Facebook, Google, Twitter e altre compagnie hi-tech minacciano di abbandonare Hong Kong a causa della legge sulla privacy

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Asia Internet Coalition, nata nel 2010 e di cui fanno parte tra gli altri Google, Amazon, Facebook, Linkedin, airbnb, Twitter e altri, ha avvertito che emendamenti alle leggi sulla privacy potrebbero avere degli effetti molto negativi.

Il gruppo ha avvisato che queste compagnie potrebbero cessare i loro servizi a Hong Kong se l’ex colonia britannica proseguirà con i suoi piani per cambiare le leggi che regolano la privacy.

Gli ammonimenti del gruppo sono stati scritti in una lettera del 25 giugno indirizzata a Ms Ada Chung Lai-ling, commissario per la privacy per i dati personali dell’ufficio per la privacy dei dati personali (PCDP) ad Hong Kong.

Secondo quanto riportato nella lettera lunga sei pagine che potete trovare qui, “l’introduzione di sanzioni contro individui non è una norma allineata con le tendenze globali, e con la legge sulla responsabilità civile in generale. È normalmente riservata a quelle persone che partecipano attivamente e intenzionalmente e dirigono attività che evidentemente causano danni fisici. L’introduzione di sanzioni severe e soprattutto di responsabilità personale in relazione a valutazione delle richieste di rimozione dei contenuti ha la conseguenza d’incoraggiare le piattaforme online a condurre una revisione minima o nulla delle richieste e a bloccare eccessivamente i contenuti, il che comporta un grave impatto sulla libertà di espressione e di comunicazione. L’unico modo per evitare queste sanzioni per le aziende tecnologiche sarebbe quello di astenersi dall’investire e offrire i loro servizi a Hong Kong, privando così le imprese e i consumatori di Hong Kong di questi servizi, e creando anche nuove barriere al commercio. La possibilità di perseguire i dipendenti delle filiali creerà incertezze per le imprese e influenzerà lo sviluppo di Hong Kong come centro d’innovazione e tecnologia.”

La lettera si focalizza in particolare sull’attività di doxing, ovvero quella di rilasciare pubblicamente informazioni private su singoli individui od organizzazioni, attività che è stata particolarmente intensa durante le proteste di massa pro-democrazia a Hong Kong nel 2019.

Martedì mattina durante una conferenza stampa con la stampa, il capo dell’esecutivo di Hong Kong, Carrie Lam, ha detto che la legge proposta prenderà di mira solo il doxing “illegale”, aggiungendo che il commissario per la privacy sarà felice d’incontrare le aziende tecnologiche per chiarire le loro preoccupazioni.

“Noi crediamo che qualsiasi legislazione anti-doxing, che può avere l’effetto di limitare la libera espressione, deve essere costruita su principi di necessità e proporzionalità”, ha detto l’AIC.

Da quando è stata adottata la controversa legge sulla sicurezza nazionale ad Hong Kong è stata effettuata una repressione a tappeto dell’opposizione e del dissenso da parte delle autorità locali. Più di 10000 persone sono state arrestate, di cui 128 in relazione ai nuovi reati di sicurezza nazionale.

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