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Dopo tre decadi di migrazioni dalle regioni occidentali verso la costa, la popolazione dell’entroterra cerca di lavorare in zone più vicino alla casa di origine.
Un’interessante articolo di The Economist analizza i flussi migratori dei cittadini cinesi dal 1990 al 2005 grazie ai dati raccolti da Kam Wing Chan della University of Washinghton.
Secondo i suoi dati, enormi negli anni sarebbero stati i flussi di lavoratori migranti partiti dalle regioni dell’entroterra verso le regioni costiere, in particolar modo Shanghai, Zhejiang e Guangdong, alla ricerca di lavoro.
Sebbene la mappa mostri “soltanto” un flusso totale di 80 milioni di persone, sarebbero almeno 230 milioni i cinesi migranti che vivono per la maggior parte dell’anno lontano da casa.
Secondo l’Economist il numero di cinesi delle zone rurali che lavora lontano da casa sarebe pari almeno al 12% della popolazione (160 milioni). Secondo il governo cinese inoltre altri 100 milioni di abitanti nei prossimi anni potrebbero decidere di spostarsi in altre città entro il 2020.
Il flusso di migranti ovviamente comporta importanti cambiamenti nella struttura sociale ed economica della Cina.
Le regioni che più hanno sentito il fenomeno della migrazione sono state il Sichuan, lo Henan, lo Anhui e lo Hunan.

In verde le regioni che più hanno sentito il fenomeno della migrazione. In rosso, le regioni destinazione dei flussi
Fonte
The Economist via Shanghaiist

CinaOggi.it è un sito sulla Cina curato da Matteo Damiani e Dominique Musorrafiti. Il sito, dal 2002, cerca di offrire una panoramica sulla cultura cinese contemporanea e tradizionale.