Declino del contrabbando di avorio in Cina nel 2016

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La quantità di avorio contrabbandato nel paese è precipitata dell’80% dal suo apice degli anni precedenti, ha assicurato la State Foresty Administration (SFA) domenica.

Il capo della SFA, Liu Dongsheng, ha celebrato il traguardo alla cerimonia di apertura della campagna per la protezione della fauna selvatica, senza però dare statistiche dettagliate.

La Cina cesserà il commercio e il processo di avorio entro la fine dell’anno. Lo scorso anno era stato imposto un divieto della durata di tre anni per quanto riguarda le importazioni di avorio in un crescendo innescato dal governo cinese contro il commercio clandestino di piante ed animali selvatici in Cina.

Il numero di casi di traffico di fauna selvatica è calato drasticamente dall’introduzione delle nuove norme. Nello stesso periodo il numero di specie protette in Cina, compresi panda giganti, ibis crestati (praticamente scomparsi fino a qualche anno fa: dai 7 esemplari vivi nel 1981 alle svariate centinaia di oggi) alligatori dello Yangtze e le antilopi tibetane è aumentato costantemente grazie ad attenti e ben finanziati progetti di conservazione e di protezione. Purtroppo oltre al bracconaggio, altri fattori minacciano la sopravvivenza di questi animali, che vedono spesso il loro habitat contaminato o distrutto dall’intervento umano.

Ad ogni modo, anche per quanto riguarda la tutela delle foreste la Cina ha effettuato importanti passi in avanti, adottando misure stringenti. Come sempre anche per quanto riguarda questo discorso bisognerebbe fare dei distinguo e delle distinzioni, perché alcuni progetti sono più meritevoli ed efficaci di altri molto controversi. Un altro elemento importante per quanto riguarda la salvaguardia di queste specie e del loro habitat è la lotta all’inquinamento in Cina, che ha raggiunto ormai livelli apocalittici, sia per quanto riguarda l’inquinamento idrico che quello atmosferico. Piogge acide, veleni, sversazioni di sostanze chimiche fortemente inquinanti, metalli pesanti, polveri sottili, tutti questi fattori hanno danneggiato in maniera profonda l’ecosistema naturale cinese e dei paesi limitrofi.

Entro l’anno inoltre verrano introdotte nuove norme ancora più punitive per quanto riguarda il bracconaggio e il contrabbando di prodotti derivati da specie protette, andando pertanto ad intaccare una serie di mercati che si alimentavano di queste materie come la medicina tradizionale cinese o l’artigianato.

Fonte: news.mb.com.ph

Photo by Helen Flamme

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