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Per combattere la dipendenza da internet, diffusa soprattutto negli strati più giovani della popolazione, e per poter valutare l’adeguatezza dei contenuti dei videogiochi rivolti a questo pubblico, il governo cinese ha creato un nuovo Comitato Etico per il Gioco online.
In un servizio apparso sulla China Central Television, il Comitato è stato presentato come un organo che si occuperà di temi di interesse nazionale quali appunto la dipendenza da internet, la miopia infantile (le cui cause vengono fatte risalire alle tante ore trascorse davanti ai videogiochi) e l’individuazione di eventuali contenuti inadatti.
Prima della nascita di questo comitato, il settore del gioco online era regolato da tre enti governativi differenti: il Ministero dell’Industria e dell’Informatica (MIIT), l’Amministrazione Statale della Stampa, Editoria, Radio, Cinema e Televisione (SAPPRFT) e il Ministero della Cultura (MOC) che spesso si trovavano in conflitto tra loro.
Nonostante le difficoltà insite nell’ottenere tutte le licenze necessarie, nulla ha fermato il mercato dei videogiochi online dal prosperare, soprattutto per quanto riguarda il comparto dei giochi per cellulare, raggiungendo un giro d’affari pari a circa 38 miliardi di dollari.
Licenze ed autorizzazioni sono una realtà presente non solo nel campo dei videogiochi ma anche in quello dei casinò a distanza.
In Italia, ad esempio, i migliori casino online devono presentare richiesta di concessione all’Agenzia Dogane e Monopoli e possono operare solo dopo aver superato una lunga serie di rigidi controlli, tuttavia la situazione cinese va al di là di questo e per molti il controllo governativo è una forma di censura vera e propria.
Già nella primavera del 2018, il clima nel settore del gioco online cinese ha cominciato a cambiare: con l’abolizione del SAPPRFT ed il passaggio dei suoi poteri al Dipartimento della Pubblicità del partito comunista (PDCPC), il numero di videogame che è stato in grado di raggiungere il mercato si è ridotto notevolmente.
Successivamente, in agosto, il governo ha dichiarato di volersi impegnare per proteggere la salute della vista dei giovani cinesi e, di conseguenza, il PDCPC ha introdotto nuovi controlli qualitativi sui giochi online ed un limite al tempo che può essere trascorso giocando online.
Alla fine dello scorso anno, ha poi preso vita il Comitato Etico per il Gioco Online che si è messo subito all’opera pubblicando una lista di 20 titoli di nuovi videogame i cui contenuti rappresentano un rischio morale ed etico per i cittadini del paese. Di questi, a 9 titoli è stata rifiutata la licenza mentre gli altri 11 hanno dovuto apportare modifiche al proprio software.
Ma non sono solo i contenuti spesso violenti e sanguinosi dei videogiochi ad essere nel mirino del Comitato Etico: nei primi mesi del 2019, infatti, sono stati approvati 975 nuovi titoli di videogame creati in Cina, ma nessuno di questi rientra nella categoria poker o mahjong .
Per avere una misura del duro colpo inferto al poker online, basta considerare che nello stesso periodo dello scorso anno, erano stati 962 i giochi di poker autorizzati.
La stretta sul poker è un riflesso del fatto che in Cina è ufficialmente vietato il gioco d’azzardo, mentre molti di questi giochi consentono di piazzare piccole puntate.
Vita difficile quindi per i giocatori d’azzardo cinesi che non hanno l’opzione di giocare legalmente a poker e tanto meno nei casinò online.
Da parte loro, i grandi operatori di poker internazionale, seppure non toccati direttamente da questa recente proibizione, vedono nella mossa del governo cinese un danno che comunque potrà ripercuotersi sul mercato, poiché l’impossibilità di giocare a poker online, impedirà ai cinesi di diventare esperti nel gioco e di poter partecipare ai tornei professionistici live.
Fonte immagine: pixabay

CinaOggi.it e China-underground.com sono due siti sulla Cina realizzati e curati da Matteo Damiani e Dominique Musorrafiti. Dal 2002 la nostra missione è quella di creare un ponte virtuale con la Cina attraverso approfondimenti, analisi, foto, video, ed altro materiale sulla cultura cinese.