 2004 - La Televisione nazionale
cinese ha reso noto che nella provincia di Jiangsu, il tribunale
di Feng ha condannato a 4 anni di carcere una donna, poiché
proprietaria di un sito a pagamento dove venivano trasmessi spogliarelli.
I fruitori del sito erano 110 ed assistevano a 4 ore di spettacoli
notturni, procurando alla proprietaria del sito circa 1000 Euro
al mese. Fino ad ora sono stati chiusi 700 siti ed arrestate centinaia
di persone.
PORNOGRAFIA ONLINE: LA CINA DICE
NO!
Pechino - 11 agosto - Xinhua riferisce che
la Cina per combattere la pornografia nel web si è alleata
ai 2 più importanti motori di ricerca del paese, Baidu
e Google, con i quali ha messo sotto stretto controllo le parole
chiave utilizzate per la fruizione di siti porno. Baidu ha già
bloccato 40 mila parole chiave, così che circa mezzo milione
di pagine non possano essere visitate. Questa campagna, iniziata
verso la metà di luglio, ha portato solo nei primi 10 giorni
alla chiusura di 700 siti. Inoltre è stata erogata per
i navigatori on line una lista dei giochi Internet proibiti, approvata
e pubblicata dal ministero della Cultura ora è disponibile
anche sul sito ufficiale.
GAY VERSO LA LIBERTA'
Singapore - 10 Agosto - La notte del 7 agosto
è stata una delle più vitali di tutta l’Asia:
Singapore volge verso l’apertura e la liberalizzazione.
L’occasione è la quarta edizione di celebrazioni
del Festival di Gay e Lesbiche, dove artisti professionisti e
non, esibizionisti e gente comune hanno animato un corteo di 6000
persone in festa. Stuart Koe, gestore di Fridae.com, il più
importante sito omosex di Singapore, ha dichiarato che la metà
dei partecipanti all’evento proviene da ogni loco del globo
e nel corso degli anni il numero degli ospiti stranieri è
continuamente aumentato. In occasione dei tre giorni di celebrazioni,
Nation.04 ha organizzato una festa, a sfondo politico, "Fate
l'amore, non la guerra". In un Paese dove l’omosessualità
maschile può essere punita con oltre 2 anni di carcere
e dove solo dal gennaio di quest’anno si è deciso
di non considerare reato il sesso orale, unicamente quello tra
uomo e donna, e dove si è preso in considerazione di riesaminare
in futuro la legislatura che regolamenta il sesso, eventi simili
sono grandi conquiste verso la libertà.
Il governo cinese estende la
censura ai SMS
Pechino - 4 luglio 2004 - Ultimamente
sembra che una delle questioni che stanno più a cuore al
governo cinese sia quello di censurare il più possibile
il suo popolo. E' di questi giorni infatti la notizia che Pechino
ha stabilito nuove regole per permettere ai provider di telefonia
mobile di applicare filtri a messaggi, ufficialmente per circoscrivere
fenomeni come la pornografia o le frodi. Il sospetto però
è che il vero bersaglio di questa nuova politica siano,
come al solito, i dissidenti politici. Pechino negli ultimi mesi
ha messo il bavaglio a numerosi siti internet, a svariati blog
(siti che permettono di pubblicare pagine in maniera semplice
ed immediata sul web, senza avere il bisogno di un editor html),
ha fatto chiudere migliaia di internet caffè.
La censura degli sms avverrà tramite un software basato
su un algoritmo che individuerà parole chiave o gruppi
di parole chiave ritenute politicamente pericolose. La decisione
di arrivare a censurare gli sms è nata probabilmente dalla
necessità di avere maggiore controllo sul flusso delle
informazioni che spesso in passato hanno messo in imbarazzo la
leadership ciense. Difatti l'anno scorso il governo cercò
di nascondere l'esplosione della Sars, ma i milioni di sms spediti
in giro per il mondo difatto vanificarono questo tentativo di
occultamento.
Per ora questi nuovi regolamenti riguarderanno il primo provider
di telefonia, China Mobile Corporation, che controlla il 65% del
mercato interno, ma presto probabilmente saranno estesi anche
al restante 35%.
Distensione nei rapporti Hong
Kong - Pechino
Hong Kong - 14 giugno 2004 - Il
governo cinese avrebbe proposto ai suoi detrattori di Hong Kong
un dialogo per evitare ulteriori manifestazioni contro il potere
centrale. Sembrano così essere accolte le richieste dei
difensori dei diritti democratici per appianare le divergenze
con Pechino. Negli ultimi mesi la tensione era cresciuta a causa
dell'influenza che Pechino starebbe cercando di dare alla politica
dell'ex colonia, avendo rifiutato difatto tutte le richieste di
riforma proposte dagli attivisti democratici. Ma negli ultimi
giorni entrambe le fazioni parrebbero disposte a giungere ad un
compromesso in vista della manifestazione pro-democratica che
si terrà il 1 luglio. L'opinione comune ad entrambi gli
schieramenti sarebbe quella di mitigare la tensione al fine di
creare un ambiente idoneo al dialogo.
Rapporto
sulle manifestazioni in Cina
9
giugno 2004 - Secondo stime ufficiali, più di tre milioni
di persone hanno manifestato in Cina nell'ultimo anno. Il rapporto
descrive i dimostranti come più numerosi e meglio organizzati.
Causa prima delle agitazioni è la mancanza di fiducia nell'attuale
leadership dovuta alla ristrutturazione delle grandi imprese statali,
a problemi relativi alla sicurezza sociale e a dispute salariali.
Secondo il ministero della sicurezza pubblica cinese, quest'anno
in Cina vi sono stati oltre 58000 proteste che hanno coinvolto
tre milioni di persone, con una crescita rispetto all'anno precedente
del 15%. Analisti occidentali confermano la tendenza. La polizia
locale sta provando nuove strategie per arginare il fenomeno,
come ad esempio allargare concessioni economiche ai dimostranti,
ma, secondo alcuni questa politica potrebbe incoraggiare altre
manifestazioni, ritorcendosi difatto contro lo stesso governo.
Set di francobolli
patriottici ad Hong Kong
Hong Kong
- 9 giugno 2004 - BBC Asia riporta una notizia curiosa: il governo
di Hong Kong sta per pubblicare un set di francobolli dedicati
all' APL (l'armata popolare di liberazione) per
l'anniversario del ritorno dell'ex colonia britannica in seno
alla madre patria che cadrà il prossimo 1 luglio. I sei
francobolli raffigurano alti ufficiali nell'atto del saluto. Il
fatto naturalmente suona paradossale in quanto solo pochi giorni
fa è invece caduto un altro anniversario, quello del massacro
di piazza Tiananmen dove proprio l'APL si è macchiata dell'orrenda
morte di centinaia di studenti disarmati. Questi francobolli dovrebbero
avere il compito di instillare nell'animo dei cittadini di Hong
Kong sentimenti patriottici. Ma basteranno sei francobolli?
15
anni dopo il massacro di Tiananmen
Pechino
- 4 giugno 2004 - Esattamente 15 anni fa si consumava il massacro
di Tiananmen, una delle pagine più nere della recente storia
cinese, che ha visto coinvolti studenti scesi in piazza da tutte
le principali università della capitale, per celebrare
la memoria di Hu Yaobang (morto per attacco cardiaco il 15 aprile
del 1989) e per richiedere riforme e che invece, come unico risultato,
ottenero un'aspra repressione. Le manifestazione e i clamorosi
atti di protesta contro la leadership si intensificarono sin da
pochi giorni dopo la morte di Hu Yaobang. Dopo tutti questi anni
non è ancora ben chiara la consapevolezza del cittadino
medio cinese di questo evento. Spesso è totalmente ignaro
di quanto è accaduto, oppure ha il ricordo di uno sciopero,
o di una manifestazione di poche decine di agenti provocatori;
tutta questa confusione è dovuta grazie alla "vincente"
campagna di disnformazione promossa da Pechino attraverso tutti
i suoi media. In questi anni Pechino ha cercato di isolare i dissidenti
o chi aveva a che fare con loro, sfortunati testimoni dell'episodio.
Non si conosce neppure il numero delle persone imprigionate, forse
300 o 500, ma stime realisticamente attendibili sono impossibili
a causa della grande riservatezza con cui il governo ha agito.
Ma per quanto tempo ancora il potere centrale sarà in grado
di attuare politiche così liberticide?
