Intervista con il ‘Gastronomade’ Vittorio Castellani: Wok This Way

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Vittorio Castellani è un food designer e giornalista, considerato uno dei massimi esperti in Italia di world food & cucine etniche.

Vittorio Castellani, ovvero Chef Kumalé, pseudonimo adottato ancora nel 1991 per la trasmissione radiofonica The Couscous Clan, è il Gastronomade, termine coniato dal primogenito dei suoi figli, ovvero un “personaggio pubblico che Scrive, Organizza, Viaggia e Cucina … nei 5 Continenti”.

Sito Ufficiale

Ciao Vittorio, ti vuoi presentare ai nostri lettori?

Sono un gastronomade senza frontiere: negli ultimi 25 anni ho girato il mondo e ho assaggiato e visto preparare ricette in ogni angolo del pianeta. Giornalista, scrittore e studioso, sono conosciuto anche come Chef Kumalé, un soprannome che può suonare esotico e in realtà è italianissimo. I piemontesi sanno che si tratta di una formula di cortesia dialettale che letteralmente significa “come va?”.

Quando si parla di cucina etnica Castellani di solito si parla con me: sono stato il primo con i miei reportage di viaggio a proporre in Italia una panoramica delle cucine del mondo e mi sono guadagnato la mia fama sul campo, facendo direttamente la conoscenza di “massaie” dei paesi più lontani, cucinando con loro, assaggiando i loro piatti, anche quelli più stravaganti secondo i nostri gusti occidentali. E contemporaneamente ho integrato la conoscenza pratica con ricerche e studi approfonditi sulle culture gastronomiche degli altri, diventando punto di riferimento per Università, Enti e Istituzioni locali e internazionali, ma anche per comunità di stranieri trasferitisi in Italia che con me hanno collaborato e realizzato interessanti progetti di divulgazione. Mi definisco uno storyteller ed è proprio per questa mia capacità di raccontare storie che evocano viaggi e profumi lontani che alcune tra le più importanti riviste in Italia di gastronomia e turismo mi hanno scelto per scrivere per loro. Viaggio frequentemente in Cina, per studiare e divulgare le diverse culture gastronomiche. Ho collaborato all’organizzazione di diversi eventi culturali dedicati alla cultura cinese in Italia e ho sviluppato per Mistral Tour Quality Group, tour operator leader nel turismo in Cina, un programma di viaggi culinari a Hong Kong e Pechino. Sono membro del Gruppo Italiano della Stampa Turistica (GIST) e collaboro con l’Associazione per l’organizzazione dei viaggi stampa in Cina realizzati in partenariato con l’Ufficio Nazionale del Turismo Cinese in Italia di Roma.

Che cos’è Wok This Way?

Wok This Way è un inedito chinese food cool tour. Un itinerario alla scoperta d’un prezioso frammento d’Oriente che abbiamo in casa; un autentico bonsai di quell’universo chiamato Cina, una realtà che, stereotipi a parte, conosciamo ancora così poco, ma che racchiude mille curiosità. I nuovi pastry shops dove si prepara a vista, una pasticceria tradizionale e contemporanea d’ispirazione franco-portoghese, i tofu lab, le pescherie con i loro acquari colmi di granchi giganti e dalle chele blu…

Da dove nasce questa idea?

Wok this Way trae ispirazione dall’iniziativa Turisti per Casa, da me ideata e sperimentata con successo nel mercato multietnico di Porta Palazzo a Torino. L’iniziativa ha dato vita a analoghi percorsi di scoperta delle culture “altre” tra i vicoli e i mercati multietnici a Genova (via Prè), Roma(Esquilino) e Prato (via Filzi) ed è gemellata con analoghe iniziative realizzate da amici-colleghi a Londra (Soho Chinatown), Berlino (Kreuzbeg), Barcellona (Boqueria), Parigi (Chinatown 13° Arr.) e Melbourne (Queen’s Victoria Market). A questa edizione milanese collabora il Master della Scuola Politecnica di Design SPD IULM.

Che genere di snack cinesi vengono presentati?

Una lunga serie di quei cibi di strada che i cinesi chiamano xiaochi, ovvero, “piccole colazioni”: dai ravioli jaozi del nord della Cina alle crepes jianbing guozi della città di Tianjin, ma anche i bubble tea di Taiwan e diverse tipologie di tofu, per finire con le delicatessen dei nuovi pastry shops d’ispirazione franco-cinese.

Quali regioni cinesi sono rappresentate dal punto di vista gastronomico?

Prevalentemente quelle dello Zhejiang

Che consigli ti senti di offrire a chi vuole intraprenderà la carriera di cuoco?

Premesso che sono un giornalista e non un cuoco, consiglio a chi vuole intraprendere questa professione di frequentare una scuola o un corso professionale, di fare esperienza come stagista in ristoranti importanti e di grande valore, sia in Italia che all’estero.

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