La Fantascienza cinese: intervista con Robert G. Price

Robert G. Price, autore britannico di “Space to Create in Chinese Science Fiction”, ci parla della fantascienza cinese, dei suoi autori più importanti, della sua percezione nel paese.

Robert G. Price

Robert. G. Price è nato a Grimsy, in Inghilterra. Affascinato dai racconti del nonno che ha prestato servizio militare nell’allora colonia britannica di Hong Kong negli anni ’40, ha iniziato a studiare cantonese ancora in gioventù. Ha insegnato alcuni anni in Sud Corea, Taiwan e Cina. Vive in Germania dove ha conseguito il suo master in Studi Cinesi presso l’Università di Colonia.

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La fantascienza è seguita in Cina?

Questo dipende se stiamo parlando o meno della fantascienza occidentale hollywoodiana o se stiamo parlando della fantascienza cinese e in quale formato, cinematografico o letterario. I grandi blockbuster di Hollywood sono popolari in Cina come in qualunque parte del mondo, nonostante le limitazioni governative imposte sul numero e sui titoli delle pellicole straniere che possono essere proiettate nei cinema cinesi. Questa quota doveva essere aumentata all’inizio del 2017, ma in ogni caso, come chiunque ha visitato la Cina può testimoniare, i film hollywoodiani arrivano nel mercato dei dvd illegali.

Reset

Il numero di film cinesi basati sulla fantascienza è piuttosto piccolo, ma sta aumentando nel tempo. “The Mermaid” di Stephen Chow è stato descritto come una “commedia romantica di fantascienza” ed è stato campione di incassi (superato solo recentemente dal film patriottico Wolf Warriors 2, ndr) lo scorso anno, e quest’anno è uscito “Reset“, un film sui viaggi nel tempo di Zha Muchun, diretto dal regista coreano Chang e prodotto da Jackie Chan. Ma il film che tutti stiamo aspettando è l’adattamento cinematografico de ‘Il problema dei tre corpi‘ di Liu Cixin, che dovrebbe uscire nel 2017.

La letteratura di fantascienza è aumentata di popolarità nelle ultime due decadi, soprattutto dopo l’uscita del libro di Liu, ‘Il Problema dei Tre Corpi’ (originariamente serializzato nel magazine di fantascienza Science Fiction World), ma ancora oggi è vista come qualcosa di destinato ai bambini, almeno questa è l’impressione che ho ricevuto dai miei amici cinesi.

Fino a poco tempo fa, la letteratura di fantascienza cinese era utilizzata come background per gli insegnamenti scientifici destinati ai più piccoli. Questa tradizione va rintracciata in uno dei più importanti supporter della fantascienza ancora all’inizio del secolo scorso, ovvero all’accademico e scrittore Lu Xun. Lu ha studiato presso l’Università Giapponese negli anni ’80 del secolo diciannovesimo e fu uno dei primi a tradurre in cinese dal giapponese Giulio Verne, con cui era venuto in contatto durante gli anni della sua permanenza in Giappone. In quegli anni, la Cina era tecnologicamente carente, e Lu individuò in questo genere letterario un modo per veicolare l’insegnamento della scienza moderna. Naturalmente, era un’ottima intenzione, ma il genere in Cina si irrigidì in questo ruolo per più di 100 anni.

Robert G. Price

Parte del problema della Cina dell’inizio del XX secolo era che utilizzavano uno stile linguistico per la scrittura, e una sintassi differente per il linguaggio parlato. E’ complicato da spiegare, ma immaginate che fosse come scrivere in Latino ma parlando italiano moderno. Il tempo necessario per imparare a leggere e scrivere era impossibile da gestire per le masse.

Nel 1918, Lu pubblicò una storia scritta in stile colloquiale che riecheggiava lo stile parlato. Vi sono anche altri esempi del cosiddetto stile ‘Baihua’, ma il ‘Diario di un pazzo‘ di Lu fu il primo ad utilizzarlo per raccontare un’intera storia. Lu in seguito venne riverito come il padre della moderna letteratura, e alcune sue idee in fatto di educazione vennero adottate dal partito comunista cinese, cristallizzando il ruolo della fantascienza come vettore educativo.