La situazione politica interna sembra poggiare su un equilibrio
particolarmente instabile: le spinte secessioniste di Taiwan,
la crisi democratica ad Hong Kong, le recenti chiusure di migliaia
di internet point, i blocchi ai vari motori di ricerca, e le innumerevoli
altre violazioni dei diritti dei cittadini non fanno altro che
aumentare il dissenso e il disagio nei confronti del partito,
e stridono con il processo di liberalizzazione economica che la
Cina negli ultimi anni sta vivendo, proprio nel momento in cui
Pechino, per la prima volta menziona la tutela dei diritti umani
nella costituzione.
La Crisi
democratica ad Hong Kong
Hong Kong
- 28 aprile 2004 - Gran Bretagna e Stati Uniti criticano apertamente
la decisione di Pechino di non concedere elezioni democratiche
nell'ex colonia britannica. Il ministro degli esteri inglese Bill
Rammell afferma che vi è una errata interpretazione del
governo cinese della Basic Law del 1997, una
sorta di mini costituzione formulata proprio per garantire le
necessità democratiche dell'isola, che avrebbe dovuto portare
a libere elezioni nel 2007. Il console generale americano invece
accusa Pechino di voler limitare l'autonomia di Hong Kong. La
risposta di Pechino non si fa attendere ed avviene attraverso
il ministro degli esteri cinese Kong Quan. La sua tesi si basa
su tre punti:
1) Questo è un affare cinese, non sono tollerate ingerenze
esterne di altri paesi.
2) In realtà Hong Kong da quando è rientrata in
Cina nel 1997 ha potuto beneficiare di maggiori benefici democratici
rispetto alla permanenza sotto la corona britannica.
3) Questa decisione dimostra solo l'attitudine "paternalistica"
del governo centrale nei confronti dell'isola. Libere elezioni
porterebbero solo a instabilità sociale e politica.
Tutto ciò
però appare quantomeno in contrasto con quanto accade invece
in madrepatria, dove lo stesso presidente Hu Jintao lunedì,
durante una sessione dell'ufficio politico del PCC, ha richiesto
maggiore partecipazione popolare alla vita del paese, sottolinenando
la necessità di incrementare le garanzie democratiche.
Disordini
ai confini dell'impero
8 aprile
2004 - Alti funzionari cinesi sono arrivati ad Hong Kong
per discutere del futuro destino politico dell'ex colonia britannica.
La visita arriva un giorno dopo la risoluzione di una commissione
parlamentare cinese che ha stabilito che Pechino ha diritto di
veto sulla politica di Hong Kong secondo un'interpretazione della
costituzione di cui la città è dotata. Dal 2007,
secondo i dirigenti del partito comunista, Hong Kong potrà
cambiare le proprie leggi, dietro però il consenso di Pechino.
Le prime reazioni dei movimenti democratici affermano che l'autonomia
di Hong Kong potrebbe essere minacciata.
Nel caos rimane anche Taiwan, dopo le controverse
elezioni appena passate, che hanno visto la vittoria del Leader
democratico Chen Suibian, il Partito Nazionalista contesta l'esito
degli scrutini, e richiede un nuovo conteggio dei voti. C'è
chi dice che Lien Chan, leader dei nazionalisti, stia combattendo
non solo per ristabilire l'esito delle elezioni, ma anche per
mantenere la leadership nel partito ormai messa in discussione
dopo la seconda sconfitta consecutiva inflitta dai democratici,
dopo quella del 2000. Intanto le autorità religiose pregano
affinché la tensione si allenti.
Per la
prima Proprietà privata e tutela dei Diritti Umani nella
Costituzione cinese
Pechino
- 16 marzo 2004 - Quasi una rivoluzione, almeno sulla carta, l'inclusione
nella Costituzione cinese della proprietà privata. Difatto
la Cina aveva abbandonato il vecchio e fallimentare modello economico
già da ormai da 25 anni, teorizzando una economia socialista
di mercato e aprendo così la strada ad una progressiva
e talvolta selvaggia liberalizzazione. In ogni caso Pechino sembra
voler decisamente voltare le spalle ai vecchi fallimenti in tema
economico, gettandosi a testa bassa nella mischia del mercato
globale, anche talvolta col rischio di ammaccarsi le spalle. Ma
Pechino fa un passo oltre, e forse anche più significativo:
nella Costituzione, dall'altro ieri si fa accenno alla tutela
dei diritti umani, anche se non si parla propriamente di libertà
d'espressione. Due provvedimenti studiati sia per garantire maggiore
sicurezza agli investitori locali e stranieri, che da questo momento
possono godere della certezza di non essere espropriati dei loro
beni in Cina, sia per rabbonire le critiche volte a Pechino da
vari governi occidentali in tema di tutela dei diritti umani,
in un momento di incertezza politica, visto le difficili relazioni
tra Pechino e Taipei.
Uno dei più importanti
dissidenti cinesi, Wang Youcai, è stato rilasciato dalle
autorità di Pechino.
Pechino - 4 marzo 2004
- Wang, uno dei fondatori del Partito Democratico, fuorilegge
in Cina, nel 1998 era stato condannato a 11 anni di prigione.
Al momento si starebbe dirigendo a San Francisco, dove riceverà
cure mediche. Martedì aveva lasciato il carcere di Hangzhou,
nella provincia del Zhejiang.
Il trentasettenne Wang divenne famoso come uno dei leader studenteschi
coinvolti nei disordini del massacro di piazza Tiananmen, nel
1989. Laureatosi in fisica in un'università di Pechino,
è stato indicato come uno degli studenti più ricercati
dalle autorità cinesi, e fu incarcerato per aver preso
parte alle manifestazioni. Nel 98 fu nuovamente condannato per
aver fondato il partito democratico, uno dei primi tentativi di
formare un partito legale di vera opposizione. In Cina esistono
dei partiti alternativi a quello comunista, ma non possono essere
considerati di opposizione in quanto nei loro statuti dichiarono
di riconoscere come unico partito di governo possibile, quello
comunista. I dirigenti del neonato partito furono presto incarcerati
e accusati di voler sovvertire il potere statale, di propaganda
e di finanziamenti illeciti dall'estero.
Il rilascio del leader democratico, avviene all'indomani di un'altra
clamorosa sentenza che probabilmente anticiperà il rilascio
della donna d'affari uigura Rabiya Kadeer, altra detenuta politica.
La Cina in qualche
modo sembra essere stata scossa dal Rapporto del Dipartimento
di Stato americano di alcuni giorni fa che accusava la Cina di
violazione dei diritti umani. Il governo cinese ha risposto prima
con un contro-rapporto in cui rispediva al mittente le accuse,
accusando gli Stati Uniti di essere un paese guerrafondaio e sostanzialmente
violento (nel memorandum si citano sorprendentemente fonti come
Amnesty International e Human Rights Watch, in altre occasioni
bollate da Pechino come essere vittime di fonti manipolate) e
poi con l'esilio di Wang.
Due studenti chiedono ammenda alla televisione
di stato - come cambia l'attitudine verso l'autorità in
Cina
Shanghai - 21 gennaio 2004 - La BBC riporta
un'interessante notizia: due studenti hanno denunciato una televisione
locale per la messa in onda di un filmato dove si vedevano due
ragazzi che si baciavano su una panchina. La televisione, che
aveva provveduto anche ad occultare i volti dei due giovani, è
stata accusata di violazione della privacy dai due protagonisti
del video incriminato che, riconosciuti dai vestiti che indossavano,
in seguito sarebbero stati derisi dai compagni di università
. In Italia una notizia del genere non stupirebbe nessuno, ma
considerando la situazione attuale della Cina, la notizia assume
un altro valore, divenendo indice del cambiamento dei costumi
e dell'attitudine dei privati verso l'autorità.
Carter, Cina, democrazia !
Pechino 10 Settembre 2003 - “La democrazia
non mette in pericolo la stabilità né minaccia l'ordinamento
... i cambiamenti politici possano essere fatti, se desiderati
... un mantenimento di una ordinata e stabile società può
essere meglio perseguito, quando alle persone si dà il
diritto e la responsabilità di scegliere i propri leader
direttamente ... La democrazia non è una cosa pericolosa
...”, sono queste le parole dell'ex presidente americano,
Jimmy Carter, di fronte ad un centinaio di studenti e accademici
dell'Università di Pechino. La Cina, infatti, ha indetto
elezioni dirette a livello locale. Ciò è avvenuto
con l’introduzione del "sistema di responsabilità
familiare", il quale ha dato luogo a numerose riforme di
mercato. Ora, alcune regioni sperimentano elezioni dirette nelle
città.
