Recensione di Super Me (2019): Una Storia di Sogni Lucidi e Redenzione

Sang Yu (Darren Wang), un giovane scrittore non riesce a portare a termine un lavoro per cui è stato pagato anticipatamente, poiché è stremato ed esausto dai tentativi di rimanere costantemente sveglio.

Super Me – Chao Ji De Wo -超级的我” di Zhang Chong – 张 翀

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Ogni volta che chiude gli occhi, un demone lo insegue e lo uccide nei suoi sogni.

Angosciato da questo incubo che gli impedisce di avere una vita normale, trascorre le sue giornate scappando da coloro a cui deve del denaro.

Inizia una vertiginosa spirale discendente quando viene sfrattato, derubato del personal computer e non ha di che sfamarsi.

Nel momento in cui sembra avere toccato il punto più basso, Sang Yu riceve un consiglio da un anziano (Jin Shijie) venditore di street food che lo spronerà ad affrontare il sogno ed il demone risvegliandosi prima di essere ucciso.

super me recensione

Ma questo non è l’unico beneficio: oltre a risvegliarsi dall’incubo prima del proprio assassinio Sang Yu porta con sé dei tesori dal mondo dei sogni.

Ha scoperto quindi di avere anche un’abilità ed un potere speciale che gli permette, da un giorno all’altro, di riuscire di notte a diventare un uomo ricco dormendo.

Le fortune ed i denari ottenuti dai sogni, lo aiutano a cambiare il suo stile di vita, avere maggiore rispetto dall’amico San Ge (Cao Bingkun) che ha creduto in lui ed inoltre finalmente può conquistare l’amore di Hua’er (Song Jia) che ha sempre desiderato e “sognato”.

Ma i tesori e quell’opulenza custodita, ed anche sbandierata, attirano l’attenzione di un gangster spietato e senza scrupoli.

Inevitabilmente anche gli affetti di Sang Yu vengono travolti dall’orda del criminale, portando quindi il giovane a riconsiderare le sue scelte e “sogni”.

“Super Me” è un film dove si intrecciano realtà, sogni, desideri, paure e fantasie partendo dall’inconscio dell’io più profondo dell’individuo, in cui il regista ci conduce in un viaggio d’esplorazione nell’ignoto, mettendo in luce ed affrontando i dubbi dell’autocoscienza.

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Sang Yu nei suoi sogni si ritrova in luoghi ricchi di tesori, d’arte e cultura. Lo vediamo in una sala di un museo dove appare tra le tante opere d’arte la Primavera di Botticelli.

“Super Me” è un film dove si intrecciano realtà, sogni, desideri, paure e fantasie partendo dall’inconscio dell’io più profondo dell’individuo, in cui il regista ci conduce in un viaggio d’esplorazione nell’ignoto, mettendo in luce ed affrontando i dubbi dell’autocoscienza.

Il film inizialmente appare come una commedia fantasy d’azione, ma approfondendo ed comprendendo i dettagli che il regista dissemina nel dipanarsi della trama, come fossero i pezzi di un puzzle possiamo pensare e trovare innumerevoli ed affascinati interpretazioni che ci conducono anche ai drammi universali: la paura del fallimento, della morte, il desiderio di amare e la paura di non essere corrisposti, voler raggiungere il successo a tutti i costi etc …

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Super Me è stato presentato in anteprima mondiale alla 52sima edizione del Sitges Film Festival in Spagna.

In principio ci troviamo dinnanzi ad uno scrittore creativo durante un forte periodo di stress, un po’ bohemien, trasandato, strano, agitato, disturbato. Partendo dai problemi del sonno e dello stress la pellicola prende i toni di una storia drammatica e fantasiosa.

Sang Yu sembra in balia tra i sogni lucidi e le allucinazioni, in alcuni momenti potremmo credere che abbia problemi psicologici e che sia tormentato dal frutto della sua malattia/fantasia.

