Chen Dongfan: Long Past Dawn, Pirates and Poets Whistle in the Dark, Recensione Evento

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La nuova mostra di Chen Dongfan: Long Past Dawn, Pirates and Poets Whistle in the Dark, presso la Fou Gallery di New York è un evento artistico di estrema attualità.

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Le opere dell’artista infatti sono state realizzate durante il periodo del Lock Down dovuto alla pandemia di COVID-19. Questa personale vede esposte più di 50 opere dai colori squillanti, dove le tonalità evocano risposte emotive forti. Attraverso il suo stile diretto e astratto, si percepiscono sensazioni attive relative ai sentimenti e alle riflessioni personali scaturite dai limiti sociali dovuti alla diffusione dell’epidemia.

Lo show presenta due nuove serie di dipinti a olio di Chen: Poster e Story e un ultimo grande dipinto a olio “Rise From The Ashes”. La curatrice Lynn Hai ci spiega che il titolo della mostra prende il nome dalla combinazione dei titoli delle tre opere principali delle sue serie. Chen Dongfan, che vive e lavora a New York, avendo deciso di sottoporsi ad auto-quarantena, ha dovuto rinunciare a realizzare i suoi dipinti nel proprio studio. Quindi dal suo appartamento ha focalizzato la sua nuova produzione artistica su lavori di piccole dimensioni della grandezza simile a un libro aperto.

Le serie Poster, realizzata su carta di riso e su carta da imballaggio in plastica mette in luce i sentimenti dell’artista relativi al confinamento in casa per via della pandemia. Le opere sono realizzate con colori forti e decisi. L’energia del colore delinea figure distorte che accentuano lo stato di confusione, sofferenza, trauma e lotta interiore, creato dalla fragilità e dall’insicurezza. Gli spazi della pandemia e dell’isolamento possono essere troppo rigidi o troppo piccoli. Ma l’assordante silenzio, permette all’artista di trovare la propria voce e consente padronanza alla sua mente. La fragilità che incontra Chen mette alla luce le piccole sfumature e porta maggiore consapevolezza di sé. Focalizza, ascolta le proprie sensazioni e le rielabora in dinamica e in gesti. Il dolore prende forma nel colore.

Nel pallido fuoco l’ombra preda il cacciatore per il piacere di mezzanotte.

L’artista nelle sue opere ci invita ed esorta a stare a casa, una scelta cosciente e generosa per contribuire attivamente a rallentare la diffusione del virus. Da casa, come ci viene detto dalla curatrice Hai, Chen ha iniziato a ispirarsi da informazioni online, dalla lettura e dalla letteratura. Ha focalizzato la propria attenzione sulla crescita mentale e culturale, sullo studio e l’approfondimento di miti, storie e finzioni. Rielabora il tutto nel regno della sua fantasia e passando dalla visualizzazione del cervello materializza l’insieme di concetti sulla carta.

Chen, che è stato confinato per lungo tempo a creare opere su una piccola scrivania, fa di questo limite un punto di partenza per liberare la mente, cercare, apprendere nuove informazioni, renderle proprie e intraprendere un personale processo creativo. L’artista navigando, immaginando, trova e decide la rotta per la propria destinazione. Approda e semina su terreno fertile le idee e visioni per la sua nuova serie “Story” in forma di dittico: sul lato sinistro c’è una riga di un testo letterario al centro del foglio; sul lato destro, sono catturate astrattamente le sue impressioni.

La leggenda ritorna alla trappola dell’ombra sul lato stellare della collina degli uccelli.

Gli elementi mitici nei suoi dipinti a olio sono il frutto di un percorso di sviluppo dei particolari di storie e simboli formulatesi nel tempo, antiche credenze che si trasformano in universali quando l’artista ne dipinge una visione aggiornata alla contemporaneità. Attinge al passato per comprendere il presente e gestire il futuro. La mitologia gioca infatti un ruolo ancora molto importante nella società contemporanea, la si può trovare in differenti ambienti e sotto innumerevoli forme, citazioni, interpretazioni. È presente attraverso i piccoli rituali quotidiani che ancorano le persone nel tempo e danno forma a una giornata. Routine, abitudini, tradizioni, e celebrazioni generano esperienze significative e preziose nel mondo interiore, queste si tramandano di generazione in generazione trasformandosi, adattandosi, mutando, ma rimanendo sempre se stesse e portatrici della stessa speranza e ottimismo. I suoi colori esuberanti delineando forme dettagliate declinano il tempo, permettendo contemporaneamente di viaggiare nel tempo, evadere dal tempo, riavvolgere il tempo, fermare il tempo, vivere il tempo. Le opere dipinte e narrate in “Story” mettono alla luce la componente e costante della ciclicità della vita: ogni fase di transizione e trasformazione esalta e conferma l’importanza di ogni processo e momento unico.

Come ci fa notare la curatrice Lynn Hai le due serie più recenti di Chen mostrano immagini più figurative a differenza da quelle precedenti, prevalentemente di tipologia astratta. Possiamo infatti cogliere l’influenza degli approfondimenti effettuati negli ultimi mesi. In questo periodo alcuni hanno provato paura nel trovarsi da soli, perché l’isolamento può risultare scomodo o addirittura spaventoso. L’allontanamento sociale sembra brutale, in quanto gli esseri umani traggono conforto l’uno dalla presenza dell’altro. Chen invece ha trasformato l’isolamento in una nuova possibilità e opportunità per riflettere sui rapporti tra arte e società. La sua meditazione artistica, si coglie nei cambiamenti della forma narrativa dei racconti, che permettono di visualizzare un’armonia che unisce i movimenti di pennello tra le pause e rallentamenti per focalizzare determinati momenti, di storie e miti sedimentificatesi nel tempo. Ci dimostra che essere soli significa anche gestire un’abilità. La solitudine è sempre stata nella storia umana la compagna di eremiti e religiosi, filosofi, ricercatori, studiosi e artisti. Per quanto uno possa sentirsi solo, da sempre gli esseri umani hanno sperimentato l’isolamento per intraprendere un percorso di comprensione. Quindi questo, rende tale esperienza, un periodo di comunione umana. Anche Chen assorto tra poesia e letteratura si è tuffato nel mare del tempo, tra mitologia e narrazione alla ricerca della propria visione spirituale e universale da esprimere con la sua arte. In questo modo Chen ci invita ad accettare l’isolamento, lasciare che porti più a fondo in noi stessi, nel nostro subconscio, ricordando a ognuno il proprio scopo individuale.

Segreti senza voce sono intrappolati nel cielo.

L’equilibrio a cui Chen approda culmina nel suo dipinto a olio “Rise From The Ashes”, prima opera realizzata dopo l’auto isolamento, quando finalmente fa ritorno nel suo studio. Il forte contrasto dei colori identifica un punto concreto e definitivo che coincide tra una fine e un nuovo inizio di ciclo vitale. Le pennellate intuitive e vivaci che si avviluppano e l’uso di colori vibranti oltre che evocare una rinascita appaiono come una danza celebrativa, una festa alla nuova vita, un rituale di ringraziamento, l’immagine di un fuoco che balla. Il colore assume caratteristiche folcloristiche, di celebrazione.

Egli ci infonde ottimismo, ci ricorda di prestare attenzione a ogni singolo momento vivere il presente, il qui l’ora il mentre e apprezzare le più piccole cose che apportano benessere, calma, avendo cura dei nostri ricordi, del nostro tempo. Le gioie semplici sono quelle per cui vale la pena essere grati, come possono esserlo i piccoli rituali quotidiani che ci ancorano nel tempo e danno forma. Riappropriarsi di quei momenti di trascurabile felicità, sentire la mancanza di un’abitudine e avere il coraggio di affrontare l’ignoto, scegliendo di essere degli eroi, senza pretese di una grande missione, ma giorno per giorno nelle piccole cose della quotidianità, nelle scelte giornaliere.

L’eros viene esiliato con una ciliegia e l’asso di picche.

Chen ci aiuta a capire che si possono creare storie colorate dai momenti semplici portando alla luce emozioni preziose. Egli concilia il proprio io interiore con il mondo circostante, la sua mente raggiunge uno stato di quiete, tranquillità e chiarezza. Non lascia fuori il mondo esterno e i problemi, è consapevole di ciò che succede attorno e dentro di sé. La comprensione porta a un ricongiungimento di molte più dimensioni. Chen attraverso l’arte e il vissuto crea un tutt’uno, che è parte integrante del flusso costante e continuo, della vita, della realtà e di ciò che crea un legame con lo spirito.

Da ormai diversi mesi la pandemia di Covid-19 e i conseguenti problemi legati a salute, precarietà economica e giustizia sociale hanno portato all’estremo i livelli d’ansia giornalieri di molte persone. Anche se “Del doman non v’è certezza” come scriveva Lorenzo de’ Medici in un verso della Canzona di Bacco, questo non significa doversi rassegnare. “Rise From The Ashes” diventa quindi un messaggio di buon augurio e speranza. In questo periodo elevati picchi di stress sono altamente nocivi e quindi la capacità di comprensione della situazione, la calma e la resilienza diventano dei grandi alleati nell’affrontare questo momento di difficoltà e avvicinarci alla soluzione. Quando le cose si fanno difficili l’arte è quella carezza che tranquillizza l’anima, la lingua universale che molti possono comprendere indipendentemente dal proprio background culturale. Connette i sensi, penetra negli occhi, arriva alle orecchie, apre il cuore e sintonizza la mente.

Da quando ci troviamo in questa situazione epidemica mondiale, tutto il team di Fou Gallery in sinergia e con un grande senso di responsabilità, lavora con grande impegno per rendere l’arte accessibile. L’arte anche come medicina in grado di alleggerire la mente e l’anima e annullare quella sensazione di pesantezza dovuta alle paure che tormentano e attanagliano, grazie alla sua capacità rilassante ed energizzante. La dedizione e l’ottimismo che li sprona a impegnarsi in questo periodo è un importante segno di generosità, speranza e un esempio di resilienza per tutti e ci ricorda l’importanza dell’arte nella vita e per la vita.

Foto Gentilmente concesse da Fou Gallery
Fotografie: Lynn Hai, Inna Xu

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