Arrestato dissidente
7 agosto 2003 – Xian - Yan Jun, 30 anni,
insegnante di biologia a Xi’an, dissidente, reo di aver
pubblicato articoli scomodi in rete, dopo un breve periodo in
cui era riuscito a far perdeere le proprie tracce è stato
arrestato con l’accusa di voler sovvertire lo stato. L’uomo
poi è finito in ospedale dopo essere stato picchiato da
altri detenuti.
La situazione delle esecuzioni capitali secondo
NTC
Nella presentazione del rapporto 2003 di Nessuno
Tocchi Caino è stata fortunatamente confermata la tendenza
del calo delle esecuzioni della pena di morte nel mondo, passando
da 4700 nel 2001 a 4078 nel 2002. In aumento anche i paesi, nel
2002, 120, che hanno deciso di abolire questa pratica. Tra questi
ultimi purtroppo non c’é la Cina che anzi detiene
il triste record di esecuzioni: 3.138 (il 77% del totale). Il
rapporto si è tenuto in occasione della presentazione della
moratoria sulla pena di morte che sarà presentata alle
Nazioni Unite in autunno, e che sarà sostenuta da 89 paesi,
tra cui l’Italia.
L’Unione Europea, con una risoluzione dell’europarlamento
nel gennaio di quest’anno aveva chiesto a Usa, Iran, Cina,
Sudan, Arabia Saudita e altri di introdurre una moratoria nelle
esecuzioni al fine di percorrere la strada che va verso la completa
abolizione. Ancora nel marzo 2003 l’UE faceva pervenire
ai governanti cinesi le proprie preoccupazioni riguardo al problema
dei diritti civili in Tibet e nello Xing Jiang e invitava il governo
di Pechino a limitare l’uso della pena capitale e delle
torture, a riformare le modalità di detenzione, ad introdurre
libertà sindacale garantendo ai suoi cittadini libertà
di espressione e religiosa, ad evitare l’uso del terrore
per schiacciare il dissenso nello Xinjiang mediante la cosiddetta
campagna "Colpire Duro".
La Cina e Internet
2 luglio 2003 - L'organizzazione francese 'Reporters
sans Frontieres' denuncia la riduzione di spazi di libertà
in alcuni paesi come Cina, Tunisia, Maldive, Vietnam, dove l'uso
di questo mezzo di comunicazione (tra l'altro diffusissimo in
Cina) può portare persino al carcere. E' il caso ad esempio
di un webmaster cinese Huang Qi, il quale è già
stato in prigione tre anni in attesa del giudizio di una corte
di Chengdu nel Sichuan, condannato a cinque anni di carcere per
sovversione. In realtà l'unica sua colpa è stata
quella di pubblicare nel suo sito web alcuni articoli scritti
da dissidenti cinesi sul massacro di Tian An Men. RSF fa oltretutto
notare come questa condanna avvenga in un momento in cui l'attenzione
mondiale è incetrata sul problema della Sars, facendo passare
in secondo piano le ingiustizie del sistema giudiziario cinese.
Condannati due sindacalisti
Pechino - 29 giugno 2003 - E’ stato rigettato
dall’Alta corte del popolo della provincia del Liaoning
il ricorso in appello dei due sindacalisti Yao Fuxin e Xiao Yunliang
accusati di sovversione da una corte di primo grado che aveva
comminato ai due rispettivamente sette e quattro anni di detenzione.
I due avevano guidato una manifestazione di oltre 50000 operai
contro le autorità provinciali colpevoli di corruzione
e di mala gestione degli affari pubblici, rei di fatto della mancata
competitività della regione e responsabili della crescente
disoccupazione.
Sciopero della fame
Pechino - 3 giugno 2003 - Il giornalista del
Consumer Daily, Xu Wei, nonché uno dei quattro attivisti
cinesi in Internet, il quale era stato condannato lo scorso 28
maggio a dieci anni di reclusione, ha iniziato lo sciopero della
fame, dal giorno dell’arresto.
