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Tra le vie commerciali che si sono sviluppate nel corso dei secoli, la Via della Seta è la più antica e storicamente più importante, con il suo reticolo di strade che si estende per oltre 8 mila chilometri attraverso Europa, Medio Oriente e Asia centrale.
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Il suo nome evoca le imprese, i viaggi e le narrazioni di Marco Polo e del suo “Il Milione”, legate a immagini di profumi, spezie esotiche e carovane colme di merci preziose.
Forse meno nota, ma altrettanto rilevante è l’altra “Via della Seta”, quella marittima. Grazie ad approfondite ricerche archeologiche, oggi siamo consapevoli di quanto la Via della Seta Marittima sia stata molto altro e molto più che una rotta puramente commerciale. Attraverso il traffico di merci, le nazioni e i popoli hanno reciprocamente acquisito nuove idee, conoscenze tecniche e filosofiche e culti religiosi, in un mutuo scambio che ha contribuito allo sviluppo delle successive società moderne.

XIX secolo
Altezza 37.8 cm,Diametro base 8.7 cm
Collezione del Museo del Guangdong
Dal 29 settembre 2017 al 28 gennaio 2018, nelle sale Quattrocentesche di Palazzo Venezia, la mostra “Oriente incontra Occidente: La Via della Seta Marittima dal XIII al XVII secolo” presenterà oltre 100 oggetti del periodo compreso tra la dinastia Song (960 – 1279) fino alla tarda epoca Ming (1368 – 1644). Nelle quattro sezioni tematiche: la Via della Seta, la Via delle Spezie e delle Porcellane, la Via delle Religioni e la Via delle Culture, saranno esposti preziosi manufatti antichi, tra porcellane, gioielli, sete, spezie, pitture, oggetti di uso comune in pietra intagliata, metallo o legno, testimonianza della vitalità delle attività commerciali e degli scambi culturali e tecnologici.

Dinastia Ming(1368-1644)
Altezza 47 cm
Collezione del Museo del Guangdong
Tra i pezzi più significativi si segnalano la Caraffa in argento con manico a forma di dragone (XIX sec.) recante scene tratte dall’Opera tradizionale cinese; la Statua in porcellana di Guanyin Bodhisattva (dinastia Ming, 1368 – 1644 d.C.) proveniente dalla fornace di Dehua – un sito dedicato principalmente alla produzione rivolta all’estero – che mostra particolari affinità con l’iconografia mariana del Cristianesimo; la ceramica bianca e blu con la crocifissione di Cristo (dinastia Qing, 1662 – 1722); e ancora il lingotto intagliato prodotto dalla fusione di oro occidentale; o la corona in oro con pietre preziose incastonate ritrovata nella tomba del principe Liangzhuang (dinastia Ming, 1368 – 1644 d.C.) insieme ad altri gioielli prodotti in Occidente. Alcuni degli oggetti in mostra provengono da antichi relitti, come quello rinvenuto nel sito del naufragio del Nanhai I in epoca Song (960 – 1279 d.C.), e quelli del Wanli e Nan’ao della dinastia Ming (1368 – 1644 d.C.).

Dinastia Ming(1368-1644)
Altezza 73 cm, Diametro superiore 18 cm, Diametro base 21.5 cm,
Diametro massimo del collo 50 cm
Portata alla luce dal relittoNan’ao 1
Collezione del Museo del Guangdong
La mostra, curata da Wei Jun, Direttore del Museo Provinciale del Guangdong, è promossa dal Museo del Guangdong e dal Museo Nazionale del Palazzo di Venezia di Roma, con la collaborazione dell’Istituto di Archeologia e Beni Culturali del Guangdong. Il progetto nasce dalla collaborazione tra l’Amministrazione Statale per il patrimonio Culturale della Repubblica Popolare Cinese e il Ministero dei Beni e delle attività Culturali e del Turismo della Repubblica Italiana (MiBACT) e si colloca nell’ambito del Memorandum d’Intesa sul Partenariato per la Promozione del Patrimonio Culturale siglato il 7 ottobre 2010 dai Ministri della Cultura della Cina e dell’Italia.

Dinastia Ming, imperatore Wanli(1573-1620)
Altezza 23 cm Diametro superiore 3.8 cm Diametro base 8 cm
Portato alla luce dal relitto Wanli
Collezione del Museo del Guangdong
L’accordo prevede lo scambio di spazi museali permanenti dedicati alle rispettive culture, al fine di promuovere una maggiore e profonda conoscenza e comprensione tra i due popoli. Il primo significativo modello italiano di musealizzazione fuori dai confini nazionali, è realizzato nel luogo espositivo concesso alla ex Direzione Generale per la valorizzazione del patrimonio culturale, oggi Direzione generale Musei, dalla State Administration of Cultural Heritage della Repubblica Popolare Cinese all’interno del Museo Nazionale della Cina, su Piazza Tiananmen, a Pechino, dove il nostro Paese ha presentato le mostre: “Rinascimento a Firenze. Capolavori e protagonisti” nel 2012, “Roma. Seicento verso il Barocco” nel 2014, “Gloria di Luce e colore. Quattro secoli di pittura a Venezia” nel 2016; “Serie Fuori Serie”, sulla storia del design italiano nel 2017.

Dinastia Ming(1368-1644)
Altezza 3.4 cm,Diametro 5 cm,Spessore 0.05—0.1 cm,Peso 38.2 gr.
Portato alla luce dalla tomba del principe Liangzhuang
L’accordo di reciprocità per la realizzazione delle mostre sulla cultura cinese in Italia prevede la concessione dello spazio delle Sale Quattrocentesche all’interno del Museo Nazionale del Palazzo di Venezia. La mostra di quest’anno è la quinta delle cinque esposizioni previste dall’accordo, dopo “La Cina Arcaica” nel 2013, “Le leggendarie tombe di Mawangdui” nel 2014, “I tesori della Cina imperiale” nel 2015 e “Capolavori dell’antica porcellana cinese dal Museo di Shanghai X-XIX secolo d.C.” nel 2016.

