Intervista con la Violinista, Pianista & Soprano Maki Hsieh

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Maki Mae è una violinista di formazione classica, pianista concertista, che canta in 14 lingue ed i cui premiati brani in concorso l’hanno portata in tournée in America, Asia ed Europa.

Maki Hsieh è pianista, violinista e soprano. Sorprendentemente, Maki è nata quasi sorda e vive in gran parte in un mondo di vibrazioni. È cinese, giapponese, coreana-americana ed è cresciuta a Tokyo e Taipei. Ha ricevuto una formazione classica al Peabody Conservatory e ha fuso la sua prodigiosa abilità artistica di violinista e cantante che sfida i generi con fluenti abilità multilinguistiche e un’estensione di tre ottave, Maki Hsieh esplora anche i ritmi elettronici per creare un paesaggio sonoro davvero distintivo e indimenticabile. Maki è una forza creativa multiforme, che eccelle per la sua straordinaria voce ed estensione. Il suo stile che combina violino e voce è pieno di potenza dinamica e qualità esplosive. Con il suo meraviglioso spirito ed il suo talento straordinario, crea un’energia molto speciale. Maki è stata responsabile delle comunicazioni per due Presidenti Disney ed Al Gore ed è membro della Recording Academy e del Forbes Council, è stata direttrice esecutiva dell’Arcadia Performing Arts Foundation ed è stata CEO di Pinnacle Group. È rientrata sulla scena musicale nel 2013 con il suo singolo di debutto Kyoto; un pezzo dub-step prodotto dal DJ statunitense Skrillex che ha mescolato violino elettrico e voce soprano con ritmi pulsanti. Maki Hsieh ha un talento appassionato nel trascendere per il pubblico i confini di tutti i generi, in tutto il mondo e con questo spirito ha portato i suoi classici senza tempo in tournée con l’obiettivo di aiutare anche nelle iniziative di welfare. Ha cantato l’inno nazionale nelle principali arene sportive, ha cantato ad un film del Festival di Cannes, si è esibita ad America’s Got Talent della NBC ed è apparsa in importanti eventi televisivi. Ha recitato in spettacoli straordinari anche per dignitari tra cui la regina Fabiola della famiglia reale belga. Maki Hsieh dona parte del ricavato dei suoi concerti a beneficio di enti di come UNICEF e Special Olympics World Games, è stata Donna dell’anno 2019 secondo il Senato della California per il suo lavoro come ambasciatrice culturale che consolida e rafforza la trasformazione della comunità e per il suo lavoro filantropico. Nello stesso anno, è diventata la prima amministratrice delegata della Robert Chinn Foundation e ha supervisionato tutti gli aspetti delle operazioni della fondazione e del supporto della comunità ed ha diretto il programma Asian Hall of Fame. Nel 2020, Maki ha donato i profitti di un concerto organizzato per aumentare la consapevolezza del Covid-19 e sostenere i sopravvissuti ai crimini ispirati dall’odio, attraverso l’Asian Hall of Fame e GoFundMe per la sua campagna Stop Asian Hate. Con la sua visione dell’arte percepita come un catalizzatore per unire e trasformare, ha ispirato l’Asian Hall of Fame e la Robert Chinn Foundation a finanziare l’album di beneficenza Seasonal Songbook, un’opera estremamente compiuta che rappresenta i pezzi più richiesti di Maki Mae e le iconiche collaborazioni con i leggendari artisti e produttori di Los Angeles tra cui Robby Krieger, Ed Roth, Toshi Yanagi, l’ingegnere di Ringo Starr Bruce Sugar, il bassista 7 volte vincitore di Grammy e 3 volte Emmy Kevin Brandon (Aretha Franklin, Justin Timberlake), il percussionista Leo Costa (Sergio Mendes , Herb Alpert), il batterista Rock Deadrick (Ziggy Marley), l’ingegnere dei Wu Tang-Clan Michael Riach e l’ingegnere Steve Valenzuela (Kelly Clarkson, Rod Stewart). L’intenso e personale Seasonal Songbook di Maki Mae abbraccia 200 anni di storia della musica dall’originale “Ave Maria” tedesca alla contemporanea “Hallelujah”. Il 100% delle vendite di album supporta l’Asian Hall of Fame Digital Media & Arts Equity Initiative. Il suo successo ha ispirato un secondo album Walk On By in uscita nel 2022.