Internet libero porta in carcere
Pechino 29 maggio 2003 - Il geologo Jin Haike
di 27 anni ed il giornalista Xu Wei di 28, sono stati condannati
ieri a 10 anni di carcere, mentre l’ingegnere informatico
Yang Zili di 31 anni e lo scrittore freelance Zhang Honghai di
29, se ne sono presi otto ciascuno, il comune denominatore di
queste incarcerazioni è internet. Negli ultimi anni, ed
in questo periodo più che mai, la Cina ha incarcerato vari
scrittori che operavano via Internet per bloccare la dissidenza
che comunicano via web. La polizia informatica del governo chiude
i siti politicamente scorretti e filtra quelli stranieri. I quattro
sono stati accusati di aver messo in rete dei testi critici verso
il governo e di aver creato la “New Youth Society”,
un forum di discussione dedicato alle riforme democratiche e sociali.
Human Rights che ha studiato accuratamente il caso sostiene che
non vi sono prove che dimostrino l’intenzione dei quattro
uomini di voler effettivamente sabotare il governo. La sentenza,
che non è stata motivata dalla corte, è giunta solo
20 mesi dopo il loro arresto, che è stato effettuato al
termine di un'inchiesta, dove alcuni poliziotti si sono infiltrati
nel gruppo per un brevissimo periodo. Esprimere il proprio punto
di vista sembra essere diventato molto sconveniente e forse la
frase incriminata di un saggio del gruppo, pubblicato su Internet
dal titolo "La democrazia in Cina è una truffa",
sfortunatamente per l’autore si è rivelato veritiero
al massimo. La cosa più sconvolgente è che Xu ha
dichiarato alla corte di essere stato torturato dalla polizia
con scosse elettriche sui genitali. Lo stesso uomo sconvolto dalla
privazione totale dei suoi diritti umani di libero pensiero e
parola per protesta ha sbattuto la testa sulla scrivania del giudice
e poiché privo di sensi, è stato preso da sei agenti
che lo hanno portato via.
Internet può portare al carcere o peggio
all’ergastolo
28 maggio 2003 - Quello che accade nel world
wide web viene sempre più sorvegliato in Cina ed in Asia.
Aumentano i casi di siti oscurati, PC requisiti, webmaster costretti
a pagare multe salate e persone condannate al carcere perché
non hanno rispettato le severissime leggi che regolano la “censura”
in internet. "Reporters sans frontieres", impegnata
nel tentativo di riaffermare quelli che sono i diritti d’indipendenza,
segue accuratamente la faccenda e riporta un crescente numero
di abusi di potere nei confronti dei cyberdissidenti. Oltre alla
Cina ora i Paesi che impongono severissime punizioni, sono Tunisia,
dove è vietato pubblicare online vignette satiriche, Maldive
e Vietnam se si è sospettati di usare la posta elettronica
per sovvertire l’unità dello stato.
Giustiziati i due "fratelli del diavolo"
Pechino - 25 maggio - La Cina, che usa liberamente
la pena di morte più di ogni altro paese nel mondo, secondo
quanto riporta “Amnesty International” , due anni
fa aveva arrestato due fratelli chiamati "fratelli del diavolo",
poiché a capo di una banda che forzava donne alla prostituzione,
e proprio in questi giorni questi sono stati giustiziati. I fratelli
grazie alle loro attività illegali sono diventati milionari
nella città di Yiyang: il maggiore dei due, Luo Liangjun,
ha iniziato la sua carriera nel crimine forzando la sua fidanzata
ad entrare nel giro del commercio del sesso e dopo aver visto
i facili e veloci guadagni, dal Guangdong è ritornato nella
provincia di Hunan, dove ha convinto il fratello più giovane,
Luo Xianjun, a partecipare in questa riprovevole attività
. In seguito, i due hanno ingaggiato più di 30 giovani
disonesti per formare una gang che si occupava di prostituzione,
di furti e di rapimenti.
Carcere per i rivoltosi contro la quarantena
Pechino - 21 maggio 2003 - Sei persone, della
contea dello Xiong, nella provincia settentrionale di Hebei, sono
state condannate al carcere poiché hanno assaltato e saccheggiato,
il mese scorso, una struttura di quarantena, precisamente un albergo,adibita
a contenere sospetti contagiati da sars. Due hanno presentato
appello presso la corte intermedia popolare di Baoding, mentre
uno dei rivoltosi si è visto assegnare cinque anni di cella.
