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Chi è stato almeno una volta in Cina lo avrà sicuramente notato: i cinesi amano giocare. Non importa se a casa con amici, in famiglia, o semplicemente per strada con poche sedie di plastica e un tavolino, i giochi da tavolo e le scommesse costituiscono senza dubbio una parte importante della loro quotidianità. Come gli appassionati dell’Oriente sapranno, alcuni giochi della tradizione cinese rappresentano tuttora dei passatempi molto in voga in Cina, tanto da poter affermare che non ci sia cinese che non sappia giocarci, soprattutto tra i più anziani. Tra questi, non può non essere citato il mahjong, il famoso gioco con le tessere: quando è nato e come ci si gioca?
Il mahjong: come e quando è nato
Il mahjong rappresenta senza ombra di dubbio uno dei giochi più rappresentativi della tradizione cinese, oltre a essere conosciuto e giocato oggi anche nel resto del mondo. Come spiegato in un articolo pubblicato su Lenius, la sua origine è da ricercarsi nella Cina del diciannovesimo secolo, periodo a cui risalirebbe con molta probabilità la prima tessera da gioco ritrovata. Più incerta è invece la storia della sua nascita e del suo nome, intorno alla quale ci sarebbero molte teorie: secondo alcuni, ad esempio, il mahjong sarebbe nato da una combinazione del gioco del domino e del mah-tiae, un gioco di carte esistente in Cina fin dal quindicesimo secolo; per altri sarebbe invece stato inventato appositamente per i reali e i nobili. Per quanto riguarda il nome del gioco, i dubbi non sono certo meno: secondo una delle teorie al proposito, mahjong significherebbe “uccello di canapa” o “passeri che battibeccano” e farebbe in questo caso riferimento al rumore delle tessere da gioco, molto simile a quello di due passeri che litigano per il cibo sulle tegole di un tetto; secondo altri, invece, il nome potrebbe essere un tributo a Confucio, appassionato di volatili. Al di là delle teorie sulla sua origine, il mahjong si sarebbe diffuso in Cina nel corso del 1800, per giungere oltremare, e in particolare in America, intorno al 1885, anno in cui cominciarono a essere pubblicati anche i primi articoli sul gioco. Per quanto riguarda il suo arrivo in Italia, bisogna invece attendere l’inizio del ventesimo secolo e, in particolare, gli anni Venti del Novecento, duranti i quali il mahjong ebbe modo di diffondersi grazie ai venditori di strada cinesi trasferitisi nelle principali città portuali del Paese.
Le versioni del gioco
Come la maggior parte dei giochi dalla lunga tradizione e proprio perché diffusosi in diverse parti del mondo, il mahjong non ha un regolamento unico e valido per ogni Paese. Più che di regole, quindi, è più che altro possibile parlare di diverse interpretazioni del gioco. Si tratta di un principio valido anche per altri tipi di giochi, come ad esempio la roulette, di cui esistono una versione francese e una americana, e il blackjack, anche questo giocabile sulla base di diverse varianti. Tra queste, come spiegato nella pagina dedicata di Betway Casinò, è presente sia una versione classica, la più semplice, sia le versioni europea, la più nota in rete, e la spagnola. Per quanto riguarda il mahjong, invece, le versioni più conosciute sono quella giapponese, quella americana, la versione di Hong Kong e persino una versione italiana stilata dalla Federazione. A partire dagli ultimi anni, ovvero dal momento in cui il mahjong ha cominciato a diffondersi anche in rete, ha poi cominciato a circolare anche una versione semplificata del gioco e giocabile in solitario. In quest’ultimo caso, le tessere non sono disposte a muraglia come nella versione classica, bensì a piramide, mentre lo scopo del gioco consiste nell’accoppiare le tessere dai simboli uguali fino a esaurirle tutte. Per poter essere eliminate, però, le tessere non devono essere coperte da altre o, in alternativa, devono essere libere almeno da un lato. Una versione semplificata, dunque, in parte simile a un Memory, e che ha il vantaggio di poter essere giocata anche da soli e con il semplice ausilio di un computer.
Regole fondamentali del mahjong

Per quanto riguarda la versione classica del gioco, invece, ovvero quella giocabile da quattro giocatori, le regole fondamentali prevedono che le tessere vengano disposte, coperte, su quattro file alte due tessere e lunghe diciotto e disposte sul tavolo a formare un quadrato, che viene definito “muraglia”. Dopo aver disposto le tessere, i giocatori devono quindi pescare tredici tessere ciascuno, a eccezione di un giocatore, quello posizionato a est della muraglia, che ne dovrà pescare quattordici. A ogni turno, ogni giocatore può pescare una tessera allo scopo di accumulare combinazioni di due, tre o più tessere uguali. Una volta pescata una tessera, quindi, ciascuno può scegliere di scartarla o di scartarne un’altra meno utile al raggiungimento dell’obiettivo finale. Ogni partita prevede quattro diverse manche e a essere decretato vincitore della partita è colui che alla fine delle quattro manche ha accumulato più punti sulla base delle combinazioni realizzate, che possono prevedere anche bonus particolari. Al di là delle diverse versioni del gioco, le regole fondamentali del mahjong restano dunque le stesse.
Con così tanti anni di tradizione alle spalle, il mahjong risulta tuttora uno dei giochi più rappresentativi della Cina, affiancato, probabilmente, solo dal gioco del go. Le sue tessere orientaleggianti e la dinamicità delle partite lo rendono ancora oggi uno dei giochi di origine asiatica più conosciuti a livello mondiale, tanto da essere giocato anche nel nostro Paese.
Immagine in copertina: pixabay

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