Official site | Asian Hall of Fame | Robert Chinn Foundation | Instagram | Youtube

Sei un violinista di formazione classica, pianista da concerto, soprano in 13 lingue. Cosa ti ha spinto ad intraprendere una carriera nella musica? Hai sempre voluto essere un musicista ed una cantante?

Non ho mai avuto alcuna intenzione di intraprendere una carriera nella musica. E il motivo è perché per me è sempre stato un porto sicuro ed un diario privato. Sono nata con un cordone ombelicale avvolto intorno al collo, quindi ero quasi già morta. Quando sono nata ero blu, non respiravo. Mi hanno aiutato a respirare. Pochi mesi dopo, sono quasi davvero morta nuovamente. Ancora una volta, ho avuto una morte in culla, ed ero blu, non respiravo, e mia madre mi ha svegliato. A causa di queste complicazioni. Sono nata per lo più sorda. Non riuscivo a capire le lingue molto bene. In effetti, ho parlato la mia lingua dopo un paio d’anni. Gli insegnanti dissero a mia madre, che dovevo essere una bambina con dei bisogni “speciali” e che avevo un pessimo carattere. E che dovevo avere una specie di disturbo da deficit di attenzione e che lei avrebbe dovuto mandarmi in una scuola speciale. Ma invece di farlo, mia madre mi iscrisse a lezioni di piano in modo che potessi entrare in contatto con il mondo in qualche modo, lei non sapeva che era il mio udito a farmi comportare in quel modo.

“È un privilegio collaborare con dei visionari con la nostra visione reciproca per amplificare i risultati degli asiatici e promuovere l’influenza interculturale negli Stati Uniti e nel mondo”. – Maki Hsieh

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Maki Mae ha eseguito al pianoforte Pathetique di Beethoven all’età di 10 anni ed ha debuttato alla National Taiwan Recital Hall con il concerto per violino di Mendelssohn

Quanti anni avevi quando hai iniziato a suonare? Quali sono i tuoi ricordi più belli della formazione per diventare una musicista? Quali sono state le influenze più importanti sulla tua vita e carriera musicale?

