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Anita Yan Wong è un’artista contemporanea Asiatica Americana, specializzata in arte tradizionale cinese e moderna, educatrice e pensatrice.
Lei è parte della quarta generazione di maestri Lingnan specializzata in arti tradizionali e moderne. Ha ricevuto il suo B.A. (ad onore) in Graphic Design alla Central Saint Martins, University of the Arts London e il suo M.F.A. e M.A. in Digital Photography e Digital Arts del Maryland Institute College of Art.
Sito Ufficiale | Instagram | Behance
Intervista di Dominique Musorrafiti
CinaOggi: Quando hai capito che volevi essere un’artista? Cosa ti ha motivato ad entrare nel mondo dell’arte?
Anita Wong: Sapevo di voler diventare un’artista sin da piccolissima, quando avevo circa 5 anni. Mia madre mi incoraggiò a diventare un’artista quando mi trovò a disegnare e ad amare così tanto il disegno, mentre altri bambini giocavano all’aperto nel parco giochi. Ho iniziato a imparare Guo hua (pittura cinese) da un Maestro – 辛 鵬 九 – un maestro di stile Lingnan di fama mondiale e uno dei primi allievi di Chao Shao An. Precisamente ho deciso di voler diventare un’artista all’età di 6 anni sempre con l’incoraggiamento di mia madre e del mio mentore, Guo hua master 辛 鵬 九. Non so davvero cosa mi motivasse nell’arte e nel sogno di essere un’artista, ma mi veniva naturale. Ogni giorno mi sveglio e sono contenta di esserlo.

Quali sono gli argomenti principali ed il focus della tua arte?
La natura è l’argomento principale delle mie opere, mi piace esplorare i movimenti dei miei soggetti ed il movimento del tempo con il mio pennello. Il mio obiettivo è sviluppare stili unici di Guo hua ed arte moderna che parlino sia agli spettatori orientali che occidentali. Sono stupita dalla bellezza delle arti orientali ed occidentali, ma trovo molto difficile combinarle assieme. Non voglio forzare o correre in uno stile a causa di qualche tendenza. Voglio creare qualcosa di cui sono felice ed il mio ultimo sogno di artista è quello di continuare a sviluppare stili unici di arti tradizionali contemporanee che parlano agli spettatori del Millennio.

Chi sono le tue più grandi influenze?
Non ho un artista particolare o un particolare periodo artistico che seguo perché preferisco essere influenzata da molti grandi artisti. Cerco di seguire sia l’arte occidentale che quella orientale, ammiro in egual misura le opere di Claude Monet, Edvard Munch e le bellissime pennellate trovate nei dipinti asiatici di carta di riso. Sono influenzata da opere tradizionali e contemporanee, cerco di ottenere le mie ispirazioni online e anche offline.

Come ti tieni creativa?
Mi mantengo creativa e aggiornata facendo ricerche, come leggere riviste d’arte online, blog e siti web. I materiali online mi stanno ispirando molto, poiché il World Wide Web ci ha avvicinato, ci ha reso vicine le culture ed avvicinato lo stile dell’arte. Trovo anche molto importante come artista prendersi una pausa dal fare arte. È importante per me non costringermi a lavorare, devo sentirlo e sarò naturalmente creativa quando avverto l’idea. È anche bello fare network, visitare gallerie locali, spettacoli e musei per vedere cosa c’è là fuori.

Come hai trovato il tuo stile personale di pittura? Quanto tempo ci è voluto per svilupparlo?
Ho trovato il mio personale stile pittorico (qualcosa che mi appartiene e mi rappresenta) nel 2017, nella serie di pittura intitolata “Tiger”, “Gallo” che ha continuato fino alla serie di pittura astratta Cane 2018. Questi dipinti sono più astratti ed espressivi del mio vecchio modo di dipingere con inchiostro. Sto mantenendo una mente aperta e non intendo fermare né cambiare il mio stile personale, non voglio nemmeno seguire alcun tipo di tendenza. Credo che il mio stile personale cambierà quando cambierò io nel tempo.

La tua arte ha un messaggio filosofico o riflette la tua personale filosofia di vita?
Sì, la mia arte è un riflesso di chi sono. Ciò che mi interessa come artista è la sensibilità nell’intersezione tra tradizione e modernità. Mi piacerebbe rivisitare il tempo tra vecchio e nuovo con il mio background artistico in Guo hua e nella pittura occidentale; esplorare i potenziali e gli stili senza preoccuparsi se è etichettato come moderno o tradizione. Considero i miei dipinti attuali dei ponti molto personali che ho costruito tra il vecchio e il nuovo. Come artista, non voglio rinunciare alle tradizioni senza una buona ragione, sono belle per me e molto umane. Tuttavia, anche io non voglio essere bloccata in nessun limite. Ci sono molte cose che voglio dire, ma confido che i miei quadri lo dicano meglio di me, mettendolo in parole.

