Data / Ora
Date(s) - 25/10/2017
6:00 pm - 9:30 pm
Luogo
Laboratorio Formentini per l’Editoria
Indirizzo Via Formentini 10
Città Milano
Nazione
Categorie
Si è tenuto questo pomeriggio, al Polo di Mediazione Interculturale e Comunicazione, il primo degli incontri con il poliedrico Feng Tang.
Alessandra Lavagnino, direttore dell’Istituto Confucio e docente di lingua e cultura cinese, ha introdotto l’autore sottolineando l’importanza di incontri come questo per la valorizzazione dell’eccellenza della cultura cinese.
Feng Tang, nato a inizio anni Settanta, non è solo questo. Dopo aver conseguito una laurea in medicina e aver svolto la professione di medico per qualche anno, ha deciso di frequentare un Master in Business Administration, ottenendo una laurea anche in economia. Ma a diciotto anni iniziava già a scrivere romanzi. “Non ho iniziato a scrivere per insegnare qualcosa alla gente – ha affermato l’autore – ma per trasmettere il mio punto di vista, le mie esperienze, uno sguardo diverso sul mondo. Scrivere è un modo per comunicare.
Quando scrivo, mi piace scrivere qualcosa che ho vissuto davvero, qualcosa che sono in grado di comprendere. Personalmente, è iniziato come un passatempo, e poi è diventato qualcosa di serio e importante”. Personaggio, dunque, poliedrico, ha lavorato per qualche tempo anche come consulente della società Mc Kinsey & Co., dove si è trovato a dover sopportare un carico di pressioni notevole. “In quel contesto – ha continuato Feng Tang – la letteratura ha avuto il ruolo di smorzare la tensione a cui ero sottoposto nel risolvere i problemi dei miei clienti. Questo è un altro dei motivi che mi hanno spinto e continuare a scrivere.”
Feng Tang ha poi raccontato che ruolo ha la traduzione nella sua vita. “Tradurre è un lavoro davvero molto difficile. Come opere importanti ho tradotto solo Tagore. Quando mi trovavo per qualche mese in America ho iniziato a tradurre qualche poesia e ho subito capito quanto complesso fosse il lavoro del traduttore. La traduzione ha la capacità di veicolare modi di pensare diversi, ed è complessa perché ci si scontra con paesi che hanno lingue e culture diverse.”
Ed è proprio in veste di traduttore che mercoledì 25 ottobre Feng Tang dialogherà sul grande poeta indiano Tagore con Alessandra Lavagnino, docente di lingua e cultura cinese, e Donatella Dolcini, docente di lingua hindi e cultura indiana. L’autore si soffermerà sull’importanza letteraria di Tagore e sulla sua contestata traduzione dell’opera “Stray Birds”, accusata dagli intellettuali indiani e cinesi di essere troppo volgare e lontana dall’originale. Nel corso dell’incontro, inoltre, verranno recitate alcune poesie di Tagore in italiano e in cinese.
L’incontro, organizzato dall’Istituto Confucio dell’Università degli studi di Milano, si terrà alle 18:00 al Laboratorio Formentini per l’Editoria (Via Formentini 10, Milano).
Ingresso libero.