Ho iniziato a prendere lezioni di piano quando avevo quattro anni, ero molto cattiva con i miei insegnanti, li picchiavo, li facevo piangere. Tutto questo è durato alcuni anni fino a quando un giorno, quando avevo circa sette anni, mi sono resa conto che la vibrazione che stavo sentendo nel pianoforte corrispondeva alla nota sulla pagina. E questo in qualche modo ha fatto sorridere e applaudire le persone. Ed è stato un vero momento Helen Keller in cui ho capito cosa significava la musica. Quando avevo nove anni in seconda elementare, la scuola americana di Taipei, che frequentavo aveva un coro e una band con un programma musicale molto valido. Quindi mi sono iscritta al coro perché potevo sentire suoni molto alti come il flauto, potevo sentire gli uccelli, quindi ho gravitato verso il canto. E mi sono iscritta alla band perché suonavo il piano, e poi mi sono iscritta all’orchestra perché mi piaceva molto il suono del violino. Potevo connettermi con il violino perché potevo sentirlo, potevo percepire la vibrazione del violino. E poi tutto ciò è continuato durante il liceo, dove sono stata coinvolta nel coro dei gruppi di teatro musicale tramite l’orchestra, tra discorsi e dibattiti, sono sempre stata molto a mio agio sul palco. Ma in realtà, questa passione, era un diario privato. Per me, non era davvero qualcosa che intendevo diventasse una carriera pubblica. Crescere come cittadina americano all’estero mi ha anche dato molte opportunità di servire come ambasciatrice culturale. Mio padre è stato determinante nell’aiutare a costruire la National Concert Hall a Taiwan. Era un benefattore delle arti e mia madre era professoressa alla National Taiwan University. Quindi le è piaciuto molto restituire alla comunità e lasciare che la comunità cinese avesse un rapporto più stretto con la Corea ed il Giappone. Quindi era un ambiente culturale molto attivo che mi piaceva. Questo tipo di intelligenza culturale mi ha davvero aiutato a debuttare. Il mio primo debutto professionale è stato quando avevo 15 anni, e la first lady di Taiwan stava cercando di sviluppare relazioni più strette tra Taiwan ed il Giappone, ed ha ospitato un concerto d’amicizia internazionale. Mi è stato chiesto di suonare il violino per il concerto dell’amicizia. È stata un’esperienza davvero memorabile perché è stato il mio debutto, ma anche perché ho capito che la musica era un modo potente per creare esperienze emotive e riunire le persone e questo era molto importante per me. Ho deciso di andare alla Johns Hopkins perché volevo dedicarmi alle neuroscienze e trovare un modo per curare casi come la morte in culla ed il mio udito ed avevo questa idea ingenua che avrei cambiato il mondo attraverso la medicina ed ho scoperto presto che era molto più difficile di quanto sembrasse. Quindi ogni volta in cui ero un po’ triste di non essere così intelligente da riuscire in medicina, scappavo al Peabody Conservatory ed era lì che avevano una scuola gemella ed incontravo Berl Senofsky, che era uno dei migliori musicisti, ed insegnante di violino nel mondo accanto a Dorothy DeLay della Juilliard, ed è stato così che siamo diventati ottimi amici. Ricordo di essermi seduta nel suo studio ogni giovedì pomeriggio ed ascoltavamo solo dei dischi. Voglio dire, questo è andato avanti per tipo due o tre anni, ogni giovedì pomeriggio, ascoltavamo vecchi dischi e facevamo questo gioco in cui mi chiedeva se quel pezzo di violino fosse suonato da un uomo o da una donna, che tipo di violino fosse suonato e sono diventata davvero brava, del tipo che 6 volte su 10 riuscivo ad identificare se il violinista fosse una femmina o un maschio, la nazionalità, se fosse ebreo, o americano o se fossero stati formati alla Juilliard o all’Illinois perché c’è un modo specifico in cui le persone suonano e che tipo di violino fosse francese o tedesco o italiano. Era davvero interessante sedersi ed ascoltare musica. Ed allo stesso tempo, al Conservatorio Peabody, ho anche iniziato a formarmi in opera ed ero molto affascinata dalle lingue, quindi ho dovuto imparare. Mia madre era una linguista, quindi, le lingue ed il modo in cui mettevano in contatto le persone e le avvicinavano, per me, era una fonte di fascino. Fu così che iniziai a studiare dizione lirica: mi esibivo in italiano, francese e tedesco, latino, inglese, spagnolo. La prima volta che ho cantato fu in spagnolo ed è stato durante un recital, poi Dvořák ha composto in Cecoslovacchia, e così ho iniziato a imparare il ceco. Mi è stato anche chiesto di esibirmi una volta per le Filippine, in una canzone in tagalog e mi sono esibita anche in mandarino, giapponese, coreano. Certo, anche in Arirang che è davvero famoso in Corea. E infine, Ravel ha composto una serie di canzoni in ebraico, ce n’era una chiamata Kaddisch, che mi è stata chiesta di eseguire, quindi mi sono esibita anche in ebraico. Queste sono le 14 lingue in cui mi sono eseguita. E penso che sia davvero importante rendersi conto che l’intelligenza culturale è la chiave per creare unità e comprensione culturale. Quindi, per me, questo è stato davvero importante per espandermi nel linguaggio. Non ho intrapreso la carriera musicale dopo il conservatorio e Berl Senofsky era molto arrabbiato con me. E siamo rimasti in pessimi rapporti. Era molto arrabbiato perché ho deciso di entrare nel settore bancario e seguire le orme di mio padre. E a quel tempo, ho rifiutato una borsa di studio per un Master in spettacoli d’opera alla Peabody per andare in banca. Era molto arrabbiato e ha detto che stavo sprecando il mio talento e la mia vita e che me ne sarei pentita. Un paio di anni dopo, quando mi sono sposata, ho messo su famiglia e stavo lavorando a San Francisco, ho letto in una newsletter che era morto e non abbiamo mai avuto la possibilità di salutarci. E questo mi ha reso davvero triste. Così ho deciso di portare a termine una delle promesse che gli avevo fatto, ovvero candidarmi per il concorso internazionale Queen Elizabeth in Belgio. Sono stata la prima e unica violinista americana a vincere questo concorso. E gli avevo promesso che mi sarei candidata a questo concorso. Ed era proprio a quella scadenza, inoltre c’è una certa età in cui non si può più accedere. Ho quindi pensato che fosse l’ultima volta possibile, perché ruotano le discipline ogni quattro anni, quindi ho fatto domanda per il concorso vocale e sono stata accettata. C’erano 125 cantanti che hanno gareggiato in Belgio ed io sono volato a Bruxelles ed ho cantato per la regina, la regina Fabiola del Belgio. A quel tempo, ho anche cantato per Joan Sutherland e molti altri illustri relatori. Penso che questo sia stato un altro dei miei momenti più importanti, quando ho cantato per la regina del Belgio e per questi relatori, e ho provato un immenso senso di orgoglio, nel rappresentare gli asiatici alla competizione ed anche rappresentare gli americani perché c’erano solo pochi americani che erano stati invitati. Sono stata la prima asiatica americana ad essere stata invitata ed ho rappresentato la California. C’era una cantante ispanica, venuta dal Texas, c’era una cantante afroamericana dall’Alabama. C’era un cantante, da New York, e c’era una meravigliosa cantante bionda del Tennessee, ed era come se rappresentassimo praticamente l’America intera, ed è stato assolutamente fantastico vedere quel livello di diversità rappresentato in un festival internazionale ed è allora che mi sono resa conto che l’America ha un cuore davvero robusto. Quando rappresentiamo su un palcoscenico internazionale, vi portiamo qualcosa di molto diverso dagli altri artisti che vengono direttamente dal Giappone, dalla Corea o dalla Cina o da Taiwan che hanno e portano un senso culturale o uno stile molto diverso. Tutto questo mi ha fatto sentire molto orgogliosa di rappresentare l’America ed anche di rappresentare gli artisti asiatici.

