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Viaggio a Xiamen.
È una città affacciata sullo stretto di Taiwan, e proprio grazie alla vantaggiosa posizione geografica è da sempre stata un importante porto commerciale.
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Xiamen, la città
Nonostante le sue modeste dimensioni, è una località cosmopolita che ha gelosamente conservato il suo passato multi etnico che si può chiaramente osservare nell’esotica mescolanza di architettura europea, cinese e giapponese.
Grazie inoltre ad una serie di politiche ambientali portate avanti in anni recenti, come ad esempio il divieto alle auto di circolare nell’isola di Gulangyu o quello dei clacson, Xiamen è diventata un modello di vivibilità di riferimento per tutta la Cina.

Infatti nell’isola sono un ricordo lontano le strade caotiche che caratterizzano altri centri urbani cinesi, e l’inquinamento acustico è piuttosto limitato.
Abbondano invece le zone pedonali, affollate da giovani indaffarati nello shopping, a chiacchierare per le strade o in qualche bancarella a vendere oggetti di design.

Storia di Xiamen
Già durante la Dinastia Song la città era conosciuta come un porto internazionale. Alcuni secoli dopo Xiamen divenne alternativamente una base contro la pirateria che infestava i mari locali e contro gli incursori giapponesi.
Dal quindicesimo secolo gli Europei, e in particolar modo i portoghesi, ma anche Spagnoli e Olandesi, fecero di Xiamen un importante porto commerciale.

Koxinga
Durante la fine della Dinastia Ming, il generale Koxinga visse nell’isola per un certo periodo e che sconfisse gli Olandesi a Taiwan, a capo di una poderosa flotta composta da 7.000 giunche e oltre 300.000 uomini, tra cui una grande varietà di pirati e un corpo speciale, le Guardie Tigri.
Secondo la leggenda, Koxinga guidò le sue truppe dal picco Luce Del Sole a Gulangyu.
Ma come spesso accade, Koxinga si lasciò inebriare dal suo potere e cercò di invadere le Filippine, ma quando durante la guerra cominciò a profilarsi la possibilità di una sconfitta, incolpò lo zio e il cugino e li fece condannare a morte. Sopraffatto dal senso di colpa, si tolse la vita a Taiwan nel 1662.

Xiamen, centro commerciale
Con il ritorno della pace, tornarono anche i vecchi commerci con l’Occidente. Le relazioni rimasero amichevoli sino alla Prima Guerra dell’Oppio con la Gran Bretagna che trascinò la Cina in una sconfitta dolorosa e umiliante.
Con il Trattato di Nanchino del 1842, Xiamen venne dichiarata una dei cinque porti aperti, dando ai cittadini inglesi la possibilità di risiedervi liberamente. I privilegi vennero in seguito estesi anche a francesi, tedeschi, americani che andarono a popolare l’isola di Gulangyu.

La sua storia cambiò drasticamente nel 1980 quando fu nominata Zona Economica Speciale, fattore che ha trasformato decisamente la cittadina e che le ha ridonato il suo antico rango di importante centro portuale.
Negli ultimi anni, grazie soprattutto all’attività di alcuni sindaci come Hong Yongshi, è stato incentivato il turismo e portato avanti un progetto per bonificare l’isola dagli agenti inquinanti che avevano avvelenato la costa e il lago Yundang, e che oggi giorno l’hanno portata ad essere una della città più vivibili e un modello nazionale per la Cina intera.

Cosa vedere a Xiamen
Gulangyu, è una graziosa isola caratterizzata da un clima vagamente mediterraneo e da una variegata architettura coloniale che può contare su oltre 1000 edifici di origine occidentale.
Dal momento che nell’isoletta di Gulangyu vige un rigoroso divieto per automobili e biciclette, gli unici suoni che sentirete saranno quelli del vento, delle fronde degli alberi e dei pianoforti (e organi).

Difatti l’isola detiene il particolare record di maggior numero di pianoforti pro capite. Esattamente davanti alla pittoresca isola di Gulangyu, alle spalle del Xiamen International Bank Building, si estende il dedalo di vicoli che costituisce la Xiamen vecchia, caratterizzata anch’essa da un esotico connubio di costruzioni di origine occidentale e cinese.
Nelle vie più grandi si affacciano le attività commerciali principali, mentre nei vicoli si possono trovare piccoli bazar, parrucchieri, alimentari e un numero indefinito di bordellini.
L’atmosfera che si respira è decisamente differente da quella di altre metropoli cinesi, sia per il curioso stile architettonico adottato, sia per le numerose ed evidenti tracce lasciate dall’influenza di diverse religioni.

Lanciando velocemente lo sguardo all’interno delle case, non è raro difatti scorgere dei dipinti della Madonna o dei crocefissi appesi sulle pareti. Le vestigia delle diverse nazioni che hanno segnato la storia dell’isola sono più che evidenti anche sulle facciate di alcune case.
Ogni tanto è possibile persino scorgere delle svastiche naziste su alcuni edifici che dovevano essere appartenuti a rappresentanti del governo tedesco.
Simboli esoterici, religiosi e politici sono così disseminati per i vecchi quartieri della città in attesa soltanto di essere scoperti.









Foto / testo: Matteo Damiani
Immagini di Xiamen
Articolo originariamente pubblicato il 4 Mar, 2013