Identità Femminile e Natura Umana: l’Esplorazione Artistica di Xiang Jing

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Xiang Jing cattura e plasma la sua indagine sull’interiorità della natura umana

Xiang Jing è una scultrice, diplomata presso il Dipartimento di Scultura dell’Accademia Centrale Cinese di Belle Arti (CAFA) di Pechino. I suoi lavori di laurea hanno vinto il primo premio al “Graduation Show of Central Academy of Fine Arts 1995” e ha vinto anche l’Okamatsu Family Fund. Queste sculture sono state raccolte dalla scuola per la loro bellezza e l’interesse che mostravano. Ha insegnato alla Shanghai Normal University dal 1997 al 2009. È tornata nella sua città natale, Pechino, nel 2009. La pratica lavorativa di Xiang Jing è orientata nell’affrontare i problemi. All’interno della cornice del linguaggio scultoreo realista gradualmente emarginato, Xiang Jing ha realizzato esperimenti contemporanei idiosincratici ed influenti. Xiang Jing, nel suo lavoro, si prende cura della verità esistenziale della vita attraverso la sua continua indagine sull’”interiorità” della natura umana. Il linguaggio artistico di Xiang si nutre dell’influenza della struttura della letteratura, e passa dalle narrazioni al figurativo astratto che incarna metafore sulla crisi dell’umanità come risultato della contemporaneità. Di conseguenza, ha compiuto ulteriori progressi nel percorso della scultura realista. La sua opera d’arte appare spesso in discorsi su “contemporaneità vs. medium tradizionale”, “l’identità femminile e la natura umana universale”, “osservare ed essere osservati”, “desiderio interiore”, “arte figurativa verso l’astrazione”, ecc. Xiang Jing ha tenuto mostre personali presso numerose istituzioni e strutture e le sue opere sono esposte anche in svariati musei in paesi di tutto il mondo. Ora lavora e vive a Pechino.

Questa intervista è apparsa originariamente su Planet China Vol 17, Marzo 2023
Sito Ufficiale | Instagram

Qual è il motivo principale che ti ha motivato ed ispirata ad avvicinarti all’arte? Cosa rappresenta per te l’arte? Chi ti ha influenzato e qual è la tua filosofia artistica?

Sembra che io sia nata per essere una creatrice, poiché ho mostrato un chiaro amore per l’arte fin dalla giovane età. Negli anni ‘80 quando la mentalità era aperta, sono stata ammessa alla migliore scuola superiore d’arte della Cina, la Scuola di Belle Arti Affiliata all’Accademia Centrale di Belle Arti di Cina. Successivamente mi sono diplomata in scultura all’Accademia Centrale di Belle Arti e, alla vigilia, ho creato il mio primo lotto di opere e presentato la mia prima mostra, intraprendendo così la strada dell’arte. L’arte in quanto mezzo, per me è come uno sbocco che mi permette di esprimere meglio i miei pensieri interiori. L’arte è sempre stata per me una forma di espressione ideale. Dico spesso che creare è dare forma alla coscienza. A volte, sento che l’arte crea un altro mondo proprio per me, un’altra dimensione parallela al mondo reale, dove posso trovare un modo per descrivere le cose ed un certo grado di ordine nel caos della realtà. Molte volte, i libri e la musica mi hanno influenzato più dell’arte. Sebbene i miei lavori siano molto realistici, non sono particolarmente interessata a replicare il mondo reale. Non credo in un mondo oggettivo, poiché tutto nasce dalla percezione soggettiva e dall’esplorazione dell’essenza dell’esistenza. L’arte può creare una prospettiva che cerca di non seguire i cliché mondani, l’arte presenta invece i fatti della nostra esistenza, non importa quanto crudele o debole possa essere la vita, nella sua forma corretta. Sono un po’ esistenzialista.

Quanto ci hai messo ad imparare? Cosa ti affascina di più delle varie fasi del processo di realizzazione delle sculture? Quali sensazioni hai provato quando hai terminato la tua prima creazione?

Il processo di scultura prevede un numero particolarmente elevato di passaggi, quindi il processo è tormentato. Quello che probabilmente mi attrae di più è che la scultura è un’entità tridimensionale, e spesso spero di creare una scala tra le persone e gli “umani”, perché “Attraverso gli occhi di nessuno tranne che i miei” (questo è anche il titolo di una delle mie mostre), abbiamo bisogno di stare personalmente di fronte all’opera per sperimentare e riconoscere quel “sé” proiettato. Non ricordo il contesto in cui ho completato il mio primo lavoro, ma durante la creazione del primo lotto di sculture, ho avuto la sensazione di “liberarmi dal mio corpo” – quindi in effetti, per molto tempo, ho avuto la sensazione che il corpo è un contenitore e non il vero sé. C’è stato un periodo di creazione anch’esso basato su questa prospettiva della “dicotomia tra spirito e carne” e, naturalmente, “il corpo” alla fine è diventato il mio tema.

Come scultrice hai un rapporto diretto con la materia. Puoi parlarci del tuo legame con i materiali? Quanto è importante il senso del tatto?

Sono una persona sensibile ai problemi, non ai materiali ahah. Non sono una scultrice nel senso tradizionale del percepire ed esprimere con le mani ed il tatto. Sono sempre stata interessata ai problemi metafisici, ma la forma tridimensionale della scultura può esprimere in modo più vivido il rapporto tra l’individuo ed il mondo esterno, quindi ho ancora bisogno di fare affidamento sulla “materia” per lavorare e strutturare i miei temi. La tattilità, in una maniera più importante, credo ci permetta di confrontarci con il “solido” e comprendere la forma della nostra esistenza e le problematiche che ciò comporta. Abbiamo bisogno di “corpo” per esistere, “materiale”, “linguaggio”, “mezzo” per esprimere, ma per molto tempo queste non sono state le mie proposte, ma dei “veicoli”.

Quali erano le idee dietro le tue prime opere d’arte? Cosa speravi che gli spettatori provassero o pensassero? Hai ancora gli stessi desideri quando crei nuove opere artistiche?

I miei primi lavori riguardavano la crescita ed il riconoscimento dell’identità. Speravo che gli spettatori potessero trovare le loro proiezioni in esse. Senza arte, probabilmente non sarei stata in grado di crescere bene o vedere la mia crescita così chiaramente. Ora, probabilmente non ho più bisogno di affrontare questi problemi in questo modo.

C’è qualche tua opera d’arte a cui sei particolarmente legata? Puoi condividere con noi la sua storia?

Nessuna opera d’arte è completamente estranea al suo creatore, giusto? Tuttavia, non sono mai stata molto interessata a fare quel tipo di affermazioni di tipo autobiografico, in cui il sé è solo rivelato o nascosto all’interno del lavoro. Tuttavia, tutte le informazioni si riferiscono probabilmente all’artista che crea. Ad esempio, spesso mi viene chiesto perché creo sempre figure femminili. Anche se non mi propongo intenzionalmente di farlo, non è forse perché, in quanto donna, sono più sensibile alle questioni femminili? L’uso di figure femminili per esprimere e strutturare questioni legate all’umanità sembra più accurato, sfumato e capace di trasmettere quella complessità. Inoltre, a volte rispondo ostinatamente che, non avendo modelli per la scultura, non posso creare figure maschili vivide, ma con le donne le possibilità sono infinite.

Puoi dirci come vedi la situazione attuale delle donne nel campo dell’arte in Cina? Quanto è cambiato dai tuoi inizi? Quali sono le difficoltà e le opportunità? Il genere conta ancora? I cambiamenti nell’arte rappresentano anche i cambiamenti per i diritti delle donne nella società?

Questa è una domanda che mi viene posta di più quando partecipo ai forum femminili, ma per me è anche molto difficile da spiegare. In un certo senso, rispetto a molti altri paesi asiatici, le donne cinesi hanno molte opportunità. Tuttavia, la cultura cinese è profondamente radicata in una società patriarcale e con stereotipi e pregiudizi nei confronti delle donne che possono essere visti ovunque. Quando ero a scuola e avevo appena iniziato nel settore artistico, le donne erano una rarità e la sensazione che “le donne fossero scelte” appariva costantemente al di fuori del lavoro creativo. Certo, questo ha creato anche molte opportunità, come la sorpresa generata dal forte contrasto tra me ed il mio lavoro, che mi ha fatto guadagnare il rispetto dei miei coetanei, ma è stato un processo difficile. Appartengo ad una generazione che ha beneficiato dei dividendi dei tempi, e durante un periodo relativamente aperto della cultura cinese, sono stata favorita dal destino. La Cina di oggi ha subito enormi cambiamenti rispetto al passato e la mia vita sembra un giro sulle montagne russe. Anche l’arte ha subito grandi cambiamenti con le drammatiche variazioni dei tempi. In Cina, le questioni di genere non sono mai state il problema più urgente da risolvere, ed è spesso invischiato in molte questioni complesse. Le questioni di genere non sono mai state un problema isolato. Nelle scuole d’arte, le studentesse sono passate dall’essere una rarità a costituire ora la maggioranza, e nell’industria artistica la percentuale di donne è chiaramente in aumento. Le forme di sopravvivenza e la creatività dei giovani artisti stanno diventando più diversificate, il che è sicuramente un progresso. Le questioni di genere sono ancora importanti perché quei pregiudizi e discriminazioni esistono ancora ed il problema è diventato ancora più complesso. Tuttavia, la maggior parte di coloro che detengono il potere sono ancora uomini e le persone possono ancora discutere apertamente e sminuire l’aspetto di una donna. Dal punto di vista sociale, la visione dello status sociale delle donne non sta progredendo e c’è persino una crescente richiesta di incoraggiare le donne a tornare a casa. Le cause alla base di questi problemi sono davvero molto complesse ed è difficile da spiegare semplicemente. Posso solo dire che la mia educazione in Cina è stata un po’ unica, ed avevo bisogno di uscire dalla conoscenza dei libri e vedere di più la realtà sociale estremamente complessa, così come i problemi molto crudeli che sono evidenti al suo interno.

