Lettera di uno studente cinese in Giappone richiede la pace

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Mentre le proteste violente anti giapponesi si diffondono a macchia d’olio in Cina, come vengono trattati i giovani studenti cinesi in Giappone

Secondo una lettera pubblicata online e ben presto diventata virale, i 100.000 ragazzi cinesi che studiano e vivono in Giappone non hanno subito alcuna ritorsione e non corrono alcun pericolo. Nel frattempo invece, gli interessi giapponesi (e non solo) in Cina sono stati duramente attaccati e come abbiamo visto in questi giorni non sono mancati episodi violenti: centri commerciali, auto, negozi dati alle fiamme e saccheggiati, minacce ai turisti, fabbriche costrette a chiudere, etc. Con oltre 18000 commenti e 75000 retweet su Sina Weibo, la versione cinese di Twitter, la storia ha avuto una larga diffusione nella mainland.

“Lettera urgente a casa di uno studente che studia in Giappone

Alle 11 di questa notte, dopo essermi incontrato con un altro studente cinese, mi sono loggato a QQ e ho letto un messaggio di mio fratello: “Chiama papà, è urgente! Guarda le news e chiamaci appena puoi, non importa a che ora!” Il mio cuore ha fatto un tonfo, perché  ho pensato che qualcosa di brutto fosse accaduto a casa. Ho chiamato subito e appena ha sentito la mia voce, mio padre mi ha chiesto:”Come state? La situazione in Cina adesso è ansiosa a causa delle Diaoyu …”

Ho cercato di rassicurare mio padre e di calmare la mia famiglia ed ho detto che qui non ho avuto alcun problema. Solo dopo essersi completamente rassicurato, mio padre ha abbassato la cornetta.

Ho pensato ai 100.000 studenti cinesi in Giappone in questo momento. Considerando la situazione corrente piuttosto agitata, ogni genitore sicuramente è preoccupato per i suoi figli poiché potrebbero avere degli inconvenienti. I genitori sicuramente non dormiranno sonni tranquilli tormentati dal pensiero che i loro figli possano essere pestati. Torneranno mai più a casa i nostri figlioli?

Questo atteggiamento è ovviamente completamente giustificabile per dei genitori. Non solo ogni canale televisivo riporta notte e giorno notizie sulle Isole Diaoyu, ma dappertutto vi sono dimostrazioni anti giapponesi, con distruzioni di macchine e pestaggi d’innocenti. L’intero paese è avviluppato in una atmosfera cupa e china alla violenza. I genitori preoccupati temono una situazione simile per i loro figli in Giappone.

Ma é proprio questo che sta accadendo in Giappone? Parlerò della mia esperienza personale.

Sono a Okinawa, e questa è la mia analisi del conflitto tra la Cina e il Giappone sulle isole Diaoyu: il Giappone ha da sempre considerato le isole come territorio di Okinawa. In altre parole, quando si parla delle Diao yu, Okinawa è la città giapponese alle quale le isole farebbero riferimento. Se uno scontro tra la Cina e il Giappone dovesse realmente realizzarsi, Okinawa sarebbe la prima linea, il luogo dove molto probabilmente si svolgerebbe la guerra e pertanto minaccerebbe direttamente le vite degli abitanti della città. E costoro, che dovrebbero essere i più preoccupati, non lo sono minimamente!

Ieri mattina, ho ottenuto un lavoro temporaneo per distribuire volantini per le strade. Il contenuto pubblicizzava corsi di lingua cinese realizzati da un cittadino cinese, specificamente indirizzati a quei giapponesi che vogliono imparare la nostra lingua. Ho distribuito volantini dalle otto alle dieci della mattina nella strada Kokusai, nel distretto più frequentato di Okinawa, un luogo pieno di persone che vanno al lavoro.

Eravamo in sette e abbiamo distribuito 1500 volantini, e in tutto questo tempo, nessun giapponese ci ha infastidito in alcun modo. In effetti, una anziana signora, è  tornata indietro per prendere un altro volantino da dare a qualcun altro. In una situazione inversa, se un giapponese stesse distribuendo volantini per studiare giapponese a Wangfujing (una via commerciale di Beijing), sarebbe trattato allo stesso modo?

