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Fino a poco tempo fa, il favorito alla corsa alla successione di Xi Jinping era Sun Zhengcai, il segretario di partito di Chenggong.
Ma a luglio, in una delle convenienti campagne anti-corruzione, Sun è stato espulso dal partito, terminando la sua carriera politica.
In Cina non è la prima volta che il delfino destinato a diventare segretario del partito, viene fatto fuori.
Nella stampa occidentale, nel corso degli anni, è maturata la convinzione che Xi Jinping potrebbe rimanere saldamente a capo del Partito anche dopo il 2022, anno in cui dovrebbe scadere il suo secondo mandato.
Questa idea era maturata quando, ancora nel 2015, alcune fonti all’interno del PCC, avevano fatto sapere che Xi e i suoi stavano lavorando per assicurare la conservazione del potere almeno fino al 2027, rafforzando l’idea che Xi avrebbe esteso la sua reggenza oltre i due canonici due mandati. Nel 2027, Xi avrebbe 74 anni.
Secondo alcuni, le ambizioni di Xi, sarebbero state invece equivocate o sapientemente diffuse per danneggiarlo o per favorirlo in base alle interpretazioni delle voci di corridoio.
La rimozione di Sun rappresenta un punto critico di svolta. Secondo questa interpretazione, Sun sarebbe stato eliminato dai giochi, non per accrescere il potere già sconfinato di Xi, ma per indicare quietamente, scardinando le regole non scritte della tradizione recente, il proprio successore per il 2022.
Xi avrebbe potuto promuovere come successore di Sun a Chongqing, uno dei suoi numerosi potenti alleati, come Li Xi o Li Qiang, ma ha scelto invece Chen Miner (陈敏尔), nato nel 1960 che nel 2022 avrà 62 anni, e sarà ancora abbastanza giovane per raccogliere l’eredità politica di Xi.
I rapporti tra i due sono forti sin dai primi anni del 2000, quando si incontrarono nella provincia del Zhejiang, dove Xi serviva come segretario provinciale del partito.
Chen era a capo del dipartimento provinciale della propaganda, con il compito di diffondere il messaggio politico di Xi per la provincia. In questa posizione, Chen aiutò Xi a scrivere la colonna settimanale nel quotidiano di partito per quattro anni.
Nel 2007, Xi lasciò la regione per Shanghai, solo sette mesi prima del XVII Congresso del Partito. Shanghai aveva bisogno di un nuovo capo politico, dal momento che quello precedente era stato rimosso per corruzione.
La sua promozione faceva automaticamente di Xi, uno dei principali candidati alla presa della segreteria politica del partito. Durante il congresso, Xi entrò nella commissione permanente del partito, e nel marzo del 2008 fu nominato vice presidente della Cina.
Nel frattempo, Chen Miner era rimasto nel Zhejiang, divenendo vice governatore, e poi diventando un membro alternato della commissione centrale del partito nel 2007. E’ rimasto vice governatore della provincia fino al 2012, anno in cui Xi è diventato segretario del partito comunista cinese.
A gennaio dello stesso anno, Chen è stato promosso alla posizione di segretario di partito del Guizhou. Nello stesso anno, Chen è stato nuovamente promosso ad uno dei 205 membri permanenti della commissione centrale del partito, ed in seguito governatore del Guizhou.
Dal 2012, Xi ha rafforzato il suo potere scagliando numerose campagne anti-corruzione con intensità crescente. Nel 2015, le campagne anti-corruzione, per la prima volta, hanno avuto come obiettivo un segretario provinciale di partito, ovvero Zhou Banshun, nello Hebei. Tra tutti coloro che Xi poteva scegliere come sostituto, Xi scelse proprio Chen Miner.
Come vediamo quindi, Chen non è la prima volta che ha beneficiato delle campagne anti-corruzione.
Il quinquennio di Chen nel Guizhou, una delle regioni più povere della Cina, ha coinciso con una sostanziale accelerazione della lotta contro la povertà estrema nel paese. Il Guizhou, per quanto sia una regione povera e tradizionalmente difficile, ha sempre prodotto leader, come Hu Jintao, che fu segretario di partito negli anni ’80 del secolo scorso.
Chen ha ricevuto il compito di combattere la povertà estrema dalla regione entro il 2020. Per questo, Chen è anche riuscito a convincere la Apple, ormai sempre più sensibile alle richieste del partito (ricordiamo la rimozione spontanea delle app di VPN in Cina, mossa che ha innescato anche un dibattito nel senato americano) a costruire un data center nel Guizhou.
Nel 2016, il Guizhou guidato da Chen è diventato la terza provincia con il tasso di crescita più elevato, con un PIL del 10,5%.
Il rapporto fiduciario tra i due è ormai davvero molto forte.
Quest’ anno, ogni provincia ha dovuto scegliere i propri delegati da inviare al congresso. I leader sono ovviamente già delegati al congresso. Xi, per esempio, è stato delegato da Shanghai sia nel 2007, che nel 2012. Per 10 anni ha vissuto a Pechino, dove è nato. Durante la sua carriera, ha servito nello Hebei, nel Fujian e nel Zhejiang. Ma ad aprile del 2017, fu annunciato con grandi proclami che Xi Jinping sarebbe stato un delegato del Guizhou, con il quale non aveva nessun rapporto, se non per l’appunto Chen Miner. La sua elezione quindi rappresenta un messaggio chiaro ai membri del partito che Chen Miner ha la piena e totale fiducia di Xi.
Con la rimozione di Sun Zhengcai, e la sua sostituzione con Chen Miner, ovviamente questi sospetti sono diventati praticamente certezze. Sun, come abbiamo già detto, era uno dei favoriti per la corsa alla successione, ma questo non accadrà mai.
Sun tra l’altro ha anche il poco ambito primato di essere il primo membro del politburo ad essere messo sotto indagine durante il mandato di Xi.
Fino a questa data, le campagne anti-corruzione di Xi, avevano avuto come bersagli vecchi membri del partito o ufficiali ritirati, non i pesi massimi della politica cinese. Bo Xilai, altro avversario politico di Xi e candidato alla successione, fu fatto fuori, sempre a Chongqing nel 2013, durante un’altra campagna anti-corruzione, in seguito al celebre e fumoso incidente di Wang Lijun (una torbida storia di spionaggio, corruzione, omicidi e giochi politici), che lo ha infine mandato al carcere a vita.
Insomma le vite parallele di Xi e Chen ricalcano alcuni pattern. Sia Xi, a Shanghai nel 2007, che Chen, dieci anni dopo a Chongqing, sono stati promossi in seguito a campagne anti-corruzione.
Dal ritiro di Deng Xiaoping, nessun leader cinese è stato in grado di scegliere il proprio successore. Jiang Zemin dovette accettare Hu Jintao, Hu Jintao non riuscì ad indicare Li Keqiang, dovendo accettare Xi Jinping. Xi è riuscito ad eliminare un possibile sgradito erede. In lizza oggi rimangono solo due possibili successori, ovvero Chen Miner o Hu Chunhua, potente alleato di Hu Jintao e con un passato da segretario politico della Mongolia Interna e del Guangdong.
Sia Hu Chunhua, che Chen, probabilmente entreranno nel Politburo quando la nuova lista verrà svelata mercoledì, ma dovranno aspettare fino a Marzo per avere il loro posto di governatore riconfermato.
Fonte: Foreignpolicy , Brookings.edu , Wikipedia

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