Controinformazione sul web punita
Pechino - 18 maggio 2003 - Condannato a 5 anni
per sovversione un dissidente cinese di 40 anni, il quale ha usato
Internet per esprimere le sue idee politiche e fare controinformazione.
Il suo sito riportava una lista di gente scomparsa dopo esser
caduta nelle mani della polizia e detenuta per opinioni politiche
o religiose.
Censura nei forum online
15 maggio 2003 - Reporters sans Frontiers,
organizzazione per la difesa della libertà di stampa, ha
annunciato che la polizia cinese ha messo in atto un sistema di
sorveglianza e di repressione detto "Lucchetto d'oro",
il quale ha mobilitato 3000 persone al fine di censurare informazioni
interdette per i siti cinesi. Infatti in Cina è illegale
e costa la galera mandare messaggi ironici sui dirigenti comunisti
nei forum di discussione di Internet. E' capitato a Liu Di, una
giovane di 22 anni, la quale è da sei mesi detenuta dalla
polizia di Pechino, che ha evitato di rendere pubblico l’accaduto.
Poiché sui siti cinesi è vietato inserire ogni forma
(e viene automaticamente censurata dal webmaster, che ha il mandato
di sorvegliare i siti) di messaggio politico con contenuto ironico
o polemico, l'organizzazione che ha dato il via all’inchiesta
ha scoperto che i 35 prigionieri, attualmente nelle carceri cinesi,
stavano discutendo sui siti Internet diretti o finanziati da aziende
occidentali.
Pena di morte ai diffusori del virus della
sars
Pechino - 15 maggio 2003 - La Corte Suprema
cinese ha stabilito che potrà essere condannato a morte
o all'ergastolo chiunque diffonda intenzionalmente il virus della
polmonite killer o rifiuti le misure di quarantena, poiché
chi diffonde la malattia mette in pericolo la sicurezza pubblica
e causa gravi danni personali o la morte di altri cittadini danneggiando
così la proprietà pubblica e privata. La Cina, dove
si sono già registrati 267 morti a causa della sars, ha
dato una rigida interpretazione delle sue leggi sulle malattie
infettive, poiché alcune persone sottoposte alla quarantena
stanno violando gli ordini e rifiutanno di dichiarare i propri
sintomi. L’associazioni a difesa dei diritti umani è
già pronta ad intervenire se tale legge venisse severamente
applicata, poiché la misura è troppo estrema e la
punizione esageratamente pesante rispetto alla colpa di un possibile
“colpevole” cittadino cinese accusato. Da Hong Kong
Frank Lu, un attivista dei diritti umani, ha dichiarato che questa
legge viola la convenzione internazionale sui diritti umani e
non è stata neppure approvata dal Congresso nazionale popolare
del Parlamento cinese.
Alla ricerca dei menzogneri: Cina controlla
gli sms, Usa i siti internet
Pechino - 13 maggio 2003 - E’ stato messo
a punto dalle autorità cinesi, lo scorso novembre al fine
di evitare eventuali attività anti-governative, un sistema
per rintracciare gli utenti, che inviano oltre cento sms in un'ora
sulle reti della “China Mobile” e “China Unicom”,
e che permette di leggere il messaggio entro quindici minuti dalla
sua spedizione. Ora si rivela ancora più utile poiché
le autorità della Cina stanno usando questo sistema per
trovare chi diffonde false voci via sms sulla sars, le quali procurano
solo panico ai cittadini cinesi. Sono state incarcerate dalla
polizia già dodici persone poiché hanno diffuso
notevoli dicerie sulla polmonite killer. Alcune delle più
strane voci dicono che il virus sia stato diffuso a Pechino per
imporre la “folle legge” di bere e fumare per prevenire
e curare la sars.