Questa mattina sono stato a fare un esame per prendere la patente per le moto e tra centinaia di persone, probabilmente ero l’unico straniero. All’istruttore era chiaro che io fossi cinese. Prima di arrivare ero nervoso, preoccupato che qualche giapponese mi infastidisse e non mi lasciasse passare il test. Per la verità ci ho pensato parecchio e davvero costoro non mi hanno trattato come i miei “compatrioti” in Cina avrebbero potuto trattare in maniera diversa le persone in base al paese di provenienza. Non c’era nulla di speciale nel loro comportamento. Ho avuto solo un paio di problemi linguistici, ma loro mi hanno spiegato le cose dandomi dimostrazioni pratiche e ho passato l’esame facilmente.

In tutto questo tempo, qualcosa è accaduto. Verso le 12 mi sono seduto nella sala d’attesa e alla tv hanno mostrato le immagini del conflitto delle Diaoyu e dettagliatamente hanno riportato il numero dei pescherecci cinesi, le direzioni, etc. Allo stesso tempo hanno fatto vedere le immagini delle proteste anti giapponesi. Queste per me erano notizie davvero importanti riguardanti una disputa territoriale, ma a parte un paio di giapponesi, nessuno stava guardando il telegiornale. E anche quei pochi che lo stavano guardando non hanno espresso alcun giudizio o idea sull’argomento. Se il telegiornale fosse stato mostrato in un ristorante in Cina, un sacco di persone si sarebbero messe a commentare a gran voce. Ma qui, niente!

Credete che agli abitanti di Okinawa non importi nulla di politica, della situazione attuale o di quello che accade a un metro di distanza?

Naturalmente no. Nella mia università si possono spesso vedere enormi bollettini che incitano i giovani a partecipare a proteste contro la base americana. I dati mostrano come in Giappone vi siano 50.000 soldati americani, di cui 25.000 solo a Okinawa. Il 9 settembre vi è stata una grande manifestazione con oltre 100.000 persone per protestare contro la messa in campo degli aerei MV-22 Osprey nell’aeroporto di Futenma.

La dislocazione dello MV-22 Osprey americano è ovviamente legata alla situazione di tensione attuale tra Cina e Giappone. E’ fuor di dubbio che i Giapponesi non sappiano che lo MV-22 é naturalmente correlato al conflitto, nonostante questo vi si oppongono. E oltretutto richiedono la chiusura dell’aeroporto. Ovviamente, se le cose dovessero peggiorare, tutto questo dovrebbe ritorcersigli contro. Avete mai visto una manifestazione di grande scala che chiede la chiusura di un aeroporto militare all’alba di una guerra? Ecco, questo é quello che gli okinawesi stanno facendo! C’è una sola ragione: sono preoccupati che questo genere di aereo possa essere pericoloso per le loro vite.

Che ne facciamo delle centinaia di migliaia di okinawesi che si confrontano davanti alle basi militari americane in grandi dimostrazioni?

Nella nostra università, ho incontrato alcuni studenti giapponesi che sono stati nel nostro paese. Una volta saputo che ero cinese, cercarono di dimostrarmi che sapevano usare il cinese, dicevano di amare il cibo cinese così delizioso e piccante! Facevano tutto questo in maniera molto amichevole. Mercoledì notte stavo chiacchierando con uno studente giapponese in visita a Tokyo che ha marzo era stato alla Università di Shanghai per studiare la nostra lingua per un mese. Abbiamo parlato dalle nove fino all’una del mattino e gli ho chiesto: “Come sono cambiate le tue impressioni da quando sei arrivato in Cina sino alla tua partenza?” Mi ha risposto: “Dopo che me ne sono andato ho capito che la Cina era divertente, che mi piaceva e che avrei voluto ritornarci.” Ecco, questo mi ha detto.

Con questo vorrei parlare ai miei compagni: picchiare i vicini giapponesi in Cina é come chiudere l’ultima porta per cambiare la nostra gente.”

Fonte

The Leaf Nation

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