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- Intervista a Gan Jianyu,...
Gan Jianyu è un regista cinese nato nel 1988 a Chongqing, nella Cina centrale.
Si è laureato presso il dipartimento di regia della Communication University of Zhejiang, ed ha completato il suo MAE presso la Hong Kong Academy for Performing Arts.
Ha co-diretto con Xu Xinxian, il lungometraggio a Sometimes Naive nel 2015, una commedia sulla regia, che ha vinto come miglior lungometraggio all’8° FIRST International film festival ed è stato selezionato al 10° Hongkong Asian Film Festival.

Cosa ti ha motivato a diventare un regista? Chi ti ha influenzato come persona e regista?
Sono diventato un regista perché amo i film ed il cinema.
Sono sempre stato affascinato da alcuni registi o attori, ma penso che la mia scelta di girare film come regista, sia stata proprio motivata dall’amore che provo per il cinema.
Le persone ti possono deludere, i film no.

Da dove nasce l’idea di “Vortex” ?
Avevo in mente un certo tipo di film che volevo girare.
Desideravo che questo film fosse visto e questo genere era il modo migliore per permettermi di raggiungere questo obiettivo.
Ho svolto numerose ricerche ed ho collezionato varie informazioni presso la polizia criminale nelle prime fasi di produzione.
Penso che un rapimento sia un soggetto che è per sua natura drammatico e contraddittorio.
Quali sono state alcune delle maggiori sfide del film? Come è stato il processo della sua realizzazione?
Il primo problema è in quale modo un nuovo regista possa conquistarsi la fiducia ed essere aiutato per realizzare il film.
Per fare un film, devi necessariamente pensare in anticipo ad ogni possibile collegamento in modo tale che sia il più comprensibile possibile, tu dai tutto te stesso in questo progetto, e devi fare in modo che tutti possano comprendere il tuo punto di vista e il tuo impegno per realizzare la pellicola.
Hai diretto Da Peng, un attore che di solito ha recitato in ruoli comici, in un ruolo drammatico e serio. Puoi parlarci della tua collaborazione con lui sul set?
E’ un attore molto scrupoloso, ed ha girato tutte le scene pericolose da solo.
Penso che sia più semplice per i nuovi registi lavorare con attori che sono conosciuti per un determinato tipo di ruoli.
Spero quindi di poter sorprendere gli spettatori e mostrare altri lati dell’attore.
Come è stato dirigere Doo Ulantoya? Puoi raccontarci come è stato lavorare con una piccola attrice sul set di un di crimine e d’azione?
Lei è geniale! Ha cominciato a lavorare alle riprese del film quando aveva solo 5 anni, ed ha compiuto i sei anni con la crew.
Era la mascotte del gruppo.
Quando lavori con una bambina, devi inserirla in determinate situazioni in modi speciali.
La parte più importante è convincerla e motivarla.
Le scene di combattimento sono agilmente coordinate. Avete affrontato momenti inaspettati durante le riprese?
La fluidità delle scene d’azione deriva dalla preparazione svolte nelle fasi precedenti d’allenamento, e la maggior parte delle scene sono state eseguite seguendo la sceneggiatura e le prove.
La parte più inaspettata è stata che gli attori non hanno avuto bisogno di controfigure, e questo ci ha dato molto più spazio e prospettiva per presentare e curare dettagliatamente i personaggi durante le scene d’azione.
Liu finisce per avere scrupoli morali dopo aver incontrato Qiqi. Compassione, empatia e moralità. Credi che la personalità dell’individuo possa prevalere indipendentemente dall’estrazione sociale e dalle difficoltà economiche?
Credo che per quanto riguarda l’assassinio di un uomo per soldi, volevamo mostrare che i due personaggi principali sono uno il riflesso dell’altro durante l’inseguimento, loro si conoscono gradualmente, e discendono insieme una spirale di eventi.
Questa non è solo la storia di una ricerca, ma di un cambiamento.
La rivelazione di un personaggio negativo è ancor più affascinante.
Anche se sei colpevole, anche se sei caduto in tentazione, è sempre un lato della natura umana quello di risorgere dopo un momento di difficoltà.
E’ il desiderio delle persone per l’amore e l’affetto.
Grazie a Fortissimo Films

Ciao! My name is Dominique. I’m Italian and I’m proud to be a mix. My father was an Italian chemical engineer and high school teacher, with Greek and Polish heritage. My mother is Haitian, she was high school language teacher, with Dominican, Spanish, French, Portuguese, African and Native American heritage. Being a mix makes me appreciate to want to understand different cultures and lifestyles. I grew up in Italy, lived few years in Haiti, travel around main European capitals, lived seven years in China, six in Spain and UK. Traveling makes me feel that we can learn something from every situation in every part of the world.