Suyi Xu: All that is Solid Melts into Air, Recensione

L’ultima esposizione della Fou Gallery (24 settembre -18 dicembre 2022) a New York ha presentato al pubblico della metropoli le opere d’arte della pittrice contemporanea di Brooklyn Suyi Xu.

L’artista possiede una spiccata dote armonizzate, che la porta a fondere nei suoi dipinti un ragionato eclettismo ed una personale coerenza, che le ha permesso di comunicare epoche e mode differenti senza mai perdere il suo tocco soggettivo. Nelle sue pitture sono evidenti radici visive che attingono dal passato,vi sono chiari riferimenti ed ispirazione agli stili di autori come Rembrandt Harmenszoon Van Rijn, Johannes Vermeer,Édouard Manet edEdward Hopper, nonché riferimenti espliciti ad opere di Jean Fouquet, George Minne e Bruno Dayan.

Nei dipinti di Suyi Xu, esposti nella sua prima mostra personale, si é evidenzita un’attenzione puntuale ed intensa a cogliere il dato visibile e non cercare di creare idealizzazione o trasfigurazione del reale. La sua pittura ha un’aderenza intima alla realtà che interpreta, senza imporre la sua visione, dal momento che le sue energie creative sono propense a svelare l’eterno che si adatta: dipinge la luce in modo realistico ma la dirige dove vuole, su particolari o dettagli.

Echo He, la curatrice dell’evento, gallerista, scrittrice, nonché fondatrice dello spazio espositivo Fou Gallery ed del concetto alla base di un metodo alternativo per la fruizione dell’arte, ci spiega che l’artista traendo ispirazione da differenti fonti, opere del passato, letteratura, film, fino alle passerelle di moda contemporane, crea dei ponti temporali tra il suo immaginario per porre la sua attenzione sulla meditazione sui campi di colori, analizzando spazio, luce, tempo nelle differenti coordinate, muovendosi tra i temi di crisi spirituale dell’esistenza contemporanea, elementi simbolici idiosincratici rappresentati qui ed ora nel proprio essere. Quindi deduciamo che nelle sue opere d’arte, seppur descrittive e realistiche, sono fondamentali anche i contenuti di monito morale. La pittrice non condanna i costumi, e non esige esami di coscenza, da coloro che non rispettano l’imperscrutabilità della volontà divina, l’autrice si mette in posizione di mediazione ed espone un’analisi non giudicante dei nostri tempi.

La pittrice osserva la natura della luce e dell’ombra ed affida ai contrasti di colore il ruolo di indagare e modellare ogni cosa, sottolineando con questi il dramma della realtà. La luce è simbolo della chiarezza, dell’evidenza, il suo impiego dinamico, coglie la realtà di una situazione. La sua tavolozza di colori rappresenta stati umani in ogni loro forma, sia fisica che mentale attraverso un brillante contrasto di luci ed ombre in grado di esaltare la tensione della scena. Nelle sue opere gli trati di colori rievocano l’accumularsi nel tempo, nel suo stato di momento transitorio, ma permanente.

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Suyi Xu: All that is Solid Melts into Air installation view, photo by Zhou Xi ©Suyi Xu, Courtesy of Fou Gallery

