Intervista a Paolo De Giovanni che rappresenterà l’Italia alle “Olimpiadi del cinese” a Pechino

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Paolo De Giovanni è studente dell’Istituto Confucio dell’ Università Cattolica e rappresenterà l’Italia alle “Olimpiadi” di cinese, il concorso “Chinese Bridge”, che si terrà a luglio a Pechino.

CinaOggi: Come ti sei avvicinato allo studio della lingua e della cultura cinese?

Paolo De Giovanni: Il mio interesse è nato da un corso di Storia della Cina Contemporanea che ho frequentato durante il mio corso di laurea in Lettere nel 2013.

Dall’interesse per la storia e dalla volontà di conoscere più in profondità la realtà cinese è poi nata l’idea di intraprendere lo studio della lingua presso l’Istituto Confucio dell’Università Cattolica.

Questo interesse è stato lo stimolo principale lungo tutto il mio percorso di studi.

Quanto tempo hai trascorso in Cina? Hai avuto modo di visitare il paese?

Sono stato in Cina 4 volte in tutto, per un totale di 14 mesi circa. Ho frequentato per tre semestri i corsi di lingua cinese presso la Beijing Language and Culture University (BLCU).

La maggior parte del mio tempo in Cina l’ho trascorsa a Pechino, ma ho avuto occasione anche di visitare altre città: Xi’an, Datong, Qingdao, Tianjin, Nanjing, Shanghai, Suzhou, Hangzhou, Wuhan, Chongqing e Chengdu.

Puoi condividere qualcosa con noi della tua esperienza in Cina? Vi sono state delle differenze culturali che ti hanno particolarmente sorpreso?

Ho trascorso la maggior parte del mio tempo in Cina alla BLCU e ritengo che vivere e studiare in questa università sia stata un’esperienza che mi ha arricchito culturalmente e personalmente.

Mi ha permesso di entrare in contatto con una realtà cinese, ma molto internazionale.

Questo ambiente ha sicuramente contribuito ad avere un impatto positivo con la Cina.

In merito alle differenze culturali, confrontandomi con i miei coetanei cinesi, quello che mi ha impressionato di più sono i ritmi di studio a cui fin da bambini sono sottoposti e l’importanza attribuita all’esame di accesso all’università, il Gaokao, il cui risultato determina il futuro di ogni studente.

Come ti eserciti nello studio della lingua?

Quando frequentavo le lezioni, mi basavo prima di tutto su quanto studiato in classe.

Ora non frequento più corsi e mi esercito parlando coi miei amici cinesi, leggendo testi e articoli in cinese riguardanti diversi argomenti e guardando serie tv cinesi.

Quali sono state le difficoltà maggiori che hai riscontrato?

Penso che i caratteri e i toni siano un po’ per tutti i più grandi ostacoli da superare.

Oltre a questo, nei primi tempi nella mia esperienza di studio, la difficoltà maggiore era il non riuscire ad esprimere quello che volevo dire.

Poi andando avanti con lo studio, la difficoltà è stata, ed è ancora, quella di migliorarsi in una lingua che non è più tanto quella di uso quotidiano, quanto quella di uso più formale e specifico di certe aree di studio.

Quale consiglio vuoi dare a quei giovani che intendano approfondire lo studio della lingua cinese?

Il consiglio che posso dare è di lasciarsi appassionare e incuriosire dalla realtà cinese in tutti i suoi aspetti e di vedere nello studio della lingua uno strumento per avvicinarsi ad essa.

L’interesse e la curiosità verso la Cina possono essere un forte stimolo per affrontare le difficoltà dello studio di una lingua come il cinese.

Hai qualche consiglio per memorizzare in modo efficiente i caratteri?

Io ritengo che ognuno abbia il suo metodo.

Per quanto mi riguarda, la scrittura mi ha aiutato nella memorizzazione dei caratteri.

Quando studiavo le parole nuove imparate a lezione le scrivevo molte volte, questo mi era d’aiuto sia nella memorizzazione sia nella scrittura del carattere.

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