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Maki Mae è diventata nota al pubblico che non ascolta musica classica quando il suo violino ed il suo remix vocale di “Kyoto” dall’album Bangarang di Skrillex ha raggiunto il primo posto per cinque settimane nelle classifiche di musica elettronica di Los Angeles, negli Stati Uniti e nel mondo

Sei cinese, giapponese, coreana-americana cresciuta a Tokyo e Taipei prima di trasferirti negli States. In che modo la tua identità asiatica americana ha influenzato il tuo lavoro? Vivere in paesi diversi ha influenzato il tuo modo di vedere la vita e di essere creativa?

Mia madre è stata naturalizzata negli Stati Uniti. Poi è tornata in Asia quando ha incontrato mio padre, mia sorella minore ed io siamo nate cittadine americane all’estero. E così ci siamo godute l’esperienza dell’espatrio, anche se sembravo cinese, parlavo mandarino e mangiavo tutto il cibo, il buon cibo che mangiavano le altre persone, immediatamente avrebbero potuto dire che ero americana. Dato che mi truccavo, avevo la permanente, portavo l’apparecchio ai denti, avevo uno zaino ed indossavo scarpe da ginnastica, rispondevo a mia madre, comunicavo molto direttamente ed ero molto diversa dagli amici cinesi locali che erano di Taiwan, e che non erano americani. Quindi era molto chiaro che se eri americana, eri americana. E non importava, se eri afroamericano, cinese americano o giapponese americano, rimanevi sempre americano. Quel tipo di riguardo che ho sentito come americana d’oltremare mi ha dato molto orgoglio di essere un’americana, inoltre mi ha dato molta fiducia in quello che sono. Non mi sono identificata come una nazionalità o un’etnia o qualcos’altro perché ero molto orgogliosa di essere americana. Crescere come una sorta di ponte tra le culture è stato anche molto emozionante perché chiaramente sono nata e cresciuta per essere un’ambasciatrice culturale. Quindi per me è stato molto naturale trovarmi tra amici cinesi, amici giapponesi, amici coreani ed amici americani, è stato semplicemente molto naturale. Ovviamente, in una scuola internazionale, c’erano anche persone provenienti dal Canada, Brasile, Germania ed Europa. Era un hub molto internazionale. Sono arrivata negli Stati Uniti quando avevo 15 anni ed è stato davvero uno shock. Mi ci sono voluti circa otto anni per adattarmi. Perché negli Stati Uniti, anche se sei americano, non sei visto allo stesso modo, gli americani qui non sono uguali. E la disuguaglianza si basa su molte cose, come l’auto che guidi, o il codice postale in cui vivi, per quale azienda lavori, quale lavoro fai, ma l’America è anche divisa per razza, il che è davvero particolare. Ed ho notato che molti cinesi che vivono in America, non sono orgogliosi di essere cinesi, si vergognano di dire che sono cinesi, si vergognano di parlare dei loro nonni che hanno un accento o non parlano inglese, non vogliono essere visti come cinesi, non vogliono essere visti come non americani, ma alla fine siamo cinesi americani, sai. Quindi penso che una delle cose che mi ha ispirato sia porre l’attenzione sull’intelligenza culturale e come l’intelligenza culturale sia una delle risposte per superare i pregiudizi inconsci nei confronti degli asiatici che vivono in America e degli asiatici che vivono in Canada e in altri paesi del mondo. Dobbiamo davvero promuovere il rispetto interrazziale e interculturale sui contributi asiatici nella comunità. Ma come possiamo aspettarci che le altre persone ci rispettino se non sanno a che cosa abbiamo contribuito? Quindi penso che tutta la mia attenzione sia nel cercare di far sapere alle persone ciò che gli asiatici hanno contribuito e dato alla comunità, al paese ed anche all’umanità. Questo prosegue con il mio lavoro nei termini dell’Asian Hall of Fame.

