Recensione di ‘The Fourth Wall’ di Zhang Chong, Zhang Bo

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Liu Lu (Liu Lu) lavora in un allevamento di cervi in montagna ed una sera, durante il capodanno cinese, un amico, Ma Hai (Ziyi Wang), cerca di smuoverla dal suo isolamento che le impedisce di avere un qualsiasi rapporto umano od emotivo.

Ma Hai racconta di vedere immagini lucide dove conosce un’altra Liu Lu e un altro se stesso in un universo parallelo. Seppur inizialmente lei rifiuta l’ascolto, in seguito mostra estrema curiosità su questa visione vivida perché vuole sapere se l’altra lei ha una vita migliore. Nella visione, Liu è un’ex attrice divorziata, che lavora in un supermercato come agente di viaggio e che per pubblicizzare destinazioni esotiche indossa uno sgargiante sari.

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Liu Lu è sia il nome del protagonista che il vero nome dell’attrice. Ha lavorato nel film di Jia ZhangkeMountains May Depart” e “A Touch of Sin

Viene avvicinata da un uomo dal volto coperto che le chiede informazioni sul Madagascar ed in seguito scoprirà essere Ma Hai, il suo vecchio compagno di scuola, che è stato un fuggitivo per molti anni. Liu Lu più sente parlare dell’altra se stessa, più pensa ad una serie di ricordi di un lato fragile del suo passato a lungo repressi ed un’incidente avvenuto venti anni prima: i due mondi paralleli iniziano a sovrapporsi e la realtà e l’illusione diventano indistinte.

“The Fourth Wall” è una storia sviluppata a strati, dove sono cucite ed intrecciate memoria, realtà e paura a desiderio di fuga dal dolore. In modalità realistica e surrealista vi sono distorsioni del tempo e dello spazio, che prendono una svolta quando la narrazione diventa quella di un dilemma psicologico, che quindi ci riporta al realismo dell’inizio della pellicola in cui erano delineati i tratti di una storia drammatica, ma i cui elementi identificatori apparivano poco chiari.

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Liu Lu e Ma Hai siedono faccia a faccia per rompere la quarta parete dei mondi paralleli mentali

Il titolo “The Fourth Wall” riprende il termine la quarta parete, attribuito al filosofo, critico e drammaturgo Denis Diderot ed usato da Molière, è quella barriera invisibile che divide la scena dal pubblico. Gli attori non dovrebbero mai guardare direttamente o parlare con lo spettatore. La messa in scena accade indipendentemente da essi. Molti film infrangono questo muro, rivolgendosi direttamente al pubblico, facendo sapere di essere consci della sua presenza. Questo tipo di comunicazione parte dal teatro moderno e realistico, dove l’attore sul palcoscenico si rivolgeva alla platea in sala.

Alcune pellicole che rompono la quarta parete sono Ferris Bueller’s Day Off, The Purple Rose of Cairo, Annie Hall, American Psycho, Amélie, Fight Club, Monty Python’s The Meaning of Life, The Wolf of Wall Street etc …

Mentre viaggiavamo con l’equipaggio in Africa per le riprese, ci siamo commossi profondamente di fronte alla terra primordiale. Tutto sembrava irreale, siamo rimasti sbalorditi dalla bellezza e la nostra ansia è svanita. Quell’esperienza è stata magica, ci ha cambiato, quindi abbiamo creato questa storia, che cerca di aiutare le persone a superare le loro barriere psicologiche. “ Zhang Bo

La quarta parete di “The Fourth Wall” assume un ulteriore valore simbolico nello sviluppo della trama. Se inizialmente possiamo pensare di trovarci davanti ad un film che tratta con risvolti intenzionali o non intenzionali il tema degli universi paralleli o universi alternativi di realtà diverse in contrasto come possiamo vedere nelle serie tv:Star Trek, Fringe, The OA, Sliders, Stargate, Otherworld, Doctor Who etc o in film come Angel Heart, Run Lola Run, Sliding Doors, Donnie Darko, The Cloverfield Paradox, Source Code, Synchronicity etc

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La quarta parete è stata nominata al 22 ° Shanghai International Film Festival come miglior sceneggiatore e miglior film per i nuovi arrivati asiatici

Proseguendo la visione capiamo che non stiamo assistendo a viaggi intradimensionali, ma a viaggi interiori, mentali come quelli delle storie sviluppate ed affrontate nelle pellicole: The Machinist, Shutter Island, Memento, Melancholia, Fight Club …

La quarta parete è il muro abbattuto dalla protagonista nella continua comunicazione con se stessa per cercare di aiutarsi a ricordare e per uscire da quella scena, da quel palcoscenico, da quella finzione che ha creato nella sua testa con dei ricordi irreali.

“Innumerevoli persone hanno cercato di rompere la” quarta parete “dalla sua nascita durante il 19 ° secolo. Questi sforzi hanno avuto un ruolo importante nel trasformare il dramma teatrale in un’arte popolare. Il film THE FOURTH WALL cerca anche di rompere quel muro, il muro che si frappone tra noi e le nostre vite, ricordi e futuro. Zhang Chong

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Il film è stato presentato in anteprima mondiale al 22 ° Shanghai International Film Festival

I suoi universi paralleli sono un percorso del tentativo di comunicare con tutte le parti si se, attraverso una realtà illusoria da lei creata. Il fatto che in un’altra realtà lei sia un’attrice simboleggia il blocco della parte che ha scelto di recitare, negandosi i ricordi di un passato doloroso. La sua negazione è un disturbo dissociativo d’identità, chiamato un tempo “disturbo di personalità multipla”. La sua condizione di trauma mentale la porta in universi paralleli finti dato che sono viaggi della sua mente, nella sua mente.

L’intera pellicola affronta la tematica della “quarta parete” in tutte le sue forme offrendo continui molteplici significati.

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Lo spettatore viene trasportato avanti ed indietro tra realtà e illusione, realtà e fantasia, ed esplora ripetutamente la scelta. La “quarta parete” si riferisce anche alla svolta delle dimensioni esistenti a livello di storia personale, quindi anche alle diverse possibilità considerate sotto diverse scelte e punti di vista Le possibilità di un momento della vita.

Solo quando una realtà viene stabilita l’altra scompare. Sottolineando gli aspetti psicologici surreali. Il “sogno” in realtà è raccontato nelle scene della vita

The Fourth Wall locandina
The Fourth Wall è stato presentato nella selezione principale al First International Film Festival

quotidiana della protagonista intrappolata in una vita priva di gioia. Il suo scudo che è la sua parete di sicurezza inizia a presentare alcune crepe proprio come il cervo che attraversa la rete del filo spinato.

Metafore e simboli sono strumenti d’interpretazione per muoversi nello spazio e nel tempo. La protagonista crede che la vita senza la cicatrice fisica che ha sulla guancia possa essere migliore, ma non è così.

La pellicola è una profonda esplorazione interiore della protagonista e della ricerca di guarigione della e dalla cicatrice, dove il tempo è una medicina.

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Quando non vi sono segni esterni alcune cicatrici sono sepolte ai confini tra la real e l’irreal, sono il dolore interiore e profondo che racchiudono molte persone. Alcuni difronte alle sventure della vita scelgono di fuggire, o dimenticare ricreando intenzionalmente o involontariamente un’altra vita, negando la verità che vedono con i propri occhi e che sentono ripetere dagli altri.

Il Madagascar é un ulteriore simbolo e metafora, in quanto una terra dove le persone riflettono le loro radici miste asiatiche e africane. Il Madagascar è la patria di molte specie uniche, a cui é data l’opportunità di evolversi e diversificarsi in modo isolato. La terra perfetta per riconciliarsi con la vita e con se stessi, liberarsi dal dolore, affrontare con coraggio la verità ed il passato con uno sguardo verso un futuro ignoto, tutto ancora da scrivere.

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