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Una infermiera del Shanghai Pudong Maternal and Child Health Hospital, ha per errore somministrato un medicinale per indurre l’aborto ad una donna incinta al quarto mese di gravidanza, procurando la perdita del feto.
Dal momento che questa era la sua prima gravidanza, Jiao Li (uno pseudonimo), dopo aver consultato la famiglia, decise di recarsi in ospedale e sottoporsi ad esami specifici anche in caso di piccole perdite di liquido amniotico. Il 3 luglio, la ragazza fu ricoverata.

Dopo una flebo, i medici, constatarono sul corpo di Jiao Li, sintomi allergici quali pustule pruriginose e arrossamenti provocati dai medicinali, e per questo motivi sospesero il trattamento.
Dopo alcune ore, una infermiera venne inviata a distribuire le cure alle pazienti del reparto. A Jiao Li, venne consegnata una mezza pasticca dove era possibile leggere chiaramente soltanto la lettera “m”. La ragazza chiese quattro volte il nome della medicina in quanto non aveva avuto modo di leggerlo sulla confezione, e di che tipo di farmaco si trattasse.
Alcuni minuti dopo, il marito andò al punto accettazione del reparto chiedendo nuovamente il nome del farmaco e riferì alle infermiere in servizio che sulla pasticca era chiaramente visibile soltanto la lettera “m”. Sentendo le parole dell’uomo, l’espressione dell’infermiera cambiò rapidamente, mentre altre tre infermiere si precipitarono nella farmacia del reparto per cercare il blister del farmaco. Dopo averlo ritrovato in un cestino di servizio, un’infermiera constatò l’errore, affermando che il farmaco scambiato era un medicinale abortivo (Mifepristone).
Jiao Li rimase scioccata. I dottari raccomandarono alla giovane di bere molta acqua per indurre il vomito. In seguito, Jiao Li ricordò di avere provato nausea, perdite di sangue, e il 29 agosto, ebbe un aborto.
L’infermiera è stata sospesa. L’ospedale ha ammesso di avere somministrato il medicinale sbagliato, ma ha rifiutato di bollare l’incidente come un episodio di malasanità: “Non si è trattato di malasanità, perché non ci sono state conseguenze serie. Si è trattato solo di un errore. Non si può parlare di malasanità”.

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