La Cina verso l’aumento della produzione di carbone per fronteggiare la crisi energetica

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Con l’arrivo della stagione invernale la Cina si trova a dover affrontare una indesiderata crisi energetica

Le autorità cinesi in Mongolia Interna hanno ordinato l’aumento della produzione di carbone di almeno 100 milioni di tonnellate in 70 miniere per fronteggiare la crisi energetica che attanaglia il paese. La mossa costituirebbe quasi il 3% del consumo totale di carbone termico della Cina.

L’aumento dei prezzi e carenze di elettricità hanno portato al razionamento dell’energia in tutto il paese, paralizzando la produzione industriale.

Il 7 Ottobre il dipartimento regionale dell’energia della Mongolia interna ha chiesto alle città di Ordos, Wuhai e Hulunbuir, e alla lega di Xilingol (un livello di suddivisione amministrativa della Mongolia Interna), di notificare 72 miniere che possono operare a capacità superiore immediatamente, a condizione di garantire una produzione sicura.

Secondo alcune stime la produzione dovrebbe effettivamente aumentare nel giro di due o tre mesi.

Le 72 miniere elencate dal ministero dell’energia della Mongolia Interna hanno una produzione autorizzata annuale di 178.45 milioni di tonnellate. La nota delle autorità propone dunque un aumento di 98.35 milioni di tonnellate combinate, secondo i calcoli effettuati dall’agenzia di stampa Reuters.

Secondo alcuni analisti, la mossa alleggerirà il peso della crisi energetica, ma non lo risolverà, costringendo il governo cinese a fare ricorso a razionamenti per assicurare un equilibrio energetico tra carbone e il mercato dell’energia durante l’inverno.

La Mongolia Interna è il secondo produttore di carbone della Cina, producendo più di un miliardo di tonnellate nel 2020, e contando per più di un quarto della produzione nazionale, secondo i dati ufficiali.

Nel 2020 la produzione è calata dell’8% a causa della campagna anti corruzione che si è scagliata contro il settore carbonifero. La vicina regione dello Shanxi, la maggior produttrice di carbone nel paese, ha dovuto chiudere 27 miniere a causa degli allagamenti.

Con l’abbassamento delle temperature, per far fronte alla domanda crescente di energia, la Cina ha ordinato la riapertura di dozzine di miniere e ne ha approvate molte di nuove.

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