Il più sanguinario serial killer cinese: Yang Xinhai

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Yang Xinhai è stato di gran lunga il più pericoloso serial killer cinese.

Nel corso della sua attività criminale ha ucciso 67 persone e stuprato 23 vittime in varie province cinesi. E’ stato soprannominato il Mostro Assassino dai media, per la sua efferatezza. Yang era conosciuto con diversi nomi: Wang Ganggang, Yang Zhiya e Yang Liu.

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L’infanzia di Yang comincia in un villaggio di duemila case dello Henan, Zhumadian, nella contea di Zhengyang. Era il più giovane di quattro fratelli e la sua famiglia era una delle più povere del villaggio. è stato descritto come un giovane molto intelligente, ma introverso e sociopatico. Nel 1985, all’età di 17 anni abbandona la scuola, si rifiuta di tornare a casa e comincia il suo peregrinare per la Cina, lavorando come operaio a cottimo.

vittime

Ma già tre anni dopo ha i primi guai con la giustizia e viene mandato in un campo di lavoro per avere commesso una serie di furti tra Xìan, nello Shaanxi e a Shijiazhuang, nello Hebei. Nel 1996 la sua fedina penale si arricchisce di un nuovo crimine, quando viene arrestato per tentato stupro a Zhumadian, il suo villaggio natale. Sconta tre anni in prigione. In questo periodo qualcosa accade nella mