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Secondo gli analisti di Morgan Stanley la crescita economica della Cina nel primo trimestre potrebbe scendere fino al 3,5% se la diffusione dell’epidemia del virus, che si ritiene essere originato a Wuhan, non verrà contenuta velocemente.
Fino ad ora, le autorità sanitarie cinesi hanno riferito di 74.185 casi confermati e di oltre 2004 morti, la maggior parte concentrati nella provincia dello Hubei, l’epicentro dell’epidemia.
Le attività produttive in Cina sono state arrestate in questo periodo in un tentativo effettuato da parte delle autorità per contenere il virus.
Mentre le fabbriche hanno iniziato a tornare online, gli analisti di Morgan Stanley hanno notato che la produzione ha raggiunto soltanto il 30-50% dei livelli normali della scorsa settimana.
Dal momento che la Cina è la seconda maggiore economia al mondo, un rallentamento delle attività produttive in Cina si riflette ed ha conseguenze a livello globale.
Gli analisti di Morgan Stanley hanno affermato che la produzione cinese potrebbe raggiungere il 60-80% dei livelli normali entro la fine del mese, e tornare nella norma verso metà marzo. Tuttavia rimangono tuttora delle incertezze riguardo la diffusione del virus.
Sempre secondo il report di Morgan Stanley la produzione industriale potrebbe ricevere una forte spinta con il ritorno alla normalità.
La Cina ed altri paesi asiatici adotteranno alcune misure economiche, come un ulteriore taglio del tasso degli interessi ed esenzioni fiscali per i settori maggiormente colpiti, per cercare di ridurre l’impatto dell’epidemia.

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