“I miei spettacoli non riguardano solo la mia musica, ma l’integrazione di elementi visivi e di danza per creare un paesaggio sonoro sinergico ed unificante per il pubblico”. – Maki Hsieh

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Maki si è esibita professionalmente in inglese, latino, tedesco, francese, italiano, spagnolo, ceco, portoghese, ebraico e anche cinese, tagalog, coreano e giapponese

Sei una soprana fluente in 13 lingue diverse. Quanto è importante pensare e comunicare in lingue diverse in un mondo multiculturale per comprendere gli esseri umani e prevenire stereotipi e pregiudizi?

Vorrei aggiungere che la mia quattordicesima lingua è il portoghese. Mi è stato chiesto di cantare un set di Bossa Nova con un gruppo jazz. E dovevo cantare in portoghese. Quindi è stato davvero difficile perché non è spagnolo, è molto diverso ed ha un diverso tipo di intonazione. Sono estremamente onorata e privilegiata ogni volta che devo imparare una nuova lingua per esibirmi perché ci si connette davvero al cuore delle persone. Ed è per questo che penso che essere coinvolti nelle arti creative sia così importante come scrittore, ballerino, attore, musicista, fotografo, artista culinario, è così importante perché deteniamo le chiavi della civiltà e deteniamo le chiavi del cuore dell’umanità.

In che modo la musica ha arricchito la tua vita? Cosa ami di più? Puoi condividere con noi qualche storia significativa?

