La Cina rimanda i controlli sulle importazioni alimentari dopo le proteste internazionali

Il governo di Beijing ha rimandato le nuove normative sui controlli sulle dopo le proteste congiunte di Stati Uniti, Europa ed altri partner commerciali.

Le nuove regole che avrebbero richiesto di avere un certificato di ispezione da parte di un governo straniero per ogni spedizione di alimenti sarebbero dovute entrare in vigore domenica. Ma la Cina ha deciso di concedere un periodo di transizione della durata di due anni, secondo Associated Press, in seguito ai commenti non proprio favorevoli di altri governi, secondo un documento inviato all’Organizzazione Mondiale per il Commercio lunedì.

Non vi sono molti dettagli in merito ma il rinvio potrebbe aiutare a dissipare le preoccupazioni per quanto riguarda le spedizioni di carne, frutta, latticini, ed altri prodotti. In gioco vi è un mercato da miliardi di dollari.

La disputa inoltre va ad alimentare le tensioni commerciali con Stati Uniti ed Europa, che lamentano i prezzi troppo bassi delle esportazioni cinesi per quanto riguarda acciaio ed alluminio, andando a minacciare e a mettere a rischio competitor stranieri e minacciando allo stesso tempo posti di lavoro.

I nuovi regolamenti imposti da Pechino, hanno trovato un’opposizione inusuale. Se da un lato i governi hanno detto poco in pubblico, dietro le quinte, si è formata un’insolita alleanza tra Stati Uniti, Unione Europea, Giappone, Australia e Argentina che hanno lavorato in comune per contrastare le misure cinesi, intimando la Cina di seguire le norme stabilite a livello globale, mentre la Cina ha deciso di attuare deliberatamente procedure richieste solo per cibo ad alto rischio.

Alla fine, per il momento, sembrano averla spuntata i partner commerciali stranieri, ottenendo da parte della amministrazione competente cinese un reinvio di due anni.

Qualche giorno fa, il governo cinese aveva imposto alcune restrizioni ad una serie di formaggi morbidi occidentali.

Fonte: APnews

Photo by Glyn Lowe Photoworks.

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