Dov’è finita la Carl Vinson?

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Come tutti ricorderete, solo una settimana fa, il presidente americano Donald Trump dichiarava trionfalmente l’invio di un gruppo d’attacco guidato dalla portaerei Carl Vinson verso la Nord Corea, per intimidire il regime nord coreano.

Trump aveva affermato di avere inviato l'”armada” a Fox News ancora martedì pomeriggio. Sembra però che la Carl Vinson, insieme ad altre tre navi da guerra in realtà si siano dirette verso sud, per congiungersi con la flotta australiana per una serie di esercitazioni congiunte, a circa 3500 km di distanza dalla penisola coreana.

Cos’è dunque accaduto?

In realtà le cose sembra siano andate diversamente, travolte da una serie di coincidenze, smentite mancate e imbarazzati silenzi.

La Casa Bianca ha affermato di avere delegato il dipartimento della difesa per gestire la situazione. Gli ufficiali a quanto pare hanno descritto una serie di eventi sfortunati che hanno suggerito l’idea che una flotta americana si stesse effettivamente avvicinando alla Corea del nord. Evidentemente ci siamo tutti sbagliati, non c’era nessuna flotta in partenza per la Corea del Nord.

Sembrerebbe che l’enfasi data da Trump alla questione nord coreana, alcune parole fraintese di Mattis, il sensazionalismo di alcuni quotidiani condizionati dall’evolversi della situazione, abbiano suggerito l’ipotesi che la Carl Vinson stesse effettivamente muovendosi verso la Corea del Nord.

Trump nel frattempo sembra non abbia fatto nulla per smentire questa ipotesi, probabilmente sfruttando la dimostrazione di forza a suo favore, mentre per gli alti ufficiali del pentagono, tornare sui propri passi, ad un certo punto sembrava difficile.

Questa storia, probabilmente sarebbe potuta essere dimenticata se la stessa marina americana non avesse pubblicato online la foto che vedete all’inzio dell’articolo lunedì che mostrava la Carl Vinson mentre veleggiava verso sud, attraversando lo Stretto di Sunda, che separa le isole indonesiana di Giava e Sumatra. La foto è stata scattata quattro giorni dopo che il segretario di stato americano Sean Spencer, aveva descritto la sua missione nel Mar del Giappone.

Adesso la Carl Vinson è effettivamente in viaggio verso la penisola coreana e si aspetta il suo arrivo nell’area per la prossima settimana, secondo fonti del dipartimento della difesa. La Casa Bianca ha evitato di commentare la spiacevole ed imbarazzante situazione.

Ad ogni modo, in privato, sembra che alcuni ufficiali siano rimasti colti di sorpresa da questa sequenza di eventi, dalla mancanza di capacità del pentagono di correggere la sua linea d’azione, considerando soprattutto la situazione di estrema tensione e i discorsi pubblici di Spicer e del generale McMaster.

Secondo Dana White, portavoce del Pentagono, la nave si sta muovendo verso il pacifico occidentale.

Una serie sfortunata di eventi

Ma rivediamo la sequenza degli eventi. L’8 aprile il pentagono annuncia che la Carl Vinson ha lasciato Singapore. Il 9 aprile, una dichiarazione dell’ufficio degli affari pubblici della Terza Flotta della marina americana ha rilasciato un comunicato annunciando che l’ammiraglio Harry B. Harris Jr., il comandante delle flotte schierate nel Pacifico, aveva ordinato alla Carl Vinson e al suo gruppo di attacco di lasciare Singapore e di dirigersi verso il Pacifico Occidentale. Come consuetudine, la marina non aveva specificato esattamente dove la flotta si trovasse.

Nel frattempo, Trump era impegnato nel suo incontro bilaterale con Xi Jinping a Mar-a-Lago in Florida, e durante l’incontro aveva affermato che la pazienza americana verso la Corea del nord era giunta al limite.

Sempre quella domenica, il generale McMaster aveva detto a Fox News che l’invio della forza di attacco era una mossa “prudente”, il cui scopo era quello di offrire al presidente un ventaglio di opzioni per rimuovere le minacce di Kim Jong-un.

I media sud coreani e giapponesi, così come il New York Times e innumerevoli altre testate e agenzie, avevano riportato come gli ordini dell’Ammiraglio Harris fossero un’ulteriore prova che la crisi si stava intensificando. Sebbene una portaerei non sia in realtà l’opzione militare più indicata per un’operazione del genere, dal momento che missili da crociera e bombardieri a lunga distanza sarebbero più efficaci, la sua presenza nella zona non poteva che essere considerato come un deterrente.

L’11 aprile Trump aveva infiammato la situazione con un tweet mattutino dove affermava che la “Nord Corea sta cercando guai. Se la Cina decide di aiutare, benissimo. Se no, risolveremo il problema senza di loro! U.S.A.”. Più tardi, durante la giornata, un giornalista aveva chiesto a Spicer notizie a riguardo la Carl Vinson. Spencer aveva risposto ambiguamente che l’arrivo nell’area del gruppo di attacco avrebbe avuto una funzione di deterrenza, non che effettivamente la Carl Vinson stesse arrivando nella zona.

Un’ora dopo che Spencer aveva concluso la sua conferenza stampa, Mattis, il segretario della difesa, aveva rafforzato questa interpretazione aggiungendo che il percorso della Carl Vinson era stato cambiato e che le esercitazioni previste con la marina australiana erano state cancellate.

Fonte: New York Times

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