Unire Culture Attraverso il Design: Intervista con Yang Liu

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Una conversazione con Yang Liu, la mente che fonde arte e design in una miscela unica ed equilibrata.

Yang Liu è una designer pluripremiata che lavora a Berlino. Dopo la laurea all’Università delle Arti di Berlino ha iniziato la sua professione nel campo del design lavorando a Singapore, in seguito a Londra, e New York. Ha fondato il suo studio di design nel 2004, che gestisce ancora oggi. Lavora nella creazione di concept e sviluppo di sistemi di logo, identità aziendali, design delle informazioni, design di mostre, design di sistemi di orientamento, design interculturale, visualizzazione di contenuti, supporti stampati e design di libri per istituzioni e aziende di tutto il mondo sono tra i suoi campi di lavoro. Ha insegnato in numerose università in Germania ed all’estero, oltre a tenere workshop e conferenze a convegni internazionali. Nel 2010 è stata nominata professore alla BTK University of Applied Sciences di Berlino. Le sue opere hanno vinto numerosi premi in concorsi internazionali e si trovano in musei e collezioni di tutto il mondo. Molti formatori interculturali e programmi linguistici hanno incluso le sue opere d’arte di design nelle loro lezioni o corsi di formazione aziendale perché aiutano le persone ad avvicinarsi alle culture degli altri, ridere di se stesse e comprendere ed essere più tolleranti nei confronti degli altri. Yang Liu attinge dalle proprie esperienze e osservazioni per creare immagini che comunicano sempre messaggi incisivi e umoristici operando nell’intersezione tra arte e design.

Questa intervista è apparsa originariamente su Planet China Vol. 17
Sito ufficiale

©YangLiuDesign GDI SocialDivision1
©YangLiuDesign GDI SocialDivision1

Perché hai scelto come carriera professionale quella di graphic design? Cosa ti piace di più di questa professione? Cosa significa per te essere una grafica?

Probabilmente la mia scelta di design della comunicazione è piuttosto dovuta al fatto che volevo andare all’università il prima possibile. Ho iniziato a fare domanda per un posto universitario quando avevo 14 anni, e sono stata accettata all’età di 16 anni. Il campo nel design della comunicazione era un settore, che per lo più non aveva vincoli di età per la domanda. E per me era molto importante avere una professione, per poter avere la massima libertà sul luogo e sull’orario di lavoro. Questa scelta è stata sicuramente influenzata anche dalla mia famiglia. Mia madre è stata una delle prime stiliste di moda in Cina negli anni ‘80, che ha presentato la sua sfilata di moda, una delle prime in quel momento. Mio padre è uno scienziato ed ha registrato molti brevetti nella sua vita ed anche le sue idee e capacità di problem solving, davvero uniche, mi hanno molto affascinato. Tutte quelle circostanze insieme mi hanno fatto scegliere il design della comunicazione, dove posso combinare i miei interessi visivi e di risoluzione dei problemi ed in più, in questa professione, vi è la flessibilità per lavorare a livello globale.

Chi ti ha influenzato sia personalmente che professionalmente? Quali sono le tue fonti di ispirazione?

Come accennato in precedenza, la mia educazione è stata una delle maggiori influenze, anche il mio successivo mentore Holger Matthies, che è un cartellonista. Sia la sua visione del design che lui come persona mi hanno influenzato. Naturalmente anche i miei successivi mentori di lavoro Tom Geismer e Ivan Chermayeff, con cui ho lavorato a New York, mi hanno influenzato in molti modi. E di sicuro l’influenza più importante è stata quella legata a tutte le mie esperienze di vita in paesi diversi che mi hanno reso la persona che sono oggi. Successivamente ho esteso i miei viaggi in modo più intenso. La capacità di apprezzare costumi e culture diverse è una parte molto importante delle mie creazioni ed anche della mia vita. L’altra mia fonte di ispirazione sono diversi generi d’arte, come belle arti, musica, teatro, arti dello spettacolo, ecc.