L’architettura ha una presenza corporea nelle pitture di Suyi Xu, un chiaro esempio si vede nei suoi studi di luce della scalinata Daru del Louvre che ricorre anche nelle opere “Bella Donna” e “The Unwinged Surrender of Kneeling Youth”. La scala Daru è una delle sei grandi scalinate costruite durante il Secondo Impero, nel XIX secolo, dall’architetto Hector Lefuel. L’imperatore Napoleone III, per dare più spazio alle sale espositive del Louvre, ordinò la costruzione di una nuova scala, in grado di fungere l’accesso a tre livelli in quattro diverse direzioni. La Vittoria di Samotracia (190 a.C) fu installata sul pianerottolo che risulta il luogo ideale per una magnifica messa in scena, in questo modo scultura antica ed architettura moderna rafforzano le connessioni comunicative dell’arte. Nelle pitture di Suyi Xu, la scelta di mettere in scena al posto della Nike diverse opere, si sposa con le motivazioni della creazione della scala Daru: “accesso a differenti livelli in differenti direzioni”. Nell’opera “Bella Donna” nonostante l’artista non raffiguri la celebre statua ellenica vi sono le ombre del suo fantasma, di cui possiamo percepirne la presenza, riecheggiata anche dagli angeli serafini e cherubini ritratti alle spalle della “Madonna con bambino” di Jean Fouquet, che portano alla mente le ali della statua mancante. L’artista in questa opera sposta il punto focale della scena mettendo l’osservatore nella posizione di ricalibrare e rielaborare il proprio punto di vista. Riorganizza gli ambienti e le scene, sceglie di realizzare una pittura che pensa e fa pensare, che pone quesiti su come si siano modificati ruoli, spazi, riflettori che iluminano determinate realtà invece di altre. Domande sull’evoluzione ed il cambiamento di valori, su cosa sia importante ed in primo piano, su dove gli occhi pongano l’attenzione.

Nella pittura “The Unwinged Surrender of Kneeling Youth”, la Nike viene sostituita da una statua di una figura sofferente, “Kneeling Youth” ovvero la Gioventù in ginocchio del modernista belga George Minne. La sostituzione viene motivata dal fatto che l’artista crede che quando una figura appare nei dipinti, porta sempre con sé tutto il peso narrativo e quindi anche delle risposte, questo provoca una limitazione dell’immaginazione. Decide quindi di mettere un soggetto che abbracci lo spazio e che trasmetta la sensazione visiva dei granelli di polvere che danzano filtrati dall’aria e dai raggi di luce. La sua scelta di cromie e colori evoca un senso di calore umano che bilancia la plasticità corporea della statua di George Minne, la quale è l’esatto contraio della fierezza che rappresenta la Vittaria Alata. Nell’opera riscontriamo un senso di smarrimento che anela alla protezione, a cui Siyi Xu offre un abbraccio di luce. La statua evidenzia conflitti spirituali interiori, nonostante si trovi in un posto simbolo di massima esposizione, il piedistallo per eccellenza di uno dei musei più famosi del mondo. Non si assiste ad un trionfo o ad una celebrazione di gloria o potere, al contrario si partecipa ad un momento di fragilità. Considerando l’attenzione dell’autrice nel porre un dialogo, attraverso le sue opere, tra passato e contemporaneità, non si può non pensare all’odierno rapporto che hanno molte persone, specialmente i più giovani con i social, dove l’esaltazione sotto i riflettori spesso si trasforma in un isolamento di sofferenza, in cui si simula realizzazione, successo e vittoria, ma vi é una fuga dalla realtà e da se stessi. L’occhio che attentamente osserva scorge nell’opera un senso di autochiusura non solo fisica ma anche psicologica. I temi dell’autoassorbimento, interiorità ed isolamento psicofisico vengono messi in scena al massimo dell’espressione del proprio essere con mezzi espliciti, semplici ed empatici.

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Suyi Xu: All that is Solid Melts into Air installation view, photo by Zhou Xi ©Suyi Xu, Courtesy of Fou Gallery

Questa riflessione si palesa anche prendendo in considerazione che l’artista trae ispirazione e fa riferimento per le sue pitture dallo scritto “The Agony of Eros”del filosofo tedesco di origine coreana Byung-Chul Han, sulla minaccia nei confronti dell’amore e del desiderio nella società odierna. Han testimonia la profanazione dell’amore, nella società contemporanea: l’amore degradato diventa merce. La pittrice scrive in merito “Sin dalla mia prima età adulta, ho sperimentato un desiderio di consapevolezza rigorosa e profonda, una riverenza per qualcosa a cui puoi dare in sacrificio la tua vita.” Le anime degli inividui quindi si trovano a vivere in uno spazio tra l’inspirazione e l’espirazione ed il suo lavoro artistico cerca di comprendere e spera, di far luce sul narcisimo contemporaneo della società.

