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Chiunque sia mai stato in Cina durante le vacanze natalizie, sa bene che questa festività, nella sua versione più appariscente e commerciale, ha riscosso un grandissimo successo.
Ad ogni modo, questo dato di fatto sembra essere destinato in qualche modo a cambiare nel prossimo futuro.
Nelle ultime settimane è cominciata nel paese asiatico la guerra al Natale, e ai valori occidentali in genere.
Alcune avvisaglie le avevamo già avute dal dicembre 2016, quando erano stati identificati una serie di valori, programmi, film e libri occidentali, tra cui in seguito fu aggiunto anche Winnie The Pooh, che avevano la colpa di corrompere lo spirito cinese, identificando proprio nelle scuole il punto di inizio di questa infezione.
Ad inizio mese, il Global Times ha riportato che la Lega dei Giovani Comunisti Cinesi dell’Università Farmaceutica dello Shenyang ha rilasciato una nota agli studenti proibendo la celebrazione di “feste religiose occidentali, resistendo alla corrosione della cultura religiosa occidentale”.
Un articolo apparso su Sixth Tone, a firma dello storico Yang Chunmei ha scritto del recente rigetto confuciano alla crescente popolarità del Natale in Cina.
“La maggior parte dei cinesi che celebra il Natale, non sono cristiani. Dagli anni ’90, la ‘borghesia’ ha visto la festività come una vacanza commerciale di tendenza senza connotazioni religiose. La Cina, dopo tutto, è una grande società laica. Nonostante questo, nell’ultima decade, il Natale è diventato una fonte di conflitto sociale.
Ritornando al dicembre del 2006, un gruppo di studenti dottorandi di alcune tra le più prestigiose università cinesi aveva pubblicato un articolo per mettere in guardia il popolo cinese dal Natale, sostenendo la ‘santità’ della cultura cinese. Da allora, ogni anno si scatenano forti discussioni online se i cinesi debbano o meno celebrare il Natale.
In cinese, la parola per Natale, shengdanjie (圣诞节), significa “nascita di un santo o saggio”. Ad ogni modo, il primo carattere della parola, sheng, storicamente è riferito a Confucio, l’archetipo del saggio della Cina antica, e solo più tardi è stato applicato ai santi cristiani. Alcuni confuciani oggi sperano di rinominare il compleanno di Confucio shengdanjie, e di rinominare il Natale cristiano in yedanjie (耶诞节), ovvero, nascita di Gesù.
Forse le parole di Mu Duosheng, un lobbista anti-Natale ed avvocato del ritorno del confucianesimo, meglio cattura le posizioni di questo gruppo. In una intervista del 2013, sono state riportate alcune sue parole: “Come cinese e credente del confucianesimo, ho un atteggiamento molto negativo verso la popolarizzazione delle feste occidentali in Cina. Se una festa straniera e la sua cultura crescono troppo in Cina, danneggeranno duramente l’ecosistema culturale tradizionale della nostra nazione e porteranno ad una occidentalizzazione della Cina”.
Nello stesso periodo, Radio Free Asia ha riportato che un comitato di vigilanza disciplinare di un ufficio locale del Partito Comunista Cinese a Hengyang, nello Hunan, ha intimato ai suoi funzionari di non celebrare il Natale, chiamandolo ‘festività straniera’ ed ‘oppio spirituale’.
Chi non si adeguerà, ne pagherà le conseguenze. Le parole usate nel documento trafugato suggeriscono che la direttiva sia stata emanata a livello nazionale.
“Con l’arrivo del Natale, i leader e gli ufficiali di tutti i livelli dovranno promuovere la cultura tradizionale cinese e adoperarsi per costruire una casa spirituale per il popolo cinese. Dovranno studiare ardentemente la dottrina culturale introdotta dal 19 Congresso di Partito ed astenersi dal celebrare ciecamente le festività straniere o avvicinarsi a religioni occidentali. Non dovranno assistere ad alcuna celebrazione di origini occidentali e adoperarsi per condurre un buon lavoro di sicurezza durante la vigilia del Natale e nel giorno del Natale.”
In precedenza alcuni discorsi di Xi Jinping si erano scagliati contro la celebrazione del Natale o contro l’influenza culturale occidentale.
Questo vuol dire che in Cina è stato vietato il Natale? Probabilmente no, probabilmente si tratta di una serie di norme e direttive destinate alla elite e ai funzionari, intimandoli di allontanarsi dalle festività di origine straniera ed allo stesso tempo cercare di avvicinare il popolo cinese alla cultura tradizionale di stampo confuciano.
Fonte: China Digital Times , Sixth Tone , Global Times , Radio Free Asia