Un accademico, Wu Yan ha descritto questa circostanza come ‘le catene dell’utilitarismo’, ed è proprio questa visione della fantascienza, che ha portato il genere ad essere bandito, non una, ma due volte. La prima volta è stata verso la fine degli anni’60, con il sorgere della Rivoluzione Culturale, quando la scienza e l’arte vennero considerate borghesi. Questo durò fino alla morte di Mao nel 1976, quando fu reintrodotta prima di essere nuovamente vietata nel 1983, durante una campagna contro la ‘corruzione spirituale’. Il secondo divieto fu dovuto all’uso dei ‘temi non scientifici’ come il sesso con i robot che cominciavano ad apparire (per ironia della sorte, i cinesi stanno oggi investendo anche nella creazione di robot destinato all’industria del sesso, ndr).

Con il passare degli anni, la situazione è migliorata nuovamente e grazie all’ostinazione di Yang Xiao, l’allora editor del magazine con base Chengdu ‘Science Fiction World‘ (科幻世界), la Cina ospitò la World Science Fiction Convention del 1991. Da allora, la popolarità del genere è cresciuto stabilmente, ma tuttora rimane una nicchia in Cina, più popolare tra le giovani generazioni o nella cosiddetta cultura ‘nerd’ (alcune cose sono davvero universali!). E’ stretta parente dei ‘wuxia’ o eroi marziali e fantasy che generano un grande seguito e compaiono in moltitudini di libri, fan-fiction e persino programmi televisivi e film.

Quali sono le influenze più importanti della fantascienza occidentale su quella cinese?

E’ una domanda difficile a cui rispondere. Credo che Hollywood abbia giocato un ruolo importante nell’introduzione della fantascienza alle masse in Cina e all’estero. Vi sono molte persone che non prenderebbero mai in considerazione l’idea di comprare un libro di fantascienza, ma non ci pensano due volte a guardare un film del franchise Marvel che può essere considerato fantascienza.

Parlando di letteratura, la sopra menzionata Science Fiction World oggi produce due magazine letterari di fantascienza. Uno è destinato alla fantascienza cinese e l’altro pubblica traduzioni di autori stranieri. Questo significa che in Cina esiste un mercato destinato alla fantascienza realizzata da stranieri.

E’ difficile stabilire quale influenza abbia giocato la fantascienza occidentale sulla controparte cinese. Ciò che ho osservato e che è descritto nella parte finale del mio libro, è che in un periodo lungo 40 anni, il numero dei temi affrontati dalla fantascienza cinese è aumentato e il numero dei temi che gli accademici avevano individuato come assenti in precedenza, è cominciato ad apparire. Le mie osservazioni sono basate su una selezione casuale di racconti scritti da tre autori nell’arco temporale tra i primi anni ’60 fino ai racconti di Liu Cixin, che è oggi l’autore di fantascienza più famoso nel paese.

I risultati che ho ottenuto possono essere dovuti ad un’influenza della fantascienza occidentale su quella cinese, o potrebbero essere dovuti ad un rilassamento delle normative sulle pubblicazioni cinesi, o potrebbero essere dovuti alla necessità di essere più creativi rispetto al passato. Diventa sempre più difficile creare idee di fantascienza originali che effettivamente non sono state già scritte o apparse da qualche parte nel mondo reale. Sembra che siamo già entrati in questa singolarità, dove la tecnologia progredisce ad un livello tale che non poteva essere predetto qualche anno fa. Un articolo del 2011 del giornalista Kun Kun riferiva che solo il 20% delle sue storie sono state pubblicate.

Anche Liu Cixin ha riferito che prima di inviare le storie per la pubblicazione, si prende del tempo per valutare i temi e le storie che ha già pubblicato, evitando temi e generi fantascientifici che non erano riusciti ad essere pubblicati.

Naturalmente, certi eventi storici, specialmente quelli delle ultime nove decadi sono attentamente vagliate. L’autore sino-americano Ken Liu, che ha anche tradotto in inglese due dei libri che compongono la trilogia dei “Tre Corpi”, ha spiegato come certe frasi del suo “The Paper Menagerie” sono state cambiate quando tradotte in cinese per evitare certi riferimenti alla Rivoluzione Culturale. In principio rimase sconfortato da questa circostanza, ma poi comprese che questi riferimenti avrebbero avuto ripercussioni politiche sui traduttori, editori e publisher.