Le protagoniste femminili nei suoi dipinti sono emotivamente sole, sulla soglia tra desiderio e disperazione, piacere e punizione, ai confini tra la luce ed oscurità, tra la santità ed il peccato. Inserisce i suoi soggetti in cornici architettoniche che hanno sacralità. Le protagoniste sono incastonate come le gemme di un anello, le pietre preziose dei gioielli sacri del tabernacolo. Usa l’architettura per costruire moderne raffinate teche o eleganti scrigni dove la sfarzosità fa risuonare l’individualismo e narcisismo odierno, ma dove le protagoniste femminili vivono un destino sospeso. Nell’opera d’arte “Fidelio” il ritratto surreale, ribadisce la sofferenza. Partendo dalla immagine della passerella “Vive La Bagatelle” (1997) di Vivienne Westwood opera un percorso meditativo sull’immagine ed il corpo della donna nell’ambito del fashion, collegando i punti focali della feticizzazione della bellezza e di quello che ne risulta nell’ambito del potere e dalla sua assenza. Decide di rafforzare il suo tracciato creativo infondendo nel titolo dell’opera pittorica ulteriore enfasi: Fidelio. Chi sceglie la moda spesso percorre un tragitto come quello del credente, fedele, qualcuno che forse non accetta razionalemente e volontariamente il suo destino. La fiducia nei brands, per alcuni individui, risulta incondizionata, senza se, senza ma, senza dubbi. La bellezza richiede sacrifici, economici, fisici, strutturali ed alcune volte implica anche sottomissione di varia natura, infatti come ci spiega Echo He, Suyi Xu sceglie questo titolo anche ispirandosi all’ultimo film di Stanley Kubrick, “Eyes Wide Shut”(1999) dove Fidelio é la password per accedere ad un mondo elitario, segreto e vizioso.

Ritroviamo devozione anche in “A Woman Under the Influence” che riprende l’immagine di Balenciaga 1998 realizzata da Bruno Daya. L’artista ha sentito un improvviso bisogno di realizzare una scena che si relaziona e proporziona al suo corpo, alla sua carne, dove la tavolozza dei colori fa nascere una collaborazione tra lei e la luce, in cui sono espressi i suoi desideri pieni di nuovi respiri. La protagonista viene inserita in uno spazio meditativo, dove vige un’atmosfera cerimoniale che ricorda una donna durante la fase rituale dell’ eucarestia, con assenza di ostia. L’immagine ricca di tensione e contraddizione pone quesiti sul fatto se si assista ad imposizione, costrizione, o a qualcosa di desiderato e voluto dal momento che il volto di donna sembra abbandonato al piacere. L’attimo non offre certezze interpretative.

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Suyi Xu: All that is Solid Melts into Air installation view, photo by Zhou Xi ©Suyi Xu, Courtesy of Fou Gallery

Il templio simbolico, semplice ed elegante che rievoca il Metropolitan Museum, viene scelto da Suyi Xu come perfetta monumentale cattedrale. I suoi luoghi non solo spirituali, mentali o virtuali, sono spazi reali fatti di mattoni di pietra con trame simili alla carne e le fine sfumature di colori caldi e/o profondi, le luci polverose e tenui, creano un equilibrio in bilico dove si adora l’arte in una lenta meditazione nel tempo, composta da immagini precise e potenti.

Queste cornici dove l’artista fissa le sue riflessioni e le plasma in creazioni, ci riportano alla mente l’atto dell’individuo che crea o scegliere le storie a cui credere o con cui decorare la propria mente, il proprio templio. Ogni epoca crea un simbolismo a seconda delle sue necessità e Suyi Xu ricorda il passato, diagnostica il presente e cerca di comprendere il futuro. Decide di unire e svelare la natura intrinseca che si trova sotto la superficie della quotidianità. Viviamo in un epoca in cui ovunque poniamo lo sguardo vi sono cuori, frasi d’amore, libri che raccontano storie d’amore, serie tv, film e canzoni, ma le persone non sono mai state così affamate d’amore, al punto tale da non sentirsi mai sazie in una sorta di bulimia emotiva. Nessuno pensa che sia necessario imparare ad amore, dal momento che molti pensano di dover meritarsi a priori di essere amati. La capacità di amare non viene messa in discussione. L’amore si manifesta solo se vi é scambio “Do ut Des” la reciprocità avviene proprio nello scambio consapevole e volontario, ma se lo scambio non avviene in maniere eque e giuste, la bilancia non si trova in una simmetria.

