In Cina entra finalmente in vigore il divieto di vendita di avorio di elefante

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La Cina è il più grande importatore di zanne di elefante che causano ogni anno la morte di circa 30.000 elefanti in Africa.

Domenica è entrata in vigore la nuova legge che vieta la commercializzazione di avorio nel paese.

La notizia è stata accolta molto positivamente dagli attivisti animalisti, che l’hanno definita come un importante passo in avanti per porre un freno al massacro di specie a rischio estinzione.

Nella medicina tradizionale cinese, l’avorio è utilizzato come rimedio per curare l’infertilità, ulcere, ed altre malattie.

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Il commercio internazionale di avorio di elefante è stato vietato sin dal 1990, ma la Cina ed altri paesi hanno continuato a permettere il commercio domestico di prodotti di avorio. In Cina sono tuttora molto popolari tra i ceti benestanti kuaizi (le bacchette) in avorio, ed altri tipi di intagli.

Nel 2007, gli intagli di avorio erano stati citati come esempio dell’intangibile eredità culturale nazionale, considerati come un’arte unica in Cina, con apprendisti che impiegano fino a tre anni per conoscere il mestiere.

In anni più recenti però la Cina ha dovuto cedere alle pressioni internazionali e nel 2014 alcuni passi in avanti furono compiuti. Molte industrie ed attività legate a questo commercio sono state chiuse e si cominciato ad assistere ad un progressivo rallentamento del mercato, anche grazie all’aiuto delle campagne realizzate dalle celebrità cinesi per sensibilizzare i consumatori su questa particolare tematica.

Nel 2016, la Cina aveva infine promesso che avrebbe bandito la vendita di avorio sul suolo cinese.

172 fabbriche di intagli e punti vendita sono stati chiusi, mentre altri sono stati chiusi durante i primi mesi dell’anno.

Ad ogni modo, dal momento che il divieto entrerà in vigore solo dalla fine dell’anno, le vendite clandestine di avorio sono aumentate notevolmente.

Ad ogni modo, le vendite di avorio erano crollate di circa il 65% quest’anno, ed alcuni negozi avevano cercato anche di sbarazzarsi dei loro inventari. Il divieto non sarà effettivo ad Hong Kong, dove il commercio di avorio è tuttora prolifico con una storia lunga 150 anni.

Nel corso del prossimo anno, forse anche Hong Kong voterà su un possibile divieto.

I timori degli ambientalisti è che il commercio possa spostarsi in nazioni vicine ancora meno controllate, come il Laos, dove questo commercio è cresciuto notevolmente nel 2017.

Fonte: Digital Journal

Photo by Helen Flamme

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