La musica è diventata una carriera pubblica quando mia figlia maggiore era in quarta elementare. A quel tempo, c’era un programma televisivo molto popolare, chiamato America’s Got Talent. Venivano presentati molti musicisti nello show, così è venuta da me e ha detto: “Mamma, dovresti partecipare ad America’s Got Talent. Dovresti fare qualcosa di veramente unico. Quello che dovresti fare è prendere il tuo talento ed il tuo violino e metterlo su questo genere chiamato dubstep”. E questa era tutta una sua idea. A quel tempo, stavo lavorando per la Walt Disney Company, ero una persona aziendale, indossavo abiti neri tutti i giorni, ed ho risposto: “Senti, la mamma non ha tempo per questo genere di cose”. E lei mi disse: “No, lo stanno ascoltando tutti. Si chiama Skrillex. Dovresti mettere qualcosa di tuo su questo genere”. Lo ascolto e rispondo: “Tesoro, questo è solo un sacco di rumore. Non capisco nemmeno cosa sia, è proprio come il rumore elettronico proveniente da un laptop. Non lo capisco e non riesco a capire come si possa anche integrare qualsiasi cosa con questo genere”. E così mi ha sfidato ed alla fine mi ha ispirato a fare qualcosa perché affermava che non ero cool e che dovevo essere cool, quindi dal momento che ero così dispiaciuta che non fossi cool agli occhi della mia adorata figlia, decisi di provare ad inserire un testo SAKURA per la canzone di successo Kyoto di Skrillex, dal suo album dei Grammy Bangrang. E l’ho messo su YouTube ed è diventato virale. Ho ottenuto un invito a America’s Got Talent e mi sono esibita con il mio violino d’opera e musica elettronica. Sono stata presa dal management ed ho iniziato a fare molti concerti in giro per Los Angeles. Mi è stato chiesto di suonare molte volte il violino ed anche di cantare opera con musica elettronica ed ho collaborato con Avicii, sono andata al Burning Man ed ho suonato con Diplo e Skrillex alla playa ed ho suonato in festival musicali, ero su un’astronave all’EDC e lavoravo molto. Quando mia figlia è diventata una studentessa delle superiori, aveva davvero bisogno che fossi più vicino a casa. Quindi ho interrotto la mia carriera pubblica nella musica dance elettronica per darle una mano con il Performing Arts Center del suo liceo. Poi mia sorella minore è morta. Questo è stato un enorme punto di svolta perché io e mia sorella minore eravamo le uniche due della nostra famiglia negli Stati Uniti. Ed era anche la mia unica sorella. È morta in un terribile incidente. Praticamente è scivolata ed è caduta dopo essere uscita dalla vasca da bagno, un mercoledì, ha battuto la testa e sabato era scomparsa a causa di un’emorragia cerebrale. Quando è successo, mi ha davvero traumatizzato ed ha sconvolto mia madre e l’intera famiglia, proprio perché è stato un tale shock. Mi ha fatto capire che volevo fare qualcosa con il talento che avevo, la conoscenza che possedevo e l’intelligenza culturale di cui ero dotata per unire le persone. Quindi il Senato dello Stato della California onora una donna nel suo distretto congressuale ogni anno che viene chiamata donna dell’anno della California. Quando ho ricevuto il premio nel 2019 e mi hanno chiesto cosa avrei voluto fare ho detto: “Beh, mi piacerebbe portare la mia musica al pubblico. Invece della musica ad alto volume con lo spettacolo di luci e la troupe di ballo e gli stivali go-go. Certo, tutto ciò è divertente. Ma invece di farlo solo per divertimento, mi piacerebbe cambiare in qualche modo il cuore delle persone. Ed il modo in cui mi piacerebbe farlo è portare la mia musica ad un centinaio di persone in luoghi storici della California. E poi tutto il ricavato del concerto devolverlo ad un ente di beneficenza locale”. Così è nata la mia idea di concerti di beneficenza, nella mia mente, ho pensato di usare la mia musica per un bene superiore.

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Maki Mae è il nome d’arte di Maki Hsieh, Presidente e CEO della Asian Hall of Fame, e anche CEO di sesta generazione della Robert Chinn Foundation

Sei il CEO dell’Asian Hall of Fame e anche CEO di sesta generazione della Robert Chinn Foundation, puoi dirci di più su di loro? Quali sono le missioni principali? Quali sono state le tappe più importanti? In che modo l’epidemia di COVID-19 vi ha colpito?

