Il tasso di natalità della Cina scende al livello più basso degli ultimi sei decenni

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Il governo cinese ha annunciato una serie di nuove riforme per cercare di fermare il declino demografico, compreso l’innalzamento dell’età pensionabile. La percentuale di ultrasessantenni in Cina, nel frattempo è salita dal 18,7% nel 2020 al 18,9%.

Il tasso di natalità cinese è sceso al livello più basso dagli anni ’60, nonostante gli sforzi del governo per indirizzare il problema e scongiurare una crisi demografica.

Nel 2021 sono nati in Cina 10,62 milioni di bambini, ovvero 7,52 ogni mille persone, secondo i dati rilasciati dall’istituto nazionale di statistica.

Nello stesso arco temporale sono morte 10,14 milioni di persone, producendo un tasso di crescita della popolazione di appena 0,34 per mille abitanti.

Il censo dello scorso maggio aveva rivelato una crescita annuale media dello 0,53% tra il 2010 e il 2020, in calo rispetto allo 0,57% in riferimento agli anni tra il 2000 e il 2010.

Come molte altre nazioni dell’Asia Orientale, sta vivendo una crisi demografica, registrando tassi di natalità in diminuzione e previsioni di crescita demografica negative, e un invecchiamento della popolazione.

Il governo di Pechino ha annunciato alcune grandi riforme per cercare di indirizzare il problema, compreso l’aumento dell’età pensionabile. La politica dei tre figli, introdotta nel 2016, dopo avere innescato un leggero aumento delle nascite, non ha raggiunto i risultati sperati, e i dati sono tornati a diminuire nuovamente.

Tra le cause, vengono citate l’alto costo della vita, la scarsa mobilità sociale, e matrimoni rimandati. Il governo pertanto ha vietato il costoso tutoraggio privato, promettendo un migliore accesso all’assistenza all’infanzia e al congedo di maternità.

Sul fronte economico, i dati sul PIL pubblicati insieme ai risultati sulla popolazione rivelano un drammatico rallentamento negli ultimi mesi del 2021.

La crescita cinese è stata superiore alle attese, 8,1% su base annua, ma è concentrata nella prima metà dell’anno. Nel quarto trimestre la crescita è stata del 4%, in calo del 4,9% rispetto al terzo trimestre.

Il settore immobiliare è stato particolarmente colpito, in particolare per quanto riguarda le continue difficoltà finanziarie di grandi gruppi come Evergrande. Anche gli interventi governativi nel settore del tutoraggio privato, e la continua repressione del settore tecnologico hanno portato ad ondate di licenziamenti.

Immagine in evidenza: Dominique Musorrafiti

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