Il governo cinese ha formalizzato il taglio di circa 14 miliardi di dollari d’importazioni di carbone, secondo quanto riferito dai media di stato locali.
La Commissione Nazionale per lo Sviluppo e la Riforma ha incontrato i rappresentanti delle 10 maggiori aziende elettriche durante il week end concedendo loro l’approvazione per l’importazione di carbone senza restrizioni doganali, a eccezione dell’Australia.
La Cina darà la priorità alle importazioni provenienti da Mongolia, Indonesia e Russia. Le compagnie energetiche saranno tenute a condividere gli inventari per assicurare che il prezzo non ecceda i 640 yuan (98 USD circa) per tonnellata.
Al momento centinaia di milioni di tonnellate di carbone australiano sono ferme nei porti del paese a causa delle dispute con Beijing.
Le relazioni tra i due paesi sono peggiorate a causa della posizione australiana per quanto riguarda le dispute territoriali cinesi, per le questioni riguardanti la sicurezza e per le richieste australiane d’investigare le origini del virus e le omissioni della prima fase della pandemia.
Ad aprile l’ambasciatore cinese aveva annunciato un boicottaggio dei consumatori contro i prodotti australiani, al quale erano seguite tariffe su orzo ed altri prodotti agricoli.
A novembre il governo australiano aveva tentato di resettare i rapporti aderendo al RCEP, o Regional Comprehensive Economic Partnership, ovvero un blocco di cooperazione economica composto da alcuni paesi del Sud-Est asiatico e del Pacifico, tra cui Corea del Sud, Cina, Giappone, Australia e Nuova Zelanda e rappresenta il 29% del prodotto interno lordo mondiale.
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