Intervista con l’analista J. Michael Cole sulla recente presa al potere di Xi Jinping e sui rischi della Nuova Via della Seta

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J. Michael Cole è membro del China Policy Institute e del Taiwan Studies Programme presso l’Università di Nottingham, ricercatore associato presso il Centro di Ricerca Francese sulla Cina Contemporanea, e capo redattore di Taiwan Sentinel.

Intervista di Matteo Damiani

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Convergence or Conflict in the Taiwan Strait, il nuovo libro di J. Michael Cole sul principio “un paese, due sistemi”

La Cina ha appena eliminato il limite di due mandati per il presidente. Che cosa significa questo recente cambiamento della costituzione per la Cina?

Significa un ritorno alla tradizione imperiale del ‘mandato del cielo’; secondo me rappresenta una svolta negativa per la Cina. Si tratta di un’ulteriore concentrazione di potere ed un irrigidimento del governo autoritario per il paese. Si tratta inoltre di abbandonare il principio di ‘governo per consenso’ che era stato adottato dalla fine catastrofica dell’epoca di Mao.

Sebbene non fosse lontanamente paragonabile alla democrazia, le normali transizioni di potere con il limite di due mandati imponevano almeno un qualche cambiamento. Ora questo è sparito. Se aggiungiamo questo alla concentrazione di potere di Xi in tutti i settori chiave del Partito Comunista Cinese e ai suoi tentativi di rimozione di ogni competitor interno, otteniamo un quadro piuttosto preoccupante.

Come ho argomentato in un mio recente articolo apparso su CPI Analysis, questo sviluppo rischia di creare instabilità interna in Cina e in tempi di crisi, potrebbe accelerare il momento verso un coup d’état, dal momento che non ci sono altre opzioni per sbarazzarsi di una cattiva leadership.

Esiste un’opposizione interna nel Partito Comunista Cinese?

Possiamo presumere che esista, ma chi mai si esporebbe in pubblico apertamente, ben sapendo cosa accade a chiunque critichi il Presidente Xi? Il PCC ha le sue fazioni interne, così presumibilmente coloro che non sono a favore di Xi, non saranno molto soddisfatti dal recente cambiamento degli eventi, così come del resto vi sono coloro che sono a favore della riforma.

Come può essere spiegata la presa di potere assoluto di Xi Jinping?

Il consolidamento del potere può essere utile per accumulare potere in sé o perché il presidente Xi si è in qualche modo convinto di aver bisogno di più di due mandati per realizzare tutto ciò che si è proposto di fare. Questo indica che nella sua visione, Xi è indispensabile per il “grande ringiovanimento della Cina”, e che solo e soltanto lui sa cosa è giusto per la Cina, per il presente e il futuro. Questi sono i segni distintivi di una dittatura. E’ abbastanza preoccupante, per la regione, e per il popolo Cinese stesso, che naturalmente non può esprimersi sulla materia.

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J. Micahel Cole

I benefici della Nuova Via della Seta sono evidenti per la comunità internazionale. Ma cosa significa per gli equilibrio internazionali?

Non sono sicuro se i benefici siano evidenti, con un numero sempre crescente di paesi che ora sta cominciando ad avere problemi a ripagare i prestiti per i più importanti progetti di infrastrutture, finanziate dalla Cina.

Questi trattati sono stati spesso negoziati in segreto, e secondo accordi che non sono spesso benefici per i paesi riceventi. Alcuni paesi stanno oggi rinegoziando questi programmi, avendo compreso i rischi che arrivano con questi accordi, che in alcuni casi hanno visto compagnie controllate dal governo cinese acquisire pezzi di sovranità in alcune nazioni in cambio di una cancellazione del debito.

Parte dell’iniziativa è in linea con l’espansione cinese come potenza globale; una parte è neo-colonialismo, un tentativo per rafforzare la sua presa su alcuni gangli chiave del sistema globale, dai trasporti alle risorse naturali.

Significa inoltre che la Cina sta cercando di espandere la sua influenza e di riformulare l’ordine internazionale in modo favorevole alla Cina; spesso questo vuole dire limitare la libertà di espressione, limitare le regole sulla trasparenza e sulle responsabilità, e sulla cooptazione di funzionari, uomini di affari ed altri nei paesi individuati come obiettivo.

Un altro problema che vedo nella OBOR (One Belt One Road Initiative) ed altre iniziative globali della Cina è che Beijing non impone alcuna condizione, sui diritti umani, sull’ambiente, sulla trasparenza, etc – per tutta la durata dei prestiti, e questo significa che i regimi autocratici, le dittature ed altri regimi criminali che oggi non sarebbero in grado di ottenere assistenza dalle istituzioni globali come la World Bank o il Fondo Monetario Internazionale, possono ora affidarsi alla Cina per assicurarsi questi prestiti, senza troppe domande.

I rischi per la corruzione sono pertanto immensi, e gli effetti benefici per i cittadini ordinari sono marginali, nella migliore delle ipotesi.

Qual è la situazione attuale nello Stretto di Taiwan?

Beijing continua a fare tutto quello che può per isolare Taiwan, per punire il suo popolo per le decisioni che sono state prese per via democratica.

La Cina non ha ancora trovato un modo per vincere i cuori e le menti dei Taiwanesi, e continua nella sua lotta contro la persistenza democratica nell’isola-nazione. Anche il suo precedente ‘alleato’, il Partito Nazionalista Cinese (il KMT, Kuomintang, lo storico partito nazionalista di Taiwan, ndr), adesso viene visto come un partner inaffidabile che non è più interessato alla riunificazione.

La Cina sta offrendo numerosi incentivi, specialmente rivolti ai giovani, per andare in Cina a lavorare o studiare. In questo modno, spera di prosciugare le migliori risorse intellettuali di Taiwan, e di creare fedeltà a Pechino. Comportandosi in questa maniera, Pechino continua a flettere i muscoli militari e a mostrare segnali di belligeranza in vari modi. Nessuno di questi, fino ad adesso, ha avuto successo nel far desistere i cittadini di Taiwan.

La Cina rimane tecnicamente legata a quella che chiama “riunificazione pacifica”, ovvero una riunificazione che non utilizzi metodi militari, ma questa opzione rimane tuttavia sul tavolo. Non è certo lo scenario più probabile per adesso, ma la Cina sta sicuramente costruendo un esercito che avrà i mezzi per usare la forza contro Taiwan, se questa è la volontà della leadership qualora le altre opzioni avessero fallito.

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