A quel tempo, ho deciso che volevo fare qualcosa di più globale sul lato aziendale, sul lato del marchio, ed un paio di persone mi hanno chiamato per una successiva opportunità ed ha chiamato Seattle. Questo è accaduto sei mesi prima del COVID. Karen Wong, che è il presidente del consiglio, mi ha chiamata ed ha detto “Ci piacerebbe che tu aiutassi l’Asian Hall of Fame a passare al livello seguente”. Asian Hall of Fame, era una specie di cena organizzata dalla Fondazione di suo padre, la Robert Chinn Foundation di Seattle era conosciuta solo da 200 persone a Seattle e celebrava molti grandi asiatici americani. Ma tutte queste persone rimanevano nel loro circolo ed io volevo portare il tutto al livello successivo. Così ho risposto, sì, ho trasferito la mia famiglia a Seattle ed ho iniziato a lavorare per la fondazione. Abbiamo subito scoperto che l’Asian Hall of Fame ha un nome meraviglioso, ma non è nota al di fuori di Seattle. Quindi una delle cose da fare era farla conoscere rapidamente organizzando alcuni concerti associati ad essa. Ed è diventato molto evidente che la fondazione non disponeva di risorse sufficienti per ingaggiare un grande talento. Quindi, poiché sono un’artista gestita professionalmente, sono tornata dalla mia società di gestione, Pinnacle, a New York. Ho detto che avrei voluto donare i miei concerti di beneficenza alla causa della Robert Chinn Foundation e dell’Asian Hall of Fame per aiutare ad elevare gli asiatici nel mercato mainstream. E loro hanno rispostto, che andava bene. “Se avessi donato loro i miei concerti, avrebbero donato i costi di marketing e produzione alla fondazione perché sono legata all’evento come artista assegnata”. E hanno anche designato John Nicholas, che è l’amministratore delegato senior responsabile della costa occidentale e del Pacifico. Quindi hanno designato un vero dirigente senior per gestire i miei concerti di beneficenza donati alla fondazione. Così abbiamo donato per un concerto. Questo è accaduto appena prima del COVID, nel dicembre 2019. È stato un fantastico successo. Durante questo periodo abbiamo anticipato 35 sovvenzioni a tutte queste meravigliose organizzazioni non profit. Ed il tutto era così popolare che la gente voleva che facessimo un concerto per la festa della mamma. Quindi abbiamo organizzato un concerto per la festa della mamma, l’evento doveva tenersi a maggio ed all’improvviso è arrivato il COVID. Entro marzo, abbiamo chiuso tutte le nostre attività. E ci siamo mossi velocemente verso la nostra sede che è a L.A. perché tutta la produzione è a L.A. e quindi abbiamo avuto un problema, per quanto riguarda la programmazione della nostra stagione. Non avevamo niente di prenotato per la nostra stagione. Tutti i nostri eventi erano dal vivo. Così sono andata dai candidati. Ed ho detto “Ascoltate, ora abbiamo questa crisi dovuta al COVID-19 in cui non ci sono abbastanza mascherine e non ci sono abbastanza schermi di protezione per il viso. E se collaborassimo? E se il nostro concerto per la festa della mamma fosse online?” E lo abbiamo girato nel mio soggiorno. E poi “Se voi ragazzi poteste mettere insieme la vostra causa, i vostri video PSA, potremmo metterli insieme, allora avrei l’indotto per sostenere la causa e poi potrei donare il ricavato del mio concerto di beneficenza e forse potremmo generare un po’ di trazione per la donazione di visiere e mascherine per i nostri lavoratori in prima linea”. E sono stati d’accordo, quindi il concerto per la festa della mamma è stato girato nel mio soggiorno con Ed Roth. È il pianista di Annie Lennox e Joe Walsh, ed anche il mio direttore musicale. E poi abbiamo avuto Toshi Yanagi, che era un chitarrista per Jimmy Kimmel Live. Ci siamo messi insieme, abbiamo fatto questo concerto e poi i candidati si sono riuniti e hanno registrato i loro PSA che incoraggiavano le persone a donare per gli schermi facciali. Ed è stato un enorme successo. Abbiamo avuto più di 234 menzioni nei media che hanno coperto la raccolta fondi. Abbiamo avuto il maggior numero di impressioni di tutti i tempi, come 600 milioni di impressioni del concerto e della causa. E siamo stati in grado di fornire 25.800 DPI a 271 organizzazioni. Abbiamo fatto questo sforzo a livello nazionale e abbiamo comunicato “Se avete bisogno di DPI, compilate semplicemente questo modulo sul nostro sito Web”. Era un modulo molto semplice. Vi erano cinque domande a cui rispondere. E chiunque abbia presentato una richiesta ha ricevuto un pacco per posta. E siamo stati molto felici di farlo e l’Asian Hall of Fame e la Robert Chinn Foundation hanno sostenuto questo sforzo e sono stati molto felici di farlo. Quindi, quando abbiamo visto il successo del concerto per la festa della mamma, Karen Wong ed il consiglio sono tornati da noi e ci hanno chiesto se avremmo preso in considerazione la possibilità di donare un album di beneficenza.

Maki New Moon
È stata una dei 30 artisti scelti tra 17.000 candidati ad esibirsi alla cerimonia officiata dalla first lady degli Stati Uniti, Michelle Obama

In collaborazione con Robby Krieger dei The Doors, hai promosso una campagna più ampia per “Stop Asian Hate”. Ci racconti come è nato il progetto?

