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Le autorità cinesi detengono illegalmente circa un milione di Uiguri in campi di rieducazione.
Molte di queste persone sono state trattenute semplicemente per avere scaricato musica pop musulmana, o per avere inviato gli auguri per il Ramadan agli amici.
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Secondo il Financial Time, un uomo d’affari Uiguro, Mehmet (nome inventato), dopo anni di persecuzione da parte della polizia cinese, ha abbandonato la sua casa nella provincia dello Xinjiang per il vicino Kirghizistan, solo per rivivere la stessa esperienza da parte della polizia locale che lo ha anche minacciato di cacciarlo dal paese.
Al suo sesto arresto avvenuto lo scorso luglio, un ufficiale della sicurezza chirghisa lo ha condotto in uno scantinato dove erano detenuti altri 70 uiguri.
Mehmet ha affermato che si trattasse di una tattica intimidatoria.
L’ufficiale chirghiso gli ha detto che il suo nome risultava su una lista fornita da una delegazione cinese in visita nel paese. I cinesi avrebbero comunicato il numero esatto di persone da essere arrestate ed estradate: 123. Ad ogni modo, Mehmet è stato rilasciato dopo aver pagato una mazzetta da 5000 dollari circa.
In uno sforzo senza precedenti per riportare sotto il proprio controllo le comunità originatesi dalla diaspora degli Uiguri, la Cina ha esteso il suo apparato di sicurezza alle regioni dell’Asia centrale, le quali in cambio ricevono supporto economico e politico. Sette di questi paesi sono coinvolti direttamente nella realizzazione dell’ambizioso progetto infrastrutturale della Nuova Via della Seta (la cosidetta Beijing’s Belt and Road Initiative).
Sin dall’annessione avvenuta negli anni ’50 dello Xinjiang, la Cina ha avuto numerosi problemi con le comunità locali.
Secondo alcune stime sono tra gli 1 e 1,6 milioni gli Uiguri fuggiti all’estero.
La Shanghai Cooperation Organisation (organizzazione internazionale composta da Russia, India, Cina, Pakistan ed altre repubbliche dell’Asia centrale, con sede a Beijing), è stata molto efficace nel limitare e controllare la popolazione Uigura, secondo i tre precetti cinesi riguardanti lo Xinjiang: combattere l’estremismo, il terrorismo e il separatismo.
Secondo alcuni in particolare la situazione sarebbe preoccupante in Kyrgyzstan e Tajikistan, dove cittadini uiguri scompaiono senza lasciar traccia, improvvisamente.
E’ di tre giorni fa la notizia che il governo tedesco ha cessato di reimpatriare in Cina uiguri musulmani rifugiatisi nel paese a causa delle continue violazioni dei diritti umani del governo cinese nei confronti dei cittadini uiguri che sono oggetto di una e propria persecuzione su base etnica.
In un caso le autorità tedesche hanno fatto sapere che un rifugiato di 22 anni, era stato deportato in Cina dallo Bavaria a causa di un errore amministrativo.
Dopo le legittime lamentele da parte dei gruppi a difesa dei diritti umani e delle opposizioni politiche, il ministro dell’interno in una risposta scritta ad una domanda di Margarete Bause dei Verdi, che la pratica è stata fermata.
Fonte immagini: https://baijiahao.baidu.com via Webarchive (pagina originale rimossa)

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