Chi sono gli autori più popolari in Cina?

Come ho già accennato in precedenza, Liu Cixin, Han Song e Wang Jinkang sono i preferiti tra i lettori cinesi, sebbene vi siano anche nuovi autori sulla scena.

Due anni fa, Liu è stato il primo autore cinese a vincere l’ambito premio Hugo per la traduzione in inglese dei “Tre Corpi”, e quest’anno la prima autrice cinese, Hao Jinfang ha vinto il premio per la traduzione in inglese di “Folding Beijing“.

Casualmente, “Folding Beijing” è una delle tredici storie che appaiono in “Invisible Planets”, insieme ad altri racconti di Hao Song, Liu Cixin, Chen Qifan (Stanley Chan), Xia Jia, Ma Boyong e Cheng Jingbo, tradotte ed editate da Ken Liu. Questo è un buon punto di partenza per cominciare a scoprire la fantascienza cinese.

Com’è percepita la fantascienza cinese all’estero?

Quando stavo scrivendo la mia tesi di Studi Cinesi, quando riferivo ai miei amici il soggetto della tesi era la fantascienza cinese, mi guardavano in maniera bizzarra e chiedevano “Ma esiste davvero?”

Ad ogni modo, negli ultimi anni, e soprattutto grazie ai riconoscimenti internazionali ai lavori di Liu, la fantascienza cinese è diventata maggiormente conosciuta. Persino Barack Obama ha incluso “Il Problema dei Tre Corpi” nella sua lista dei libri da leggere, in un’intervista al New York Times.

Alcuni aspetti risultavano strani per i lettori non abituati a leggere traduzioni dal cinese. Un amico tedesco che ha letto i “Tre Corpi”, ha trovato anomalo che i personaggi nel gioco online dei Tre Corpi fossero presi da personaggi storici, come Qin Shi Huan e Copernico, etc. Questo è qualcosa che ho notato non solo nella fantascienza (ad esempio Poetry Cloud di Liu Cixin), ma anche in altra letteratura cinese, come nel racconto di Guo Moruo, quando Karl Marx incontra Confucio. Altri elementi che possono essere descritti come di tratto cinese, possono generare delle impressioni sui lettori non avvezzi con questa letteratura. Aggiungendo questi fattori all’idea che lo scopo della fantascienza sia didattico, può portare a combinazioni abbastanza bizzarre.

La fantascienza ha qualche influenza sulla società cinese?

E’ un’altra domanda a cui è difficile rispondere. Direi di sì, ma indirettamente. Sebbene molta fantascienza sia irrealizzabile al momento per evidenti limiti tecnologici, vi sono innumerevoli esempi documentati che indicano come la fantascienza in passato abbia influenzato inventori, ingegneri, designer, etc. Questo chiaramente per quanto riguarda la fantascienza in occidente e di come questa abbia influenzato il mondo in cui viviamo oggi. Naturalmente, certi aspetti come internet non sono mai stati completamente predetti, a meno di non voler citare “A Logic Named Joe” di Murray Leinster, o le riflessioni dello scienziato belga Paul Otlet.

Altri idee come la missilistica e il volo spaziale sono invece state direttamente influenzate dalla prima fantascienza, come possiamo vedere dalle memorie del padre della moderna missilistica Robert Hutchings Goddard che prese ispirazione dagli scritti di H.G. Wells. Il cellulare è un altro tra i primi esempi di fantascienza divenuta realtà. La fantascienza ha stimolato inoltre a pensare a futuri alternativi come nella storia incentrata sull’ esplosione demografica di “Make Rooom! Make Rooom!” (Largo! Largo! in italiano) di Harry Harrison che fu portata in pellicola nel film “Soylent Green” (2022: i Sopravvissuti).

Da questi ed altri numerosi esempi possiamo vedere come il mondo moderno in occidente è stato influenzato dalla fantascienza, che conseguentemente influenza anche altre nazioni, compresa ovviamente la Cina. Se invece stiamo parlando se la fantascienza cinese abbia già influenzato la società cinese, è secondo me ancora troppo presto per dirlo. Ma dobbiamo guardare al futuro.

Intervista di Matteo Damiani

In inglese: Chinese Science Fiction, Interview with Robert G. Price

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