In che modo i giganti cinesi dell’eCommerce consentono il gioco d’azzardo online illegale

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In Cina il fenomeno del gioco d’azzardo online illegale è sempre più diffuso. In certi casi, è arrivato a coinvolgere alcuni tra i più noti giganti tecnologici del Paese come gli eCommerce, le app di pagamenti dei colossi del Fintech, i motori di ricerca, le piattaforme di social media e i sistemi di logistica e consegna.

Nel Paese più popoloso al mondo vige il divieto di aprire siti di gioco d’azzardo e casinò online. Per impedire che i suoi cittadini si affidino a piattaforme di gambling straniere (con sede in Stati come il Costa Rica, la Cambogia o le Filippine) il governo cinese è fermamente impegnato a ostacolare gli spostamenti di denaro dalle banche nazionali verso gli operatori esteri.

La crescita del gambling online in Cina

Se da un lato la Cina intende mettere il freno a un fenomeno ritenuto rischioso per la stabilità e la pace sociale, dall’altro vuole assicurarsi che somme ingenti – si parla di cifre medie annuali nell’ordine di centinaia di milioni di dollari – non lascino irrimediabilmente il Paese.

Nonostante le azioni di contrasto messe in atto dal presidente Xi Jinping, il mercato del gioco d’azzardo online cinese continua a crescere. Secondo le previsioni degli analisti, entro il 2022 arriverà a valere 35 miliardi di dollari nella sola Asia e ben 55 miliardi nel mondo. Il proibizionismo non sembra quindi sufficiente a dissuadere i player cinesi, che trovano il modo di eludere i sistemi di sorveglianza grazie all’anonimato garantito dai siti offshore di gioco, molto spesso illegali.

Il fenomeno del gioco illegale

Il gambling online è una delle più rilevanti fonti di crimine in Cina. Come si diceva in precedenza, nel Paese non esistono casinò online legali come quelli presenti in Italia, dove il gioco d’azzardo online è controllato e regolarizzato da un ente governativo (l’ADM, ovvero l’Agenzia delle dogane e dei Monopoli). Questo fa sì che un numero sempre più vasto di Cinesi si rivolga a canali illegali, che arrivano a coinvolgere anche gli insospettabili.

È quanto emerge da un articolo pubblicato da Yuan Ruiyang, Ye Zhanqi e Han Wei sul giornale indipendente Caixin. Nel pezzo si legge che diversi big tecnologici del settore eCommerce come Baidu e Pinduoduo avrebbero più o meno consapevolmente aggirato le drastiche misure repressive sul gioco d’azzardo online.

Le aziende al vaglio delle autorità

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Secondo gli investigatori della polizia cinese, i siti di gioco d’azzardo illegale si sarebbero appoggiati ai motori di ricerca, ai social network e agli store online per attrarre i gambler e far passare le transazioni effettuate come fossero ordini di acquisto digitali. L’attenzione delle autorità di Pechino si è rivolta principalmente verso il motore di ricerca Baidu (il secondo più usato al mondo, il primo in Cina), le app di messaggistica istantanea QQ e WeChat e la piattaforma di social eCommerce Pinduoduo (nel Paese del Dragone, la quinta per importanza dopo Alibaba, Tencent, Meituan e JD.com).

Le indagini hanno coinvolto anche il servizio di pagamento Alipay di Jack Ma, fondatore di Alibaba, le maggiori compagnie di trasporto e consegna merci (tra cui ZTO Express quotata a New York, YTO Express quotata a Shanghai e STO Express quotata a Shenzhen) nonché una lunga serie di società di logistica.

Le ipotesi degli investigatori

Stando a quanto emerso dalle indagini della polizia, i giganti cinesi del web non avrebbero esercitato un’attività di controllo adeguata e sufficiente al fine di prevenire e smascherare le attività illecite. Dal conto loro, gli accusati hanno garantito alle autorità una completa collaborazione, ma si sono fermamente difesi sostenendo che esisterebbero dei limiti concreti e strutturali alle loro effettive capacità di sorveglianza.

Il parere comune tra gli esperti del settore è quello che le compagnie del web non potevano non sapere cosa stesse avvenendo sui loro siti. C’erano casi in cui un paio di pantofole del costo di 9,9 yuan veniva venduto al prezzo esorbitante di 1.999 yuan. Sembra impossibile che simili anomalie non venissero rilevate dai sistemi di controllo del rischio propri degli store elettronici.

Le accuse e le responsabilità

L’indagine sul gioco online illegale ha portato all’arresto di Shi Youcai, capo della divisione Mobile Ecology Group di Baidu e responsabile del sistema di vendita dell’azienda. Secondo gli inquirenti, l’uomo avrebbe avvallato la pubblicità illegale di siti di gioco illeciti beneficiando personalmente del ritorno economico legato a quest’attività. Insieme a Shi sono stati attenzionati dalle autorità altri sette membri dello staff di Baidu, incluso il vicepresidente Li Zhongjun.

Nel mirino degli investigatori ci sono anche alti dirigenti di corrieri e società di logistica, sospettati di aver creato documenti di consegna fasulli per spedizioni mai avvenute, non essendoci stati articoli da trasportare. A Wuxi, città della Cina Orientale nota con il nome di “piccola Shanghai”, sono stati scoperti 60mila documenti logistici contraffatti che avrebbero generato entrate false per 1,8 miliardi yuan (più di 280 milioni di dollari).

Conclusioni

L’aumento di restrizioni sul gambling online da parte del governo cinese non ha fatto altro che esacerbare il problema del gioco illegale. Per non divenire complici di allibratori disonesti e senza scrupolo, i colossi tecnologici del Paese devono vigilare con maggiore efficacia su qualsiasi genere di violazione riconducibile ad attività illecite riconducibili al gioco d’azzardo virtuale.

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