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Suyi Xu Studio in Brooklyn, August 2022. ©Suyi Xu, Photograph by Xi Zhou, courtesy of Fou Gallery

Nell’architettura che dipinge Suyi Xu, vi é la ricerca di una bilanciamento per mantenere l’equilibrio. Amare non è semplice, comporta sacrifici, gestire equilibri tra luci ed ombre, tra passato e presente, senza trascurare i possibili cambiamenti del futuro. Lo scorrere del tempo porta a porre quesiti sui problemi di oggi e se possano essere giudicati con le leggi ed i termini di giudizio del passato. Siamo sicuri che le scelte di ora, domani verranno viste come giuste, umane, razionali? Morale, etica e valori potrebbero non essere simili a quello che conosciamo, il futuro risulta ignoto, questo genera insicurezza che porta gli individui a scergliersi una fede. La fede può essere qualsiasi cosa: religione, sport, natura, scienza, razionalità …

Ogni individuo ha una sua fede che è unica e personale, ovvero propria, che non sarà mai uguale a quella di un altro individuo, nonostante possa frequentare gli stessi ambienti (chiesa, centro sportivo museo, montagna …) e possa compiere gli stessi rituali con altri (pregare, esercitare un’attività atletica …) per ogniuno sarà sempre esclusivamente sua, privata ed irripetibile per gli altri. L’artista porta sulla tela la sua mente ed esperienza, accosta spazi reali e immaginari, permette ai fruitori della sua arte di avvicinarsi a lei, dipingendo realisticamente permette che le sue fantasie e desideri possono essere visti e sentiti in modo tangibile.

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Suyi Xu: All that is Solid Melts into Air installation view, photo by Zhou Xi ©Suyi Xu, Courtesy of Fou Gallery

Come ci illustra Echo He, la pittrice basandosi sul libro”The Painter of Modern Life” del poeta francese Charles Pierre Baudelaire, vuole trasmettere nelle sue opere anche un messaggio invariabilità e circonstanziabilità: Nulla è reale e tutto cambia e, soprattutto, nulla è naturale.

Suyi Xu ha sempre avuto un forte interesse nel dipingere mani, che ricorrono in molte delle sue opere. In“Through A Glass Darkly” raffigura un cinema vuoto del centro di New York dove il grande schermo mostra una comune scena di mani di pendolari di un vagone della metropolitana che si trovano in intima vicinanza ma evitano accuratamente di toccarsi. L’artista dipinge attraverso il pensiero interiore e lascia che i colori parlino, la loro scelta e luci infondono alienazione. Riflette sulle contingenze del tempo in cui è grande il senso di solitudine, ma allo stesso tempo vi è mancanza di spazio personale. Il cinema è un ambiente perfetto per ribadire il concetto di condivisione ed alienazione, alla fine ognuno è da solo dentro di se assorto nei suoi pensieri, nonostante tutti siano partecipi nello stesso momento allo stesso rituale.

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Suyi Xu: All that is Solid Melts into Air installation view, photo by Zhou Xi ©Suyi Xu, Courtesy of Fou Gallery

Nelle sue opere ricorre una struttura di narrazione pittorica che racconta di qualcosa che rimanda a qualcos’altro che riguarda la stessa cosa o qualcosa di complementare: una “narrazione dentro la narrazione. Le sue opere d’arte portano gli spettatori in un algoritmo ricorsivo, ovvero l’iterazione di ambienti simili in cui ogni ripetizione o similitudine è punto di partenza per quella successiva. Le ripetizioni rievocano i cicli e loop di vita, dove vi sono elementi di vulnerabilità umanità e universalità. Crea nuove prospettive ed energia unendo realtà disgiunte in spazi, architetture e interni che negano il tempo. Anche i titoli delle sue opere hanno questa funzione, creano una precisa identità e sono echi che ribadiscono e portano chi si accosta alle sue pitture ad avere uno sguardo più persistente e cogliere la serie di riferimenti visivi.

