22 paesi chiedono la chiusura dei campi di rieducazione nel Xinjiang

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Più di 20 paesi, tra cui Giappone, Germania, Francia e Regno Unito, ma non Italia, hanno rilasciato un comunicato che condanna la detenzione di massa in Cina dei cittadini uiguri e di altre minoranze etniche nella regione.

Nella lettera indirizzata all’alto Commissariato per i diritti umani, Michelle Bachelet, il gruppo di 22 nazioni ha richiesto al governo cinese di porre fine alle detenzioni di massa e alle relative violazioni dei diritti umani, richiedendo allo stesso tempo l’accesso di esperti delle Nazioni Unite nella regione per ispezioni.

E’ la prima volta che un gruppo internazionale sfida la Cina per le sue politiche nella regione di confine.

Secondo alcune fonti quasi 2 milioni di persone sarebbero internate nei campi di rieducazione.

All’interno delle strutture avverrebbero continue violazioni dei diritti umani, e i cittadini uiguri sarebbero soggetti a torture fisiche e psicologiche, separazioni forzate, minacce, etc.

Beijing ha naturalmente smentito di avere portato avanti pratiche di indottrinamento politiche o altri tipi di torture, affermando invece che i campi di rieducazione sarebbero semplicemente dei centri di formazione per il lavoro, per combattere il terrorismo e l’estremismo islamico.

Tra le altre nazioni firmatarie vi sono Australia, Canada, Nuova Zelanda.

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