Un album di beneficenza è tutta un’altra cosa. Perché ciò significa che hai bisogno di musicisti per le tracce, hai bisogno di tempo in studio, hai bisogno di un ingegnere per registrarlo. Hai bisogno di un produttore e prosegue la catena di montaggio di produzione: un tecnico di mixaggio davvero bravo, poi devi masterizzarlo, poi devi impacchettarlo, poi devi scrivere le note di copertina e devi far girare il video musicale. Si devono fare tutte queste cose e Pinnacle ed io abbiamo avuto una conversazione seria e sapevamo che questo livello di produzione sarebbe stato di circa $ 100.000, ci sarebbero voluti molti soldi che la Fondazione non aveva. Ma poi abbiamo deciso di aiutare la fondazione perché sapevamo che era importante avere un album di beneficenza a sostegno del COVID-19. E più tardi, Stop Asians Hate, che era dietro l’angolo e non lo sapevamo in quel momento. Ma siamo andati avanti e abbiamo firmato un contratto con Robert Chinn, in cui tutti i proventi dell’album venivano donati a Robert Chinn e all’Asian Hall of Fame. I candidati si sono uniti in un coro. Ovvero nella parte del coro per creare “questa canzone”. Abbiamo fatto suonare i migliori musicisti in questo disco. Era una specie di disco natalizio della Bossa Nova Jazz. È stato presentato alla categoria Grammy chiamata Traditional Pop Vocal Album dell’anno, che è una categoria molto difficile, principalmente per artisti caucasici. E siamo stati molto felici di presentare questa registrazione. È stato mixato dall’ingegnere di Ringo Starr, Bruce Sugar. È stato un disco fantastico. Robby Krieger è stato coinvolto da Ed Roth, il mio direttore musicale, che ha interpretato l’Ave Maria. Robby non è cristiano. È ebreo. Ma quando ha sentito l’Ave Maria, ha detto: “Oh mio Dio, questo è un vero artista!” Perché è operistico. Ma è anche accessibile, giusto, perché la maggior parte dei cantanti d’opera canta con un grande vibrato. E non è accessibile a tutti. È difficile da sentire. Ma ho creato una tecnica speciale per livellare il vibrato. E lo rendo molto alto e molto morbido e lo sostengo con una speciale tecnica di respiro. Il modo in cui ho creato questa tecnica è menzionato sul mio sito web. Sentì il pezzo e disse: “Oh, mio Dio, voglio essere in questo disco”. E poi Ed Roth ha suonato per Robby “My favorite things”, perché Ed Roth è il pianista di Robby Krieger. E quando Robby ha sentito “My favorite things”, ha detto: “Oh, ma dai, suono questo pezzo tutto il tempo, vorrei aggiungerci la mia chitarra”, ed è così che abbiamo collaborato ed iniziato questa amicizia con lui che registrava. E poi siamo diventati amici in questo modo. Abbiamo anche un cuore simile nella sensibilità per le donazioni, la beneficenza e per la realizzazione di concerti di beneficenza. Quindi era perfettamente allineato con ciò in cui era interessato. Poi abbiamo collaborato e questa nostra registrazione è entrata nella categoria Grammy, Best Pop Duo Group Performance dell’anno. Quindi ci siamo presentati a quella categoria. Con il Covid-19 i crimini ispirati dall’odio verso gli asiatici ha iniziato a intensificarsi. E l’album ha poi iniziato a donare i proventi per fermare l’odio sugli asiatici e tutto ciò che volevamo fare era portare l’album in tournée per il concerto per la festa della mamma che abbiamo tenuto con il tema di Tokyo. E poi al concerto di Seattle abbiamo avuto molti leader di Seattle che hanno parlato del concerto e hanno aiutato ad aumentare la consapevolezza per la nostra campagna GoFundMe per Stop Asian Hate dove abbiamo superato il nostro obiettivo di dare sovvenzioni ai sopravvissuti ai crimini di odio ed aiutare per sostenere le loro cure mediche ed anche aiutare con le loro piattaforme a raccontare la loro storia. Robin era molto coinvolto ed è stato davvero entusiasmante farne parte. E sai, una delle cose che questo mostra davvero, è che se permetti al talento di guidarti, che si tratti di musica o scrittura o altro talento, le cose si apriranno e allora sarai in grado di fare la differenza in un modo che non pensavi nemmeno fosse possibile. Credo che l’odio verso gli asiatici stia crescendo più di prima, perché ogni volta che accade qualcosa di brutto nell’economia o nel mondo, gli asiatici vengono incolpati.

Foto cortesemente concesse da Maki Hsieh,
Un ringraziamento speciale a Rochelle Srigley, Asian Hall of Fame

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