Data / Ora
Date(s) - 25/05/2018
10:30 am - 12:00 pm
Luogo
Across Chinese Cities Forum
Indirizzo Ca’ Tron Santa Croce 1957
Città Venezia
Nazione
Categorie
Stefano Boeri Architetti presenta in occasione della Biennale di Venezia Slow Food Frespace: il progetto-pilota per il primo Slow Village che verrà costruito in Cina in collaborazione con Slow Food Movement.
A parlarne saranno Stefano Boeri e Carlo Petrini, i fondatori delle due realtà, il 25 maggio a Ca’ Tron durante l’evento “Across Chinese Cities – The Community”.
Partendo dalla grande visione di Slow Food China – favorire un’economia agricola che valorizzi le culture e i prodotti locali – Stefano Boeri Architetti ha progettato per ogni villaggio (o insieme di villaggi vicini) interessato dal programma Slow Village, una scuola, una biblioteca e un piccolo museo. Tre epicentri culturali capaci di costituire i nodi di una infrastruttura diffusa che possa permettere a milioni di agricoltori cinesi di investire sul futuro dei loro territori rurali invece di abbandonarli per trasferirsi nelle periferie metropolitane. Offrendo migliori condizioni culturali, economiche, architettoniche e ambientali a una galassia pulviscolare di comunità locali, il programma Slow Food Frespace punta infatti a contrastare con forza l’emigrazione sempre crescente negli ultimi anni verso le grandi città cinesi, e la conseguente omologazione delle specificità culturali legate alla ricchezza del territorio.
Tempi e spazi della presentazione di Slow Food Frespace, a Venezia il 25 maggio 2018, non sono certo casuali. Da un lato il progetto viene infatti illustrato per la prima volta al pubblico nell’ambito di “Across Chinese Cities – The Community”, iniziativa programmatica che punta a esplorare forme di progettazione legate allo sviluppo di nuovi sistemi di appartenenza sociale, economica e spaziale. Dall’altro lato, e in senso ancora più vasto, il programma messo in campo da Stefano Boeri Architetti può essere ricondotto concettualmente al tema della Biennale di Architettura di Venezia (la cui inaugurazione è prevista proprio per i giorni 24 e 25 maggio), e battezzato appunto “Freespace” dalle curatrici Yvonne Farrel e Shelly McNamara.
Con tale definizione, le fondatrici dello studio irlandese Grafton Architects hanno inteso individuare uno spazio democratico, non programmato e libero per gli usi, capace di enfatizzare i doni della natura – la luce del sole e della luna, l’aria, la gravità, i materiali – e di offrire a tutti una generosità aggiuntiva e inaspettata in ogni suo aspetto. Un’architettura, in altri termini, dotata di una vita propria, capace di dar corpo ai desideri anche più inespressi e di costruire ponti di senso, linguaggio ed emozione, provvedendo al benessere e alla dignità di ogni cittadino. Una grande rivoluzione per il “pianeta fragile”, che può anche partire da un piccolo villaggio nella campagna cinese.