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Della quasi dimenticata guerra tra Cina e Vietnam del 1978, rimangono lungo la frontiera cinese, migliaia di mine antiuomo, posizionate in difesa del confine.
Il confine però, nel corso degli anni, non è mai stato adeguatamente sminato. In particolare, due villaggi nella contea di Malipo (麻栗坡县), Bali (八里) e Bazi (坝子), nella prefettura di Wenshan, nello Yunnan, furono importanti avamposti cinesi nella guerra.
In quell’anno, i militari cinesi sotterrarono qualcosa come un milione di mine antiuomo.



Nel corso degli anni, più di 200 abitanti di Bali sono stati feriti dalle mine, 11 sono morti e 10 oggi sono dotati di protesi. Tuttora, vi sono contadini che setacciano le colline e i campi circostanti alla ricerca di mine.
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Un altro villaggio, Bazi, sempre nella contea di Malipo, si trova non molto distante dal confine con il Vietnam. Le ferite della guerra sono tuttora visibili. La Croce Rossa Internazionale insieme alla Croce Rossa Cinese hanno stabilito un presidio, per aiutare gli abitanti del villaggio.
Di seguito alcune storie degli abitanti del villaggio.
Pan Yan Gui, nata nel 1964, nel febbraio del 1994, fu ferita da una mina. Suo marito assistette alla tragedia. La donna non morì, ma subì l’amputazione della gamba sinistra. Una protesi in seguito le fu installata nell’ospedale di Kunming, grazie all’aiuto della Croce Rossa.


Pan Jinhua e Pan Zhaohui, sono padre e figlio. Ambedue hanno perso la gamba destra rispettivamente nel 2001 e nel 1996.
Deng Tingying e la madre Pan yuncheng, di 78 anni, calpestò una mina 20 anni fa. Durante la stagioni della pioggia, le mine fuoriescono a causa delle copiose precipitazioni, e scivolano lungo i declivi verso le valli o le coltivazioni, dove possono essere inavvertitamente calpestate.
Li Zhengzhu, di 58 anni, fu ferito un giorno di 30 anni fa. Nel 2015, ha ricevuto una pensione di 6000 yuan circa.
Nel villaggio è possibile vedere ovunque, uomini e donne dotati di protesi.
Con l’aiuto della Croce Rossa, il villaggio sta lentamente risorgendo a nuova vita.