Intervista a Zhou Zhou, regista di ‘Meili’

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Zhou Zhou è nato ad Anqing, nella provincia di Anhui, nella Cina orientale, nel 1984.

Si è laureato in giornalismo radiofonico e televisivo presso l’Università di Scienze e Tecnologia di Huazhong.

Zhou è stato critico e redattore per molti anni e in precedenza ha lavorato per il canale televisivo della CCTV.

meiliAl momento è responsabile della supervisione di sceneggiature per Jiaying Film.

Meili è il primo lungometraggio di Zhou Zhou.

Il film è ambientato e girato nella quotidianità di Changchun, una grigia città da cui tutti vogliono fuggire, nel nord-est della Cina, durante la primavera.

Il personaggio principale del film è Meili, una giovane donna afflitta da problemi che vive un’esistenza desolante, costretta ad affrontare difficoltà e pressioni che le impediscono di cambiare la propria vita.

La sua ragazza decide di andare da sola, per un viaggio di lavoro, a Shanghai e lascia Meili da sola ad affrontare le proprie miserie.

La sceneggiatura scritta dal regista Zhou Zhou e dall’attrice Chi Yun, racconta storie incentrate sulla donna che sottolineano la pesantezza della vita e quanto la solitudine e la depressione avvolgano Meili in una spirale discendente che continua a deteriorare su tutti i fronti: amore, lavoro e famiglia.

Il film è stato nominato come miglior film narrativo, miglior interprete e premio Spirit of Freedom al 12 ° Xining International Film Festival. L’attrice protagonista di Meili, Chi Yun, ha vinto la categoria Best Performer.

Intervista di Dominique Musorrafiti

CinaOggi: Sei stato critico ed editore, al momento ti occupi di supervisionare le sceneggiature per Jiaying Film. Cosa ti ha motivato a diventare un regista?

Zhou Zhou: Quando avevo quindici o sedici anni, sono rimasto molto affascinato dalla visione del film franco-spagnolo “La tita y la luna” di Bigas Luna. Il film racconta la storia di un ragazzino che è attratto da una sensuale ballerina di un circo.

Il film era pieno di immaginazione, coraggio ed innocenza, e mi ha molto impressionato.

Così ho cominciato a cercare film artistici. Penso che quel film sia stato un seme, che mi ha spinto ad avvicinarmi al cinema.

In seguito, la temperatura e il suolo hanno consentito a quel seme di germinare dopo un periodo di circa cinque anni di frustrazione e depressione: ero molto disgustato da questa fase e ho avuto la fortuna di incontrare Schopenhauer la cui filosofia mi ha consentito di ripristinare la mia visione della vita, la visione del mondo, i valori, una vera rinascita.

Penso che la filosofia di Schopenhauer mi abbia dato un nuovo sguardo introspettivo, verso gli altri e verso il mondo, e penso che questo aspetto sia il fattore più importante come regista.

“Il film esplora l’egoismo attraverso la storia di Meili. Le vicissitudini di Meili e i suoi sforzi non sembrano trovare soluzione e non vengono ricompensati.”

meili

Chi ti ha influenzato come regista e come persona?

Credo che nella mia vita, sia come regista che come uomo, vi siano stati quattro fari che mi hanno guidato: Bergman, Akira Kurosawa, Bach e Schopenhauer.

La verità di Bergman, l’integrità di Kurosawa, la calma di Bach e la solitudine di Schopenhauer mi ricordano sempre di non smarrire la mia via.

Meili, il personaggio principale del tuo film è vittima di abusi psicologici. Perché hai scelto di affrontare questo argomento?

Mi identifico molto con il personaggio di Meili.

E’ moralmente integra, un personaggio caratterizzato da un rapporto di amore e odio, che riesce a mantenere i suoi desideri più profondi, un bellissimo fiore che cresce nel terreno della sofferenza.

“La chiave per connettere la realtà al dramma è stata la performance dell’attrice principale. E’ stata la sfida più grande. Mi sento molto fortunato ad avere incontrato Chi Yun, un’attrice di grande talento. La sua brillante interpretazione ha portato alla vita il film.”

Quali sono state le sfide più grandi che avete dovuto affrontare?

Avendo creato una produzione indipendente e a basso costo, penso che si debbano superare le difficoltà una ad una, e quando il film è stato completato in otto giorni, è stato davvero come un sogno.

