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La Cina ha creato un potente sistema per la censura di internet e per il controllo online, rendendo il tracciamento delle attività degli utenti su internet, ancora più semplice.
di Jolie Lenkewicz
Il sistema è studiato per bloccare alcuni contenuti, rendendoli inaccessibili ed irraggiungibili per il pubblico generale. Il governo cinese blocca numerosi siti: siti di notizie straniere, i più importanti social media internazionali come Facebook ed Instagram, servizi di streaming video stranieri, etc. Mentre alcuni di questi siti sono bloccati in generale (compresi molti siti di Taiwan e Hong Kong), i motori di ricerca cinesi sono modificati in modo tale da mostrare soltanto alcune keyword, offuscando l’argomento come se nemmeno esistesse, rafforzando quindi il controllo sulle attività online dell’utente. Inoltre, questo tipo di circonvenzione dell’informazione innesta l’idea che alcuni argomenti non siano di interesse generale: si tratta di un’altra forma di manipolazione.
Vi sono alcuni gruppi di keyword che sono bloccate in Cina. Per esempio, keyword generiche relative ad argomenti politici, come ‘democrazia’, ‘diritti umani’, ‘anti-comunismo’, ‘oppressione’, ‘tirannia’, ‘dittatura’ ed altre. Queste misure sono state adottate per evitare critiche nei confronti del governo e del partito comunista cinese.
Inoltre, censurate sono anche le parole legate ad eventi come proteste e dissenso. I nomi di famosi gruppi o singoli dissidenti, sono ugualmente vietate. I canali di notizie gestiti da dissidenti ed altri media che incoraggiano proteste o auto-consapevolezza, sono bloccati ugualmente.
La pornografia e i contenuti sessuali sono bloccati. Altri argomenti bloccati sono il gioco d’azzardo, la violenza, il linguaggio volgare ed altre ingiurie. Tutto questo per bloccare la diffusione di negatività online.
Naturalmente, qualunque notizia riguardante l’indipendenza del Tibet o del Xinjiang è immediatamente bloccata. I risultati di ricerca di nomi di paesi come USA, Taiwan ed altre richieste sono manipolati. Alcune parole bloccate potrebbero sembrare delle bizzarre combinazioni che non hanno senso, ma potrebbero essere relative a certi eventi politici.
Molti utenti in Cina utilizzano VPN a pagamento (virtual private network) per accedere ai siti bloccati, così come fanno ricorso ad alcuni altri sotterfugi per navigare nel web senza costrizioni. Certamente, il governo cinese cerca di bloccare le VPN per controllare le attività degli utenti, bloccando i siti dei servizi che offrono le VPN, bloccando i loro server o utilizzando altri trucchi per danneggiare il funzionamento di questi software nel paese. Se è vero che molti servizi al momento non sono funzionanti nel paese, altri ancora funzionano nonostante gli sforzi governativi.
Mentre la lista di parole bloccate aumenta di giorno in giorno, sia gli utenti cinesi, che gli expat fanno del loro meglio per aggirare questi ostacoli e trovare soluzioni per accedere ai siti vietati e navigare liberamente in una internet senza restrizioni.

CinaOggi.it e China-underground.com sono due siti sulla Cina realizzati e curati da Matteo Damiani e Dominique Musorrafiti. Dal 2002 la nostra missione è quella di creare un ponte virtuale con la Cina attraverso approfondimenti, analisi, foto, video, ed altro materiale sulla cultura cinese.