Questa struttura ritorna anche in “Vermeer’s Hand”, dove il titolo si riferisce all’opera di Johannes Vermeer ma anche all’esperienza personale della pittrice quando dal vivo ha fruito dell’opera“Mistress and Maid” alla Frick Collection. La scelta dei colori e l’accostamento dei toni sono attentamente dosati dall’artista in relazione all’impatto psicologico sull’osservatore; gli studi di modulazioni della luce creano effetti di “fuori fuoco” nei contorni spesso sfumati da un tratto di colore intermedio rispetto al fondo. Suyi Xu è affascinata da come le cose appaiono nell’oscurità, dove le forme sono delineate da linee tenui e le forme suggerite dai colori. Porta la luce del sole nei toni scuri, con grande attenzione ai dettagli e nella creazione di giochi di luce: crea zone di ombra e penombra in contrasto con quelle pienamente illuminate. La ricerca luministica è ottenuta mediante un impasto denso e corposo del colore ed una stesura sulla tela libera, ma disciplinata, dove i toni scuri conferiscono maggiore luminosità facendo risaltare con grande forza, per contrasto, i colori, attraerso pennellate eleganti e drammatiche. Proprio come Johannes Vermeer, a cui si ispira, traccia linee delicate, sfuma i colori per ammorbidire il confine tra le forme. L’opera viene toccata, accarezzata e spazzolata con strati di colori per consentire alle forme di accumularsi nel tempo ed ai colori di emergere da sotto. L’occhioè l’organo che riceve la luce, per questo si crea un senso di immediatezza fisica, grazie ai sottili effetti di luce che fanno appello alla l’esperienza visiva. In aggiunta l’opera porta alla meditazioni sullo spazio, sugli interni e sull’architettura che si trasformano nei campi di colore, carichi del desiderio dell’autrice di intimità con il dipinto, proprio come avviene tra le mani, le cui identità sono nascoste.

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Suyi Xu: All that is Solid Melts into Air installation view, photo by Zhou Xi ©Suyi Xu, Courtesy of Fou Gallery

Anche nell’opera da cui trae il nome la mostra d’esordio di Suyi Xu, “All that is Solid Melts into Air” ritroviamo mani, un soggetto sempre carico di significato per l’artista. Questa volta però si tratta di una mano priva di identità, non ha genere e neppure razza. Il titolo deriva da una frase del Manifesto del partito comunista di Karl Marx. Il testo originale recita: “Tutto ciò che è solido si dissolve nell’aria, tutto ciò che è santo è profanato, e l’uomo è finalmente costretto ad affrontare con sensi sobri le sue reali condizioni di vita e le sue relazioni con i suoi simili”. Suyi Xu è rimasta incuriosita dal modo in cui Linda Nochlin nel suo saggiosposta la citazione dal suo contesto originale per esporre le sue riflessioni. L’artista ci spiega quindi“Mi sono resa conto in seguito che gran parte del mio processo artistico inizia anche con il togliere le cose dal contesto, incorporandole con nuovi significati e unendo realtà disgiunte.” Le mani sembrano giunte, in preghiera, come quando qualcuno le intreccia per trattenere un rosario non sono mani di carne e sangue, ma di una sostanza trasparentee lucida, l’artista decide quasta volta di creare una nuova alchimia staccata dalla fisicità, ma rimane un senso di fragilità.

e delicatezza. Anche in questo caso le sue scelte pittoriche generano contrasti che suscitano momenti di riflessione, invitano a fermarsi e riconsiderare il significato di quello che si vede, rimodulare le idee, sentimenti ed emozioni.

Photo courtesy of Fou Gallery
Art: © Suyi Xu
Photographer: Zhou Xi

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