La Cina conferma la condanna a morte per il canadese Robert Schellenberg

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Condanna a morte confermata per il primo dei due cittadini canadesi arrestati in Cina

In attesa del verdetto nel processo all’altro canadese nelle mani del governo cinese, un tribunale ha confermato la condanna a morte per il canadese Robert Schellenberg. Prossimamente, un’altra corte dovrà esprimersi su un caso analogo, che coinvolge un altro cittadino canadese, accusato di spionaggio.

I loro casi sono stati definiti come “diplomazia degli ostaggi”, essendo stati messi in relazione con il caso della figlia del fondatore di Huawei, Meng Wanzhou, arrestata in Canada. Secondo molti difatti, la Cina avrebbe condannato a morte i due cittadini canadesi come forma di ritorsione contro il governo canadese che dovrebbe estradare Meng negli Stati Uniti. L’udienza di estradizione in corso in Canada ha fatto precipitare le relazioni tra i due paesi. La Cina ha sempre negato queste coincidenze, mentre il primo ministro canadese Justin Trudeau ha affermato che gli ufficiali cinesi sanno bene che i casi sono connessi.

Schellenberg è stato arrestato in Cina nel 2004, con l’accusa di avere cercato di contrabbandare 225kg di metamfetamine in Australia prodotta in Cina. Schellenberg ha sempre dichiarato la sua innocenza. Nel dicembre del 2018 è stato condannato a 15 anni, ma dopo la sua richiesta di appello, è stato ordinato un nuovo processo e la corte intermedia del popolo di Dalian lo ha invece condannato a morte.

La corte cinese ha dichiarato che il processo precedente è stato chiaro e le prove erano affidabili e sufficienti. “La condanna è stata accurata, la sentenza è stata appropriata e il processo è stato conforme alla legge”.

In un caso analogo, un’altra corte dovrà esprimersi nel caso che vede coinvolto un cittadino canadese, Michael Spavor, un uomo d’affari che è stato accusato di spionaggio, insieme all’ex diplomatico Michael Kovrig, processato in segreto a marzo dopo più di 830 giorni di detenzione.

Meng fu arrestata nell’aeroporto di Vancouver con un mandato USA alla fine del 2018 per le accuse di aver commesso una frode ingannando HSBC sui rapporti commerciali di Huawei in Iran. Gli Stati Uniti sostengono che Huawei abbia usato una società di comodo di Hong Kong per vendere attrezzature all’Iran, in violazione delle sanzioni.

Il Canada, attraverso il suo ambasciatore in Cina Dominic Barton, ha condannato il verdetto.

Secondo molti analisti difatti, il processo e la condanna a morte dei due cittadini canadesi, verrebbero utilizzati come leva per cercare di rimandare la figlia del padrone di Huawei a casa in Cina.

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