La maggior parte delle tue sculture raffigura donne. Hai usato il tuo “sguardo femminile” per evidenziare i corpi femminili. Quali sono state le reazioni del pubblico quando hai iniziato a realizzare sculture di nudo? Come è cambiato negli anni il rapporto tra corpo e nudità?

La narrativa femminile è, a mio avviso, un modo importante per raggiungere un mondo più diversificato. Sono disposta a offrire una cosiddetta prospettiva “femminile” – se una cosa del genere esiste davvero. Quando una donna guarda il corpo di un’altra donna, si tratta più di cura e proiezione e spero che il mio lavoro possa raggiungere questo tipo di “sguardo”, senza i giudizi di valore di un mondo patriarcale, e lasciare che “loro” appaiano “diversi” . Non sono sicura di esserci riuscita, ma quando le spettatrici mi dicono che sono profondamente commosse dal mio lavoro, mi sento molto felice. Ci sono state anche occasioni in cui uno spettatore maschio ha visto uno dei miei lavori giganteschi di corpi femminili ed ha sbottato: “Xiang Jing, perché sei così volgare adesso!” Ha usato quella parola, e sono rimasta sorpresa, non ero sicura di dove fosse la volgarità. Penso che il lavoro riveli una certa onestà e qualcosa che gli spettatori maschi potrebbero non aver mai sperimentato prima, scioccando quindi lo “sguardo” degli uomini.

Nel corso degli anni vi è stato un focus sul body shaming e sull’effetto che ha sulle persone. Le donne, ma anche alcuni uomini, sono state giudicati e criticati fin dall’antichità per il loro aspetto fisico. Le tue sculture femminili mostrano che la bellezza ha forme diverse. Cosa puoi dirci a riguardo e sulla pressione sociale esercitata sulle donne per entrare in uno stereotipo? Dal tuo punto di vista, la situazione è lentamente cambiata o c’è ancora molto da fare?

Come ho detto in precedenza la pressione sociale è costante, ma conservo la convinzione che non ci si fidi pienamente delle donne per quanto riguarda il loro senso di responsabilità sociale. Ciò crea opportunità per le donne di essere ignorate e trascurate, il che potrebbe essere necessario per la sopravvivenza. Tuttavia, è una decisione complessa sfidare i valori e le norme della società da una prospettiva femminile, anche quando si è consapevoli di ciò che si sta facendo. Ciò è particolarmente vero nella cultura cinese, dove la questione non è semplice.

L’arte contribuisce a superare le differenze culturali. Nell’era dei social media, quali vantaggi o limiti? Pensi che le differenze culturali mondiali si siano livellate? Le nuove generazioni superano i pregiudizi? Le regole sociali si scontrano ancora con gli ideali?

Posso solo vedere che per molto tempo, soprattutto dall’inizio dell’epidemia, ho visto unicamente il mondo sprofondare nel caos. Il consenso sta diventando sempre più difficile da raggiungere e le differenze si fanno più acutizzando. Il bellissimo slogan “One World, One Dream” sembra molto irrealistico. Naturalmente, i cambiamenti che hanno portato a questo sono iniziati con l’era di Internet. Piuttosto che abbattere le barriere, la tecnologia ha permesso agli algoritmi di intrappolare gli individui in una “camera di echi” di informazioni, creando un “mondo guscio”. Forse dovremmo fermarci un po’ in questo mondo differenziato, e forse questa è anche una buona occasione per risolvere parte del problema. Non sono un tecno-ottimista, né penso che essere più giovani rappresenti automaticamente novità e progresso. Tutto quello che posso dire è che dobbiamo affrontare un mondo in continua evoluzione e conflitto. Certe regole sono solo una bella fantasia, molto fragili nella realtà. Non credo che l’arte oggi possa necessariamente superare le differenze culturali, ma potrebbe produrre più orfani culturali e vagabondi. Se l’arte può ancora esprimere il dolore, le difficoltà, l’ingiustizia e l’innocenza dell’umanità ordinaria in questo mondo di differenze e consumismo, e parlare il linguaggio della propria cultura, delle proprie storie, allora è già una cosa molto “ideale”.

Foto cortesemente concesse da Xiang Jing
Un ringraziamento speciale a Dong

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