Intervista a John Carpenter: Grosso Guaio a Chinatown

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Abbiamo posto un paio di domande al leggendario regista John Carpenter a proposito di Grosso Guaio a Chinatown, la pellicola cult che si svolge nella Chinatown della San Francisco degli anni ’80.

I cinesi, durante la loro diaspora in America, hanno portato con se, non solo usi e costumi, ma anche l’inferno cinese! L’idea originale del film fu degli sceneggiatori Gary Goldman e David Z. Weinstein. Goldman era stato ispirato da numerosi elementi dei Wuxia Pian di Hong Kong, ovvero le pellicole di arti marziali che venivano prodotte in grandi quantità ad Hong Kong tra gli anni ’60 e ’70, affascinato dal misticismo orientale e dalle coreografie. L’idea di Goldman e Weinstein era originariamente quella di combinare elementi fantastici cinesi con elementi occidentali.

Grosso Guaio a Chinatown
Recentemente è uscita una serie a fumetti ispirata alle avventure di Jack Burton, il protagonista del film interpretato da Kurt Russell, ambientato subito dopo la fine del film.

I due, presentarono una prima sceneggiatura ai produttori esecutivi Paul Monash e Keith Barish nell’estate del 1982, che l’acquistarono e la fecero riscrivere ai due autori originali, ma il risultato non li convinse, poiché il film originariamente si sarebbe dovuto ambientare nella San Francisco di inizio secolo. Goldman, infuriato per la volontà dello studio di modernizzare l’ambientazione del film rifiutò le richieste di 20th Century Fox.

Grosso Guaio a Chinatown

Gli studios rimossero pertanto gli autori originali dal progetto e il loro contributo rimane relegato ai titoli di coda. Lo studio allora assunse W.D. Richter, uno sceneggiatore veterano, esperto nel risistemare sceneggiature vacillanti, che riscrisse la storia e pensò che gli elementi del Far West americano e le arti marziali non funzionassero molto bene insieme (elementi recuperati in Pallottole cinesi ed altri film del genere). Lo sceneggiatore quindi, seguendo le linee guida degli studios, modernizzò tutti gli elementi della storia, a parte l’affascinante storia di Lo Pan.

Grosso Guaio a Chinatown

Nel luglio del 1985, Carpenter lesse la sceneggiatura originale di Goldman e Weinstein, definendola “oltraggiosamente illeggibile, sebbene contenga molti elementi interessanti”. Per completare il film prima del rivale Il Bambino d’Oro, anch’esso influenzato dal folklore cinese, in uscita nello stesso arco di tempo, Carpenter pensò di arruolare una grande star come Jack Nicholson o Clint Eastwood, ma erano troppo impegnati. Alla fine la scelta fu l’inossidabile Kurt Russell, con cui Carpenter aveva lavorato molte volte dando vita ad un sodalizio celeberrimo. Carpenter poi affiancò a Russell, Dennis Dun, visto nell’ Anno del Dragone e in seguito ne “l’Ultimo Imperatore” di Bertolucci.

John CarpenterIntervista a John Carpenter

CinaOggi: Il folklore cinese è un background abbastanza peculiare, non molto sfruttato dagli studios di Hollywood. Da dove è arrivata l’idea di un film basato sul folklore cinese e sulle Triadi cinesi?

John Carpenter: Tutto quello che conoscevo del folklore cinese derivava dai film di kung-fu. Ho amato Cinque dita di violenza (di Cheng Chang Ho, 1973), la serie del bandito da un solo braccio (La mano sinistra della violenza, Con una mano ti rompo, con due ti spezzo, Mantieni l’odio per la tua vendetta), Master of the Flying Guillotine di Jimmy Wang Yu, e infine Zu, Warriors of Mystic Mountain. Il film è stato scritto da W.D. Richter; ho soltanto aggiunto alcuni tocchi. Ho ricevuto molto aiuto dagli attori asiatici e dai stuntmen in scena per capire come rappresentare alcuni particolari della cultura cinese.

CinaOggi: Sei stato influenzato da registi di Hong Kong o cinesi per realizzare Grosso Guaio a Chinatown?

John Carpenter: Non tanto i registi, piuttosto alcuni film.

CinaOggi: Con che attore o attrice cinese vorresti lavorare?

John Carpenter: Mi piacerebbe molto lavorare con Gong Li.

Testo e intervista: Matteo Damiani

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