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La legge del “buon samaritano” è entrata in vigore il primo ottobre per proteggere le persone disposte ad aiutare gli altri da possibili ripercussioni legali.
Secondo la nuova legislazione, le persone che volontariamente offrono assistenza in caso di emergenza a coloro che sono in pericolo, feriti o che necessitano di aiuto, non verranno perseguite penalmente in caso di danno accidentale alla vittima.
La nuova legislazione teoricamente è stata adottata per smorzare la riluttanza di coloro che sarebbero disposti ad intervenire per aiutare un estraneo in una situazione di pericolo, ma non lo fanno per paura di ripercussioni legali in caso di errore nelle procedure di intervento.
Ma come si è arrivati a questo punto?
La legge risponde al fenomeno di persone che desistono ad aiutare, ad esempio, anziani in difficoltà o in pericolo, per paura di essere in seguito ricattati, ha affermato il professor Wang Cheng, dell’Università di Giurisprudenza di Beijing.
La nuova legge dovrebbe ridurre il numero degli esitanti.
Questo fenomeno psicologico altrimenti detto “sindrome dello spettatore” è particolarmente diffuso in Cina, ed è persino possibile rintracciare una data precisa per la nascita di questo fenomeno.
Il caso di Peng Yu contro Shoulan
Il caso di Peng Yu contro Xu Shoulan, fu una causa civile portata innanzi alla corte distrettuale di Nanjing nel 2007. L’anno prima, Peng Yu, aveva soccorso una donna di nome Xu Shoulan che era cascata rompendosi il femore.
Peng Yu aveva aiutato Xu Shoulan e l’aveva accompagnata all’ospedale locale per essere medicata. Xu accusò Peng di averla fatta cadere, e chiese che l’uomo pagasse le spese mediche.
“nessuno in buona coscienza aiuterebbe un’altra persona, a meno di non sentirsi in colpa“
La corte decise in favore di Xu, intimando a Peng il pagamento dei danni, sancendo, contraddicendo persino l’unico testimone, il paradossale ed egoistico principio che “nessuno in buona coscienza aiuterebbe qualcun altro a meno di non sentirsi in colpa“.
Il verdetto naturalmente causò grandi dibattiti nel paese, e si sollevarono numerose voci contrarie. Questo caso è di fondamentale importanza perché decreta il concetto che i cittadini cinesi sono potenzialmente perseguibili penalmente in caso di soccorso di sconosciuti in situazioni di emergenza, evidenziando il vuoto di una legge del “buon samaritano”.
Nel 2011 un video di una bambina, Wang Yue, di due anni investita da due automobili di fronte a 18 passanti indifferenti destò sdegno nella rete cinese e poi fu diffuso in tutto il mondo scatenando critiche e polemiche. A novembre dello stesso anno, un sondaggio online aveva scoperto che circa il 71% degli intervistati pensava che aiutare la bambina li avrebbe messi nei guai.
Il video dell’incidente di Wang Yue
Nel 2014, un uomo della provincia del Guangdong aveva aiutato un anziano, ma fu accusato di averlo colpito. L’uomo si suicidò quando gli fu richiesto un risarcimento.
“Se non aiuti, ti vergognerai di te stesso, ma se aiuti, probabilmente verrai colpito da coloro che aiuti. E’ davvero un dilemma,” un utente ha scritto su Weibo.
Nel 2012, il Consiglio di Stato cinese aveva pubblicato alcune linee guida che hanno ispirato la legge.
Il primo agosto del 2013 la municipalità di Shenzhen aveva introdotto alcune norme per difendere i “buoni samaritani”, mentre sin dal 2012 erano via via aumentate le offerte assicurative da parte di grandi gruppi per tutelarsi proprio da questa eventualità.
Nel corso degli anni, queste dispute hanno acceso alcuni dibattiti online sulla moralità, e sull’eroismo in Cina.
E’ in questo contesto che deve essere letta la nuova legge, per favorire un intervento etico, tutelando chi è disposto ad aiutare, da chi invece sfrutta la situazione per rivalersi.