La serie di libri di pittogrammi di Yang Liu Meet è un progetto personale sulle differenze nella vita in vari aspetti e contesti. In tutti i suoi libri, riporta dalla propria prospettiva nuova in modo genuino e divertente molteplici piccole e grandi variazioni della vita. La sua serie di libri di pittogrammi è iniziata con il titolo popolare a livello internazionale che è diventato virale “L’Oriente incontra l’Occidente”, che tratta le differenze tra la cultura cinese e quella occidentale. La serie prosegue con i titoli “L’uomo incontra la donna”, “Oggi incontra ieri”, “Il grande incontra il piccolo” e “L’Europa incontra gli USA”. Sono un’esplorazione visiva delle discrepanze di interazione in continua evoluzione tra il modo in cui le persone si vedono, sono percepite dagli altri, comunicano e lavorano. I libri hanno un design grafico semplice e accessibile e sono uno strumento stimolante per intraprendere dibattiti e conversazioni.

Come sono cambiati i campi del design rispetto ai tuoi inizi? Quali erano le sfide di allora e quali sono quelle di oggi? Cosa significa essere una graphic designer in Germania?

La professione è cambiata molto nel corso dei decenni. Quando ho iniziato a studiare graphic design, ero appena passata al design della comunicazione. Oggi la professione è cambiata a causa dei molteplici canali di comunicazione diventando molto più complessa in termini di comprensione della forma, della frequenza e dei canali di comunicazione. C’è anche una grande differenza sulla posizione in Germania, è molto diverso essere a Berlino o in altre città. Posso solo riferire delle mie esperienze di lavoro a Berlino. Ho sperimentato qui un panorama del design molto diversificato e ci sono meno pressioni commerciali sui designer, quindi più libertà e tempo nella creatività e anche nella ricerca del design, da cui personalmente traggo molto beneficio. In città come New York e Londra, dove ho lavorato e vissuto prima, ho potuto vivere una rete creativa più attiva. Ovviamente a Berlino ci sono molti eventi e raduni legati al design, forse solo leggermente meno intensificati. Quindi la libertà a Berlino ti dà la possibilità di fare progetti, che altrove sono meno possibili.

Come bilanci le tue intuizioni e le tue idee con le richieste dei clienti mantenendo la tua personalità creativa?

Il cliente in realtà ha richieste ed idee molto precise, se non si sente compreso o percepisce la mancanza di fiducia è solitamente il segno di conflitti tra progettisti e clienti. Raramente mi sono imbattuta in queste situazioni, poiché dedico molto tempo nel dialogare e decidere con i clienti dal principio, prima ancora di iniziare a lavorare. Voglio sempre ascoltare attentamente le loro preoccupazioni ed assicurarsi di aver capito tutto e di lavorare per risolvere i loro problemi. Se la comunicazione ha funzionato bene dall’inizio, i clienti di solito raramente forniscono ulteriori richieste sul progetto finito. Nel design stesso, di solito, ottengo la piena libertà di realizzare nell’ambito della ricerca delle soluzioni visive per le esigenze dei clienti. Una volta che i clienti hanno la sensazione che lavori per lo stesso obiettivo, lavori in condizioni completamente diverse. Vedo la fiducia come una base molto importante tra clienti e designer in ogni tipo di progetto. Finora ho avuto un’ottima esperienza con i clienti in questo contesto.

©YangLiuDesign FranfurtBookFairChina
©YangLiuDesign Franfurt Book Fair China

Al di là di quelle che possono essere le esigenze e le richieste di un cliente, qual è il processo creativo che ti porta alla scelta di una specifica palette di colori?

Quando parlo con i clienti, non penso mai esclusivamente alla forma o ai colori come un argomento separato, piuttosto penso a quale forma e colore potrebbero essere di supporto per raggiungere il miglior risultato nella risoluzione dei problemi. In questo contesto, una scelta di colore non viene mai fatta a causa di desideri personali o simpatie o antipatie personali, tutte le scelte sono fatte per supportare il processo di risoluzione delle richieste. A volte, poiché i campi di lavoro dei clienti sono diversi, è necessario fare una lunga ricerca per comprendere la natura della materia e le sue necessità. La domanda è sempre, perché scelgo questo o quel colore, deve avere una ragione, che supporti il contenuto. Finora i clienti hanno sempre potuto seguire le scelte di colore che sono state fatte seguendo questo protocollo.

Quale dei tuoi lavori senti più vicino alla tua percezione grafica?

In realtà la maggior parte dei miei lavori forse anche tutti seguono pienamente il mio concetto grafico. Prendo molto sul serio ogni progetto, indipendentemente dalla sua forma o dimensione, per me è molto importante dare il 200% in ogni progetto, non voglio lasciare nessun lavoro alle spalle, prima di iniziarne altri. Ovviamente ci possono essere uno o due progetti nella mia vita, di cui non sono soddisfatta al 100%, ma queste sono piuttosto delle eccezioni. Ricordo ancora la prima volta che ho visto la serie di immagini del tuo progetto “East meets West”. Come riesci a sintetizzare il messaggio mantenendo le sfumature? Il progetto East Meets West si basa su esperienze personali, dopo che mi sono trasferita dalla Cina alla Germania, il libro stesso è stato creato a New York come una sorta di riassunto. Vedo i pittogrammi come il mio linguaggio di comunicazione, sono vocaboli per me che mi permettono di comunicare le mie esperienze o il mio punto di vista. Come qualcuno che si è spostato spesso, incontri di continuo situazioni di problemi di comunicazione, spero che i pittogrammi possano superare questo problema e possano supportare le mie comunicazioni o aiutare gli altri attraverso i miei libri. Dopo “East meets West”, ci sono stati altri quattro libri successivi pubblicati seguendo questa serie.

La grafica oggigiorno gioca un ruolo molto importante nella comunicazione. Come è cambiato l’approccio al design nell’era dei Social Media? Pensi che le differenze culturali tra Oriente e Occidente siano ancora le stesse o siano cambiate da quando hai realizzato questo progetto?

Il design della comunicazione è cambiato molto dai social media. Un cambiamento molto importante è la partecipazione del pubblico all’interazione all’interno di un’idea o di una campagna. Un punto che non è cambiato è che le idee insolite sono ancora necessarie anche nell’era dei social media. Naturalmente molte cose che sono legate alle abitudini quotidiane o ai media sono cambiate. Ma i valori e le comprensioni profondamente radicati nella cultura non sono cambiati nemmeno dopo tanti anni. Anche questo in realtà mi ha affascinato, quanto siano profondi quei valori culturali in ognuno di noi.

One for All © Yang Liu
One for All © Yang Liu

Il tema della Giornata internazionale della donna 2023 è “DigitALL: innovazione e tecnologia per l’uguaglianza di genere” Come vedi il ruolo delle Intelligenze Artificiali nel design grafico?

Nel mio libro “Man meets Woman”, che è stato il seguito di “East meets West”, molti dettagli quotidiani sull’argomento dell’uguaglianza di genere sono stati presentati in molte pagine. L’innovazione e la tecnologia come supporto all’uguaglianza di genere è una grande prospettiva. L’intelligenza artificiale è un’area molto interessante e può essere un grande supporto per creare maggiore uguaglianza in molti campi. Ho fatto 3 workshop con i miei studenti su questo argomento. Per quanto riguarda la progettazione grafica professionale, molte parti tecniche della nostra professione saranno sicuramente sostituite dall’intelligenza artificiale in futuro. Io lo vedo in realtà come un grande vantaggio. In quanto i designer in futuro, potrebbero avere più tempo per raccogliere esperienze importanti per l’ideazione e condividere le loro esperienze, immaginazioni e prospettive uniche attraverso i loro linguaggi visivi, che possono quindi, con il supporto dell’intelligenza artificiale, essere completati e comunicati ad un pubblico più ampio.

Foto e Graphic Design cortesemente concessi da Yang Liu

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