Anche gli USA stanno combattendo i ciarlatani, infatti contemporaneamente
hanno iniziato una campagna contro i siti internet che danno falsi
consigli sul trattamento da tenersi per prevenire o curare la
sars. Sono stati infatti trovati una cinquantina di siti che propongono
una vasta gamma di pseudo trattamenti per la prevenzione della
malattia: comprare da loro, purificatori d'aria, aerosol, salviette
disinfettanti, mascherine respiratotrie, guanti in lattice e anche
integratori alimentari "anti-sars". La commissione federale
del Commercio (FTC) e l'Amministrazione per il Controllo dei prodotti
alimentari e farmaceutici (FDA) hanno ingiunto a questi siti di
ritirare queste false informazioni minacciandoli di perseguirli
per vie giudiziarie. Appoggiati dal governo controlleranno se
questi siti inizieranno a cancellare ogni pubblicità menzognera.
Carcere per due sindacalisti
Pechino - 10 maggio 2003 - Mentre circa 120
funzionari statali sono stati rimossi dai loro incarichi con l'accusa
di aver affrontato negligentemente l'emergenza causata dall'epidemia,
Yao Fuxin e Xiao Yunliang, due sindacalisti cinesi, sono stati
condannati rispettivamente a sette e quattro anni di carcerarie,
poiché hanno guidato lo scorso anno una protesta di migliaia
di lavoratori licenziati dalla fabbriche di stato a Liaoyang.
In gennaio, nel corso del processo durato un giorno solo, sono
stati riconosciuti colpevoli di sovversione.
Imponente manifestazione studentesca
9 gennaio 2003 - Anhui, una provincia nella
Cina orientale, è stata protagonista di una delle più
grandi manifestazioni studentesche mai organizzate in Cina dai
tempi del 1989 quando compatti marciarono a Tienanmen, vi hanno
partecipato circa 10.000 studenti universitari. La protesta si
e' svolta pacificamente, non erano legate alla dimostrazione nussun
tipo di motivazione politiche, infatti non ci sono stati arresti
e il giorno dopo gli studenti sono tornati come ogni giorno alle
loro lezioni nelle aule universitarie. La morte di tre studenti
come loro, travolti sulle strisce pedonali da un camion che non
si era fermato al semaforo rosso è stato il motivo scatenante
della contestazione,hanno marciato dalle mura esterne della citta'
universitaria fino alla sede del governo locale, bloccando per
diverse ore le strade del centro, nel tentativo di far sentire
la loro richiesta al governo di fare di piu' per migliorare la
sicurezza stradale attorno all'universita'.
Varata legge sulla proprietà privata
Pechino - 3 gennaio 2003 - Il governo cinese
sta lavorando ad un disegno di legge sulla protezione della proprietà
privata, sulla protezione statale sui depositi personali, sugli
investimenti e sui profitti generati da tali investimenti. Gu
Angran, direttore della Legal Affairs Commission of the NPC Standing
Committee, ha commentato la notizia affermando che la legge è
un ulteriore passo verso la completa estensione della protezione
statale sulla proprietà privata. La formulazione di tale
legge è decisiva per il successo della campagna di modernizzazione
lanciata da Pechino. Lo scopo finale sarebbe quello di proteggere
e consolidare gli interessi materiali dei lavoratori e delle imprese,
aumentando di riflesso l' entusiasmo della gente ed incentivare
difatto gli sforzi verso lo sviluppo economico. Questa legge è
stata anche pensata per rassicurare gli investitori stranieri,
spesso dubbiosi di un regime dove non viene tutelata la proprietà
privata. Wang Jiafu, altro portavoce della Commissione, ha aggiunto
che i diritti sulla proprietà sono un importante parte
dei diritti umani, e che la legge servirà per accelerare
il processo di riforme sui diritti umani, settore da sempre nel
mirino di associazioni come Amnesty International.
Contestazioni ad Honk
Kong
3 ottobre 2002 - Le autorità giudiziare
di Hong Kong stanno considerando la possibilità di dare
forti pene ai dimostranti che hanno bruciato una bandiera della
Cina durante l'anniversario della fondazione della Repubblica
Popolare Cinese. Alcuni dimostranti del gruppo democratico 5 Aprile
hanno urlato slogan contro Pechino, auspicando la caduta del regime
comunista. Le indagini della polizia intanto vanno avanti per
chiarire i dettagli dell'accaduto. I dimostranti incriminati rischiano
una multa di 4,000 dollari di HK, e fino a tre anni di detenzione.
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