Una persona in balia della propria mente e/o dei propri sogni esteriormente appare introspettività o schizofrenica.

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Agli occhi degli altri l’individuo bloccato nella vita dalle proprie paure ed arso dai desideri può sembrare anche solo depresso.

L’approvazione del mondo esterno, la gratificazione, portano chi si trova in una situazione simile a cercare l’accettazione tramite vie che appagano il senso materialistico.

I giudizi degli altri sono importanti e l’individuo si sente realizzato soddisfacendo le proiezioni di quello che crede possa non deludere le aspettative delle persone che ama e ammira.

Questo lo vediamo nel rapporto tra Sang Yu e Hua’er, che lui ha sempre adorato quasi da sembrare uno stalker impacciato.

Quando capisce di avere un potere cerca di risolvere i problemi economici dell’amata. Ma Hua’er ha davvero bisogno di un aiuto finanziario o ciò fa parte del punto di vista di Sang Yu che vuole sentirsi utile nella vita di lei?

L’amore influenza la psiche e le scelte del protagonista.

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I ricordi del passato di Sang Yu e Hua’er sembrano proiettati tra il sogno ed una realtà alternativa come se ognuno vedesse le cose dal proprio punto di vista, per questo motivo, i loro ricordi accostati assieme sono parti di differenti specchi che riflettono realtà individuali e soggettive.

Quando il regista si addentra ed approfondisce il tema legato al mondo dei sogni, il complesso funzionamento della psiche umana e le lotte interne tra Es, Io e il super-Io (3 fasi di trasformazione che affronta Sang Yu nella pellicola) sono evidenti e mostrati i concetti della teoria della psicoanalisi di Sigmund Freud.

Non manca nella rappresentazione narrativa il processo di individuazione in uno sfondo ricco di prodotti della natura, attento e creativo ispirato agli studi di Carl Gustav Jung.

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I significati dei sogni sono sempre ambigui possono avere molteplici interpretazioni, obblighi ed eredità e quindi portare a presupporre scelte di un determinato tipo che risultano stravolgenti in un percorso di vita.

Ma i sogni rivelano più di quanto nascondono e si integrano nelle nostre vite consce ed inconsce. Vi sono segnali nella vita che non si riescono ad interpretare immediatamente. Dormendo, nel sogno si innesca quasi in una sorta di riflessione e meditazione che rivela parti dell’io.

Quando si parla di sogni nel cinema diventa impossibile non pensare anche ad “Inception” di Christopher Nolan.

Un sogno all’interno di un sogno porta ad un cambiamento nella percezione della realtà di una situazione ed è la mente subconscia o conscia che gestisce, approfondisce la comprensione e il ragionamento.

I sogni fin dai tempi antichi per l’uomo hanno un significato magico, spirituale sono rivelatori, ispiratori, profetici.

Quando Sang Yu inizia ad essere conscio del suo potere, mentre si corica a dormire, nello sfondo della sua stanza da letto vediamo il dipinto “Il Sogno di Giacobbe” dello Spagnoletto (Jusepe de Ribera) che rappresenta il misterioso sogno del patriarca Giacobbe, tratto dal libro della Genesi.

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Prima che Sang Yu entri nel regno dei sogni sul muro vediamo il dipinto Jacob’s Dream (1639) di José de Ribera, che fa parte della collezione d’arte del Museo del Prado, Madrid. Questo dipinto simboleggia l’abilità dell’autore nella costruzione di un discorso metaforico.

Giacobbe sembra addormentato e dietro di lui vi è una scala di luce. A Giacobbe in sogno viene detto “ovunque tu vada, ti riporterò in questa terra” e così accade anche per Sang Yu che dal regno dei sogni ritorna alla realtà indenne e ricco.

L’episodio biblico del sogno di Giacobbe nella storia dell’arte viene anche chiamato “La scala di Giacobbe” impossibile non pensare al film psicologico del 1990, “Jacob’s Ladder” (Allucinazione Perversa), diretto da Adrian Lyne, dove Jacob, interpretato da Tim Robbins, ha visioni strane, si sveglia brevemente in un’altra realtà e vive bizzarre allucinazioni che continuano a perseguitarlo, quasi come il protagonista di “Super Me”.

Ma il dipinto ci offre anche altre chiavi di lettura e paragoni: Giacobbe viene “colpito” da un raggio di luce mentre Sang Yu nella sua ascesa verso la ricchezza, prendendo un ascensore, fino all’ultimo piano del grattacielo si trova nelle tenebre.

La sua ascesa, il desiderio di successo, si addentra in una scalata che inevitabilmente porta all’avidità.

Ad un certo punto Sang Yu, ispirato da San Ge sembra prendere la strada del delirio di Onnipotenza quando pensa di costruire un luogo per i bisognosi. La brama rischia di tramutarsi in arroganza e portarlo ad una sorta di torre di Babele.

La scala posta sulla terra, e la cima di essa che raggiunse il cielo, si riflette e capovolge nel grattacielo immerso nel buio. All’ultimo piano non si trova un paradiso ma un upsidedown che sembrano le porte degli inferi.

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La scala ritorna nella lotta con la banda del gangster e questa volta la scena riporta alla mente le diverse interpretazioni della scala di Giacobbe, dal momento che ritroviamo i principali interpreti della pellicola la scala sembra essere l’anima umana, ogni personaggio rappresenta l’istinto degli esseri umani.

SPOILER ALERT

Conoscere i propri limiti, conoscersi diventa fondamentale per poter capire il momento dell’errore e riportare ordine.

Sang Yu combatte e fugge, è ferito e paralizzato ma nel processo passa da un piano reale ad un altro, quando ormai sembra trovarsi morto all’inferno e diventa il suo temuto demone.

Ma la trasformazione nel suo assassino si rivela essere nel suo protettore. Scopre di essere il proprio demone il suo super io, un demone “angelo” che lo salva.

La sua redenzione e salvezza arriva quando tocca l’abisso.

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Il demone che appare anche come custode dei tesori, simboleggia che il tesoro non si deve toccare, che i gradini della scala devono essere percorsi uno alla volta e che le priorità della vita si apprezzano momento per momento, in modo semplice.

Quando distrugge il basso rilievo, si salva, rompe la porta tra i due mondi e si apre verso la salvezza.

Quando i sogni si avverano e viene cambiato l’ordine della realtà implicitamente se ne pagano le conseguenze.

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Ogni cosa ha un suo prezzo, anche i sogni e questo prezzo può essere molto caro.

Quindi resettarli e ricominciare da capo con aspettative più modeste può essere meno rischioso per noi stessi e per chi amiamo.

Nonostante le tematiche molto profonde non mancano i momenti di rapporti conflittuali tra amicizia e lavoro tra Sang Yu e San Ge, dove quest’ultimo lo bacchetta con le bacchette, quasi a rimproverarlo per farlo svegliare, rendersi conto della realtà.

Forse Sang Yu stava sempre dormendo/sognando quando non reagiva agli eventi, forse era in balia del suo io profondo?

Scene leggere e spensierate come quando Darren Wang, riporta alla mente Tobey Maguire nei panni di Peter Parker danzante per strada in Spider-Man 3; volendo spingersi cinematograficamente indietro nel tempo John Travolta nei ruolo di Tony Manero all’inizio di Saturday Night Fever.

Il momento di saggezza, dove l’anziano venditore (Jin Shijie) come fosse Mr. Miyagi (Pat Morita) di Karate Kid, diventa un maestro consigliere, che insegna la vita ed in questo caso l’arte del viaggio sicuro nei sogni, perché lui vi è già passato.

” È meglio che tu faccia attenzione
Quello che desideri
Ne vale la pena
Tanto da morire per … ” – Celebrity Skin – Hole

Un ringraziamento a Fortissimo Films per la collaborazione

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