Intervista a Clare Kane, autrice di Dragons in Shallow Waters, la storia di una giovane donna inglese durante la Rivolta dei Boxer a Beijing

Durante le violenze e il terrore della ribellione anti-straniera dei Boxer, una giovane inglese nata in Cina si trova sotto assedio a fianco della popolazione straniera della città.

Indipendente e non abituata ai modi europei, Nina Ward si imbarca in una relazione con il diplomatico sposato Oscar Fairchild, rischiando il suo futuro mentre la morte e la disperazione si avvicinano sempre di più.

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CinaOggi: Chi erano Nina Ward e Oscar Fairchild?

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Clare Kane

Clare Kane: Nina e Oscar sono dei personaggi di fantasia, ma rappresentativi degli stranieri presenti nella Pechino all’inizio del ventesimo secolo.

Nina è nata in Cina, figlia di un accademico britannico, e il risultato di un’educazione in parte cinese e in parte europea.

Non appartenere completamente a nessuna delle due culture le consente di avere una visione in qualche modo più obiettiva sulla rivolta dei boxer, ma questo vuol dire che lei è anche del tutto a digiuno dei modi europei, con la sua ingenuità che alla fine la condurrà alla sua caduta.

Oscar è un giovane diplomatico trasferitosi in Cina dopo avere soppresso con successo una rivolta in India.

La rivolta dei boxer, ad ogni modo, si rivelerà un evento troppo complicato da gestire.

Come hai individuato la loro storia?

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Ho studiato la rivolta dei boxer come parte della mia laurea in cinese ad Oxford, e ne sono rimasta affascinata.

Non solo la rivolta in sé, e i fattori sociali, economici e politici che hanno portato alla sua genesi mi hanno ispirato, ma anche l’idea che tutti gli stranieri di Pechino si fossero asserragliati per 55 giorni (per difendersi dalla minaccia dei Boxer, contingenti di varie nazioni occidentali, difesero la comunità degli stranieri da una serie di attacchi sempre più letali, fino all’arrivo dei rinforzi provenienti da Tianjin, ndr).

Quando stavo scrivendo la tesi, incrociai un riferimento appena abbozzato ad una storia illecita che si era svolta nei quartieri della delegazione straniera durante l’assedio.

Il caos, il sovraffollamento, la paura di una morte imminente, la disapprovazione dei numerosi missionari presenti, tutto ciò è stato carburante per la mia immaginazione, e mi ha condotto a Nina e Oscar.

Il libro si svolge durante i fatti della Rivolta dei Boxer. In che modo gli eventi nazionali si riflettono sul destino degli individui?

La rivolta dei boxer iniziò qualche tempo prima dell’assedio del 1900, ma era principalmente confinata alle campagne ed aveva colpito inizialmente i missionari.

Stranieri laici a Pechino ed in altre città cinesi erano consapevoli di episodi violenti e omicidi nell’entroterra, ma non le loro vite non erano state intaccate, nonostante terribili violenze si verificassero ovunque.

Quando i boxer raggiunsero la capitale, ad ogni modo, l’esistenza quotidiana dei residenti europei, americani e giapponesi, fu immediatamente sconquassata.

Molti abbandonarono le loro case per rifugiarsi nei quartieri della legazione, la vita lavorativa quotidiana fu sospesa in favore della difesa, e il cibo divenne scarso.

Persone che erano abituate a vivere nel lusso coloniale, si trovarono improvvisamente affamate ed impaurite.

Vivevano vicini, in quartieri angusti con persone che non conoscevano troppo bene, con tutte le conseguenze che si possono immaginare, quando estranei sono costretti a vivere insieme.

Alla fine della rivolta, molti di coloro che vissero l’assedio, lasciarono la Cina.

Questo fu spesso un addio agrodolce, con gli residenti stranieri sollevati dal fatto di essere sopravvissuti all’orrore e alla violenza di quell’estate, e allo stesso tempo rattristiti dal dover lasciare quello che avevano visto come la loro Cina.

Alcuni missionari rimasero, ad ogni modo, come sappiamo, l’influenza straniera in Cina continuò per qualche decade ancora.

Come reagì l’opinione pubblica allo scandalo?

Pechino era un posto piuttosto moralistico.

Shanghai e gli altri porti dei trattati potevano essere promiscui, ma nella capitale la maggior parte degli stranieri apparteneva ai ranghi governativi o alle chiese ufficiali, non erano esattamente famosi per la loro apertura di idee nel 1900.

Quando la relazione tra Oscar e Nina viene scoperta, viene gestita con attenta fermezza; non viene risolta in maniera plateale, ma viene piuttosto sussurrata nell’ombra.

L’opinione pubblica è leggermente più indulgente verso Oscar, essendo un ufficiale sposato, ma la situazione è decisamente più infida per la nubile Nina, che è considerata come un corpo estraneo dato il suo particolare contesto culturale.

E’ stato difficile reperire il materiale di ricerca?

Non particolarmente, molti degli stranieri presenti all’epoca a Pechino hanno tenuto dei diari, che sono stati incredibilmente utili per dare consistenza umana ai fatti, ed ho ancora un buon numero di testi accademici dei tempi dell’università.

In particolar modo, è stato utile Women At The Siege di Susanna Hoe,The Boxer Rebellion di Diana Preston, e History In Three Keys di Paul A. Cohen.

Qual era l’atmosfera culturale della comunità degli stranieri di Pechino dell’epoca?

La comunità degli stranieri era piccola. Certamente vi erano picnic e party e tutti gli altri simboli della vita coloniale, ma era anche una società altamente intima e talvolta scomoda, e le regole di casa venivano ancora applicate.

Qual è il destino dei protagonisti?

Non voglio svelare nulla! Dirò però che se è vero che il destino individuale dei protagonisti è piuttosto chiaro, spetterà al lettore chi uscirà meglio da questa situazione.

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