Repertorio delle fornaci di Longquan
Dinastia Yuan(1271-1368)
Altezza 53 cm,Diametro superiore 24 cm,Diametro base15 cm
Collezione del Museo del Guangdong
L’importanza del valore culturale degli scambi compiuti lungo la Via della Seta ricopre un ruolo centrale anche nella Cina odierna. Pochi mesi fa, il presidente cinese Xi Jinping ha infatti annunciato, alla presenza di diversi leader mondiali – tra cui il Capo di governo italiano – la volontà di portare avanti due iniziative di cooperazione internazionale a più livelli dedicate alle direttrici terrestri della “zona economica della Via della Seta” e la “Via della Seta Marittima del XXI secolo”, progetti anche unitamente denominati “una cintura, una via” (in inglese One Belt, One Road). In questo scenario l’Italia partecipa da protagonista, sostenendo attivamente la valorizzazione della cultura cinese attraverso diverse forme di cooperazione culturale.

Dinastia Yuan(1271-1368)
Altezza 54 cm, Larghezza 40 cm, Profondità 38 cm
Collezione del Museo della Storia dei Trasporti d’Oltremare di Quanzhou, provincia del Fujian
SEZIONI DELLA MOSTRA
1 – La Via della Seta Marittima
Nel 1887, il geografo prussiano Ferdinand Von Richthofen usò per la prima volta, nell’opera Cina: Risultati dei miei viaggi e gli studi su essi basati, il termine “Via della Seta”, che, con la tipicità dei suoi prodotti, riassumeva la storia degli scambi tra Oriente e Occidente. Questa definizione guadagnò risonanza nel mondo accademico, divenendo un termine per indicare tutti i commerci e le interazioni amichevoli tra Oriente e Occidente. Il termine “Via della Seta Marittima” deriva dunque da questa definizione e indica una lunga epoca storica che va dal II sec. a.C. alla seconda metà del XIX secolo, prima che i motori a vapore sostituissero l’energia dei venti: un periodo in cui gli antichi avevano costruito un collegamento tra Oceano Pacifico occidentale, Oceano Indiano e Oceano Atlantico e nel quale, inoltre, erano state sviluppate reti commerciali marittime, che fungevano da cerniera di scambio tra gruppi etnici, culture ed economie di diverse aree del mondo.

Dinastia Song meridionali (1127 – 1279)
Lunghezza 32 cm
Collezione dell’Istituto di Archeologia e Beni Culturali del Guangdong
2 – La Via delle Spezie e della Porcellana
Dopo il II sec. a.C., i prodotti cinesi cominciarono a essere diffusi all’estero; contestualmente anche merci straniere venivano vendute in Cina in abbondanza. A partire dai Tang e i Song, ogni dinastia imperiale aveva le proprie strategie di gestione commerciale marittima: i governanti perseguivano la politica del “trarre profitto dai mari per rifornire gli Stati”, mentre lo Stato incoraggiava anche il commercio privato. Sulla Via della Seta Marittima, porcellane e spezie divennero la merce più comune. Dalla Cina si esportavano porcellane, seta, tè e manufatti in metallo, mentre si importavano spezie, pietre preziose e altri prodotti stranieri. La Via della Seta Marittima descriveva un enorme bacino che includeva i Paesi dalla sponda occidentale del Pacifico e dell’Oceano Indiano.

Dinastia Song meridionali (1127-1279)
Recuperato dal naufragio del Nanhai I
D (bocca):11.4 H:2.3 D(base):3.3
Collezione dell’Istituto di Archeologia e Beni Culturali del Guangdong
3 – La Via delle Religioni
La religione è il risultato di un momento preciso nell’evoluzione sociale del genere umano. Tutte le interazioni tra esseri umani sono state accompagnate dalla diffusione delle religioni e dall’incontro tra valori spirituali. Tra XIII e XVII secolo, nel processo di interazione tra Cina e i Paesi della Via Marittima della Seta, religioni come l’Islam, l’Induismo e il Cristianesimo penetrarono in Cina. In epoca Yuan, i mongoli costituirono un grande impero attraverso l’Eurasia, accelerando l’arrivo di altre religioni e culture in Oriente. Durante le dinastie Yuan, Ming e Qing, i governanti adottarono una strategia politica pienamente inclusiva, in cui il Taoismo autoctono, il Buddismo, che già era giunto da tempo, e altre religioni convivevano insieme in armonia, contribuendo a costruire un quadro multiculturale.

Dinastia Qing, imperatore Kangxi(1662-1722)
Diametro superiore 19.5 cm
Collezione del Museo del Guangdong
4 – Scambi culturali
Gli scambi culturali proliferano spontaneamente in seguito alle interazioni economiche e commerciali. Dall’antichità ai giorni nostri, essi hanno sempre giocato un ruolo fondamentale nelle relazioni tra Cina e Occidente. Zhao Rugua, Marco Polo, Ibn Battuta, Wang Dayuan, Zheng He e Matteo Ricci rappresentavano culture differenti, che si sono influenzate nel contatto reciproco, rendendo così la Via della Seta Marittima anche la via delle relazioni cultuali. Con il passare del tempo, diverse tracce delle interazioni tra popoli sono state cancellate, ma altre ci hanno invece raggiunto.

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