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Jiang Sheng (Chang Feng) e Li Yaojun (Lei Kesheng) si conoscono da tutta una vita.
“The Return – Fu Xiang Xin – 拂 乡 心” di QIN HAILU – 秦海璐
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Sono due veterani, che hanno combattuto nell’esercito di Chiang Kai-shek ed hanno abbandonato le loro famiglie nella Cina continentale, nel 1949, durante la guerra civile cinese tra comunisti e nazionalisti.
Jiang era fuggito a Taiwan per salvare Li, che era all’epoca un ufficiale dell’esercito. Ai nostri giorni si ritrovano nel distretto Ximending di Taipei in un cabaret “Red Envelope Club“, originario degli anni ‘60 su imitazione di un cabaret di Shanghai.

All’interno del locale, un pubblico, esclusivamente composto da ex soldati ottantenni impoveriti, originari della Cina continentale, che aspettano di morire, ascolta delle giovani donne che si esibiscono in canzoni popolari e le paga mettendo i soldi in delle buste rosse.
Jiang è in cura per un cancro ai polmoni e la sua malattia è entrata ormai in uno stadio terminale. Invece di sottoporsi alle cure ospedaliere, Jiang, cerca di trovare un equilibrio emotivo con Jen, una delle non piu giovani ragazze del cabaret, che addolcisce i suoi momenti di noia, prima di “tornare a casa”.
La maggior parte dei suoi conoscenti crede che morirà a Taiwan e che, come consuetudine per i veterani, le sue ceneri torneranno in Cina, per la sepoltura, trasportate da Xia, il giovane assistente della signora Qin, la premurosa donna che gestisce il cabaret e si prende cura delle necessità dei veterinari.
La prima pellicola di Qin Hailu è stata selezionata tra i film in concorso ufficiale del 22° Shanghai International Film Festival

Il legame tra Jiang e Jen è profondo e sincero, lei si prende cura di lui, lo accompagna per il quartiere, assicurandosi che mangi e che non manchi cibo in casa.
Si spaventa quando lui vende tutti i mobili per comprare una bara, con incise scene delle sua regione natale, che chiama letto e dove inizia a dormirvi dentro. Dalla sua partenza non è mai più stato in contatto con la famiglia e confida a Jen che solo dopo le nozze aveva scoperto che la moglie fosse bella.
La donna che si sente emotivamente toccata dalla malinconia di Jiang consegna all’anziano una “misteriosa” lettera della moglie analfabeta, conservata da Li che ha visitato il villaggio natio dell’amico.
Jen e Xia cercheranno di aiutare Jiang nel suo viaggio di ritorno, ricucendo i ricordi sbiaditi dell’anziano ad un vecchio disegno del suo villaggio natale ed a una lettera per molti anni custodita da Li.

Nella pellicola che racconta una storia, a tratti quasi documentaristica, della triste vita e degli ultimi anni a Taiwan di un soldato del Guomindang, troviamo un forte senso di solitudine, malinconia, nostalgia di casa e di una vita mai vissuta.
Un desiderio di ritorno alle origini, ed ai sapori natii, a cui assistiamo quando vediamo il protagonista intento nel ricreare la ricetta della salsa piccante della sua regione natia.

La vita solitaria dell’uomo anziano isolato ed abbandonato al suo destino, trova unico conforto nelle sue memorie e nei suoi oggetti che hanno un valore ed un significato unicamente per lui, per chi empaticamente lo capisce e vuole stargli vicino.

Quando cerca di vendere gli oggetti del suo passato ad un giovane, le sue proprietà vengono svalutate e trattate come paccottiglia. Sembra che alcuni giovani non comprendano il valore culturale che hanno dinnanzi agli occhi.
Nato ai tempi della guerra ed invecchiati all’estero, rappresenta quella generazione di persone che hanno dovuto anteporre le scelte obbligate alle scelte personali e che per questo vivono con un senso di rimpianto e rimorso del passato.
Se da un lato l’arrivo del tramonto nella vita di Jiang infonde un senso di sconforto, d’altro canto il suo legame con Jen (interpretata dall’attrice Ge Lei, conosciuta anche come Grace Ko) offre un senso di pace e calma, in quanto vengono sottolineati il senso del rispetto e della gratitudine.
The Return affronta il dramma esistenziale dei soldati sconfitti di Chiang Kai-Shek, bloccati a Taiwan dopo la guerra

Il cabaret ha i giorni ormai contati, come pure la comunità espatriata di soldati bloccati che vi gravita attorno: alla morte dell’ultimo spettatore coincide la morte dell’attività del locale che non ha più senso di esistere.
Certo non è un centro di beneficenza, dal momento che dalle chiacchiere delle ragazze nei camerini del cabaret, capiamo che per avere qualche soldo in più qualcuna può decidere di offrire più che una semplice esibizione canora.
Ma in fin dei conti è l’unico luogo con un senso di compassione umana per questi anziani lontani dalle loro famiglie che vivono di una misera pensione militare e le cui uniche ambizioni sono limitate a risparmiare per le proprie esequie funebri.
Dopo la vittoria di Mao nel 1949, una generazione di soldati vaga esule separata per sempre dalla famiglia e dal proprio Paese

Questi uomini potrebbero tornare in Cina ma oramai credono che sia troppo tardi per recuperare e riallacciare le relazioni con le famiglie che non sentono da decadi.
Ma Jiang nonostante tutto non vuole negarsi la possibilità del recupero (meglio tardi che mai). Egli ha l’aspettativa e speranza di rivedere il suo vecchio villaggio, nonostante la consapevolezza che non è più possibile cambiare il proprio percorso in base ai propri desideri e che la sua famiglia è rappresentata da una moglie che lui non conosce.
Chang Feng, che interpreta il veterano Jiang di 84 anni, ha 96 anni e recentemente al 22° Shanghai International Film Festival, dove ha vinto il premio nella categoria “Miglior attore”, ha dichiarato “Questo è il film finale che sigilla la mia carriera di attore”.

La pellicola d’esordio dalla famosa attrice teatrale e cinematografica Qin Hailu, la vede anche nel ruolo di co-sceneggiatrice assieme a Yang Xiaoli. Il suo film di debutto tocca tematica dal profondo valore sociale. Con una grande attenzione per i dettagli sono portate alla luce tradizioni che stanno ormai scomparendo e i valori del passato legati a ricordi.
La colonna sonora malinconica e nostalgica, infonde e coglie perfettamente il patos emotivo che accompagna Jiang divorato per tutta la vita dal desiderio di ritorno a casa, come pure lo divora fisicamente la malattia che lo porta ad avere i giorni contati.
Un ringraziamento a Fortissimo Films

Ciao! My name is Dominique. I’m Italian and I’m proud to be a mix. My father was an Italian chemical engineer and high school teacher, with Greek and Polish heritage. My mother is Haitian, she was high school language teacher, with Dominican, Spanish, French, Portuguese, African and Native American heritage. Being a mix makes me appreciate to want to understand different cultures and lifestyles. I grew up in Italy, lived few years in Haiti, travel around main European capitals, lived seven years in China, six in Spain and UK. Traveling makes me feel that we can learn something from every situation in every part of the world.