Il popolo della caverna del cervo rosso: nuova linea evolutiva o gruppo isolato di ominidi?

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Un team australiano ha rinvenuto in una caverna nel Guangxi un teschio forse appartenente a un nuovo ceppo estinto della razza umana.

I fossili recuperati sono stati rinvenuti in due caverne nel sud ovest della Cina, a Longlin e potrebbero essere appartenuti a una nuova specie di umani sopravvissuta fino agli albori dell’agricoltura.

I reperti dunque, non sono molto antichi essendo databili tra i 14.300 e gli 11.500 anni fa e mostrano un bizzarro mix di caratteristiche primitive e moderne che ha lasciato senza parole i ricercatori.

I resti rinvenuti differiscono dagli uomini moderni per numerosi particolari: mandibola sporgente, grandi molari, sopracciglia prominenti, tessuto osseo spesso, faccia piatta e naso piuttosto ampio.

I loro cervelli misurerebbero come quelli degli esemplari dell’età del ghiaccio (Pleistocene; culmina 20.000 anni fa circa).

Darren Curnoe, a capo del team australiano dell’Università del New South Wales ha affermato che i resti potrebbero appartenere ad una nuova linea evolutiva o a una popolazione sconosciuta arrivata dall’Africa, poi estinta.

Secondo il ricercatore però, le prove sarebbero dalla parte di una nuova linea evolutiva.

Innanzitutto perché le caratteristiche dei loro teschi sono uniche, essendo molto differenti dagli uomini moderni o da quelli che popolavano l’Africa 150.000 anni fa.

Secondo perché questa razza è sopravvissuta almeno fino a 11000 anni fa  in una zona isolata dalle altre regioni popolate dagli uomini moderni, senza probabilmente incrociarsi con le popolazioni vicine.

Il principale reperto rinvenuto è uno scheletro parziale dotato di teschio e denti e qualche osso. In una grotta vicina a Maludong, nello Yunnan, sono stati rinvenute altre 30 ossa, compresi 3 teschi, due mandibole e qualche dente. Nella caverna a Maludong, chiamata del Cervo Rosso, sono stati inoltre rinvenuti i resti di numerosi mammiferi, tutti ancora presenti nella zona, tra cui un gran numero di cervi rossi giganti, segno di come la caccia fosse popolare tra questa cultura.

In Asia per un certo periodo hanno convissuto diverse specie di umani: gli uomini della Caverna del Cervo Rosso in Asia Orientale, l’Homo Floresiensis, chiamato anche lo “Hobbit”  nell’isola di Flores in Indonesia e gli uomini moderni sparpagliati in una vasta regione che parte dall’Asia settentrionale fino all’Australia. La maggior parte dell’Asia all’epoca era stata colonizzata da Neanderthals e da un altro gruppo di uomini arcaici chiamati ominidi di Denisova, che hanno ricevuto questo nome dalla recente scoperta di un dito fossilizzato rinvenuto nella caverna di Denisova in Siberia nel 2010.

I fossili della caverna Longlin sono stati trovati nel 1979 da un geologo che stava esaminando l’area. All’epoca furono però recuperati solo una mandibola inferiore e alcuni altri frammenti ossei. Il resto venne lasciato incastonato in blocchi di roccia in un magazzino dell’Istituto di Archeologia di Kunming, la capitale dello Yunnan e in seguito dimenticati per 30 anni. Nel 2009, i fossili sono stati rintracciati da Ji Xueping, un ricercatore dell’istituto che ha collaborato poi con il team di Curnoe per esaminarli.

Scetticismo e opinioni divergenti

Secondo Marta Mirazón Lahr dell’Università di Cambridge, i resti invece apparterrebbero a uomini moderni. Le caratteristiche inusuali suggerirebbero che gli uomini della caverna del cervo rosso sarebbero tardi discendenti di una antica popolazione di uomini moderni in Asia oppure di un piccolo gruppo di uomini affetti da una deriva genetica, ovvero un cambiamento evolutivo indipendente dalla selezione naturale, che si verifica in gruppi isolati. I cambiamenti sono sottoposti al calcolo probabilistico e non sono influenzati dalla selezione naturale: il loro isolamento permette oscillazioni delle frequenze geniche ampie e casuali, cosicché nelle generazioni successive si può avere la prevalenza di alcune caratteristiche uniche e la scomparsa di altre. Scetticismo è stato dimostrato anche da Chris Stringer a capo del Museo di Storia Naturale di Londra. Secondo Stringer, i resti sono molto importanti soprattutto perché non abbiamo a disposizione molto materiale del tardo pleistocene in Cina. Anche secondo Stringer i resti apparterrebbero a un gruppo di uomini moderni giunti dall’Africa circa 60000 anni e in seguito rimasti isolati per millenni prima di sparire dalla storia. Secondo Stringer sarebbe possibile anche una seconda ipotesi, ovvero quella dell’appartenenza al gruppo dei Denisoviani che teoricamente si sarebbero incrociati con alcuni antenati dell’uomo moderno da qualche parte nel sud est asiatico.

Fonti

Plosone via Guardian

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