Puoi parlarci del tuo progetto artistico ispirato al “Nüshu”?
La mia bisnonna e parte della generazione di mia nonna dovettero fasciarsi i piedi per potersi sposare. Era considerato bello, ed era un’esibizione di status sociale: non avevano bisogno che i loro piedi si muovessero e lavorassero, queste donne erano chiamate piedi di loto. Ma in realtà è qualcosa di estremamente doloroso; lo hanno iniziato a fare quando le fanciulle erano estremamente giovani, bambine di tre anni. Quindi le ragazze non potevano lavorare e non potevano andare fuori. Alle donne non era permesso fare molte cose. Non hanno lo status degli uomini. Quindi non c’era libertà. Alle donne fu proibito qualsiasi tipo di educazione formale per molti secoli, e quindi svilupparono la scrittura Nüshu per comunicare tra di loro. Poi, poco prima che si sposassero e dopo essersi sposate, le donne si scrivevano l’un l’altra nel linguaggio segreto della donne: Nüshu.

Quando gli uomini le guardavano, non potevano capire, perché è sempre stato un linguaggio creato dalle donne e usato esclusivamente dalle donne. Questi scritti sono molto poetici, spesso nel formato di poesie, lettere o canzoni. Il tema principale riguarda sempre come esse soffrano, come perdano la propria famiglia. Quando le leggi, è molto emozionante. Quindi, ho voluto saperne di più sul Nüshu. Ho voluto imparare di più su ciò che hanno scritto, perché sono un artista cinese-americana e ho tutta la libertà del mondo, e quando guardo e penso al tempo in cui viveva mia nonna, non molto tempo fa, quando le donne non avevano niente. Ma ora che ho la libertà di esprimermi, mi sono domandata: cosa voglio dire con la mia arte? Quindi quello è all’inizio era per divertire, successivamente, mi sono resa conto che è stato un atto, nel mio spazio personale, che mi ha toccato ad un livello molto personale. Sono in qualche modo collegata con queste donne, le loro storie, attraverso questo progetto. Mi sono resa conto di quanto sono fortunata, come donna cinese moderna, ad essere stata educata e, cosa più importante, ad essere libera di permettermi di esprimermi con la mia arte. Non vedo l’ora di alzarmi ogni mattina perché posso creare arte. Ora questo progetto significa molto per me non solo a livello personale, ma anche perché non molte persone conoscono il Nüshu. Nel mio progetto ho voluto creare dei dipinti invisibili incisi su vetro. Questi dipinti e storie sono rivelati solo quando lo spettatore li illumina con una luce. Questa azione contiene il significato di scoprire le lettere segrete di queste donne. Questo inoltre collega gli spettatori ai segreti nascosti e alle donne che li hanno scritti.

Cosa significava per il tuo percorso artistico vivere al di fuori dell’Asia?
Penso che le mie esperienze internazionali abbiano modificato chi sono ora. Sono grata per le mie esperienze internazionali, mi fanno apprezzare la bellezza delle diverse culture. Non so davvero come etichettarmi perché ho vissuto la mia vita a livello internazionale … a Pechino, Hong Kong, Londra e negli Stati Uniti. So che tutti questi luoghi sono una casa per me e mi sono molto cari. Quando mi sento persa e non so chi sono, guardo la mia arte e mi ritrovo di nuovo.

Qual è la più grande sfida nell’essere una professoresa d’arte durante l’era dei social media?
Amo i social media e la tecnologia, ho insegnato i media elettronici e la cultura per molti anni e credo che potremmo ottenere molto quando combiniamo insieme arte e tecnologia. Recentemente ho iniziato un incontro con “Silicon Valley Art and Technology” e sono davvero entusiasta di essere l’ospite che collega gli artisti con gli esperti di tecnologia. In termini di sfida, penso che l’arte tradizionale sia un gioco diverso, richiede molta pratica. Anche l’arte guo hua e la calligrafia erano diffuse una volta nella vita di tutti i giorni dei cinesi, la pratica ora non è più usata da molti, poiché la società si affida sempre più ai computer per generare informazioni. Gli studenti non possono fare affidamento sul pulsante “annulla” quando si effettua una pittura con carta di riso. Ci vogliono anni e anni di pratica. Credo che a volte sia la nostra natura umana a intraprendere un percorso più facile. Penso che il modo migliore per preservare una tradizione come la pittura su carta di riso sia quella di adattarlo al tempo e alla cultura attuali, questo stimola gli studenti e desiderare di esplorare le arti tradizionali.

Sei la fondatrice e curatrice del team di Behance Asia. In che modo questo social media per la creatività aiutano efficacemente l’autopromozione?
Amo Behance e mi sento molto onorata come fondatrice dell’ Asia Team. Ho incontrato molti artisti di talento e sono diventata amica di persone di altri continenti, persone che non avrei incontrato altrimenti. Behance è un luogo ideale per artisti / designer per mostrare i propri portafogli. È anche un sistema di supporto per gli artisti per connettersi con gli altri che sono ugualmente appassionati della loro arte.
Foto cortesemente concesse da Anita Wong

Ciao! My name is Dominique. I’m Italian and I’m proud to be a mix. My father was an Italian chemical engineer and high school teacher, with Greek and Polish heritage. My mother is Haitian, she was high school language teacher, with Dominican, Spanish, French, Portuguese, African and Native American heritage. Being a mix makes me appreciate to want to understand different cultures and lifestyles. I grew up in Italy, lived few years in Haiti, travel around main European capitals, lived seven years in China, six in Spain and UK. Traveling makes me feel that we can learn something from every situation in every part of the world.