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Il governo cinese, secondo il Financial Times, ha ordinato di rimuovere ogni computer e software straniero dagli uffici governativi e dalle istituzioni pubbliche entro tre anni.
La nuova direttiva cinese riflette per certi versi il divieto dell’ amministrazione Trump rivolto alle compagnie americane di fare affari con il gigante delle telecomunicazioni cinese Huawei, accusato di essere sostanzialmente un tentacolo del governo cinese ed un elemento di instabilità.
Intel, Google e Qualcomm hanno annunciato dunque che avrebbero arrestato il rapporto collaborativo con Huawei.
La decisione cinese potrebbe colpire in particolar luogo alcune compagnie hi-tech americane più esposte sul mercato cinese come HP, Dell e Microsoft.
Escludendo la Cina dal know-how occidentale, l’amministrazione americana ha chiarito come il campo di battaglia della guerra commerciale sia anche quello tecnologico.
Questa è la prima direttiva cinese rivolta a limitare l’uso di tecnologia straniera nel paese.
Secondo il Financial Times circa 20 o 30 milioni di dispositivi hardware dovranno essere sostituiti, dall’inizio del 2020.
Nel 2020 dovrebbe essere rimosso il 30% dei dispositivi, l’anno successivo il 50% e nel 2022 il restante 20%.
Il problema potrebbe essere più complesso di quanto immaginato, poiché la maggior parte dei computer utilizzati sono di fabbricazione Lenovo, che è certamente un marchio cinese, ma al suo interno vi sono innumerevoli componenti fabbricate da compagnie americane, a cominciare proprio dai processori.

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