Non ricordo quale sia stata la difficoltà maggiore, o se ve ne siano state. Se ve ne sono state ad ogni modo, dovrebbero sicuramente riguardare la star femminile e sceneggiatrice Chi Yun.

Lei ha molte parti drammatiche, non solo performance molto lunghe, ma anche che richiedono uno sforzo. Credo che abbia un grande talento e potenziale.

Puoi condividere con noi una storia dal backstage del tuo film?

Mentre stavamo preparando quest’opera, un giorno dopo cena, l’attrice principale Chi Yun disse che se l’opera fosse stata messa in scena malamente, sarebbe morta.

Posso capire che lei non avesse potuto dimostrare il suo talento prima di iniziare le riprese, il dolore di essere rifiutata ed ignorata, e il suo forte temperamento non le avrebbero consentito di accettare lo stigma di un fallimento.

Ma poi è diventata così calma e diretta, sono rimasto scioccato.

Più tardi, e quando ha vinto il premio FIRST per questo film (il film ha vinto il Prix du Meilleur Acteur al Festival FIRST 2018, ndr), le ho ricordato questo episodio. Ha detto di non ricordarsene.

Meili – 美丽 in cinese significa “bello”. Il suo nome indica bellezza, ma la sua vita è orribile, dal momento che è costantemente vittima di abusi psicologici.

meili

‘Meili’ è un’efficace lente di ingrandimento sulla società contemporanea in Cina, e tocca tematiche come le relazioni familiari, le relazioni con il denaro e l’indentità sessuale. Quanto sono cambiate queste realtà nel corso degli anni in Cina?

Negli ultimi anni, sento che la società ha iniziato a riflettere sulla nostra visione della vita, i valori e se ci sono grossi contrasti nelle nostre convinzioni.

Penso che questo accada poiché troppe contraddizioni sono state esposte, e questa riflessione avviene in maniera forzata.

Penso che un cambiamento sia molto difficile, perché la società nel suo complesso è troppo materialista, il denaro e la dignità sono intrecciati tra di loro, e le idee sono spesso troppo deboli di fronte al quotidiano.

Ma dopo tutto, c’è sempre più meditazione sulla realtà, e questo indica che stiamo superando lo stadio della cieca adorazione del materiale.

Il dramma di Meili evidenzia come in una società contemporanea come quella attuale, nonostante lo sviluppo tecnologico e l’iper connettività, è difficile essere diversi. Vi è una mancanza di empatia verso gli altri, che inevitabilmente conduce i più fragili verso l’isolamento. Pensi che il numero di coloro che affrontano questo genere di difficoltà sia cresciuto?

A causa della diffusione capillare dei cellulari questo senso di alienazione è finito per esplodere.

A volte osservo le persone che giocano con i loro telefoni cellulari, sento davvero che gli esseri umani sono diventati gradualmente schiavi della tecnologia, e sono diventati ignavi e insensibili.

Anche se molte persone esprimono il loro amore o la loro empatia su Internet, fanno essenzialmente parte del mercato.

Le persone che sono veramente empatiche dovrebbero essere altrettanto coraggiose da affrontare la sofferenza, non dovrebbero essere paralizzate dai telefoni cellulari.

Credo che queste persone stiano davvero diminuendo.

Meili dipinge un’intensa tragedia umana e una verità universale disperata, dal momento che le sventure della sua vita, diventano subito inesorabilmente prevedibili.

Quale pensi sia la reazione del pubblico al dramma di Meili?

Penso che il film sarà ricevuto con molte controversie. Alcuni saranno molto coinvolti a livello sentimentale ed empatico.

Molti altri invece rimarranno a disagio e non capiranno queste storie e questi personaggi. Penso che una certa parte del pubblico lo apprezzerà ed altri lo odieranno.

Penso inoltre che verrà maggiormente apprezzato dal pubblico femminile.

Puoi dirci qualcosa del tuo prossimo progetto?

Il prossimo è ancora un film a tema femminile chiamato “Red Flower”, che racconta la storia di una ragazza che balla danze latine e combatte l’epilessia.

È molto appropriato usare le parole di Schopenhauer per spiegare il tema centrale di questo film, cioè che “i guerrieri più coraggiosi vanno ad affrontare battaglie che sanno essere perse”.

Grazie a Fortissimo Films per la collaborazione

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