L’Australia si rifiuta di connettere il cavo sottomarino costruito da una compagnia cinese alle isole Solomon

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Huawei spionaggio

I servizi segreti australiani hanno avvertito le Isole Solomon che il previsto cavo internet sottomarino lungo 4000 Km che collegherà il piccolo arcipelago con la capitale australiana potrebbe essere cancellato dopo l’entrata in scena della cinese Huawei.

Il futuro del progetto ad oggi rimane incerto perché l’Australia teme che il coinvolgimento di Huawei, a cui era già stato vietato di lavorare sulla rete nazionale di comunicazioni australiana dall’agenzia di sicurezza, possa essere sfruttato come strumento di spionaggio.

Nick Warner, a capo dell’agenzia di intelligence australiana, ha pertanto avvertito il primo ministro delle Solomon, Manasseh Sogavare durante la recente visita nella capitale Honiara.

Secondo Faifax Media che ha dato la notizia, l’Australia appoggia il progetto del cavo che consentirebbe di migliorare le condizioni dell’isola, ma il governo è preoccupato per la svolta avvenuta verso la metà del 2016, quando Huawei è subentrata ad un precedente progetto britannico-americano. Il cambiamento dei piani ha fatto anche saltare il finanziamento della Asian Development Bank, a causa della mancanza di trasparenza dei nuovi accordi. Il governo australiano sarebbe in contatto da diversi mesi con le Solomon per discutere il progetto di vitale importanza per il piccolo arcipelago. Ma a queste condizioni, l’Australia non concederà i permessi per motivi di sicurezza.

Le preoccupazioni australiane derivano dall’aggressività dello spionaggio cinese contro l’Australia. Secondo l’ex capo della difesa Dennis Richardson, “non è un segreto che la Cina sia molto attiva nelle attività di intelligence contro di noi”.

Huawei non è nuova a queste accuse: nel 2016, il Canada rifiutò i visti a due impiegati di Huawei per spionaggio; nel 2013, l’ex capo della CIA, Michael Hayden, accusò Huawei di spionaggio industriale, affermando di avere visionato le backdoor presenti nei dispositivi Huawei; nel 2005 fu la volta del governo britannico nel caso Marconi, sempre nello stesso anno l’India bloccò la fornitura di equipaggiamento da parte di Huawei ad un service provider; nel 2009 Alex Allan, capo della commissione dei servizi di Intelligence inglesi, fece menzione proprio di Huawei come possibile minaccia. Nel 2012 il governo canadese escluse Huawei dai sui piani per costruire la rete di comunicazioni governative. E via di questo passo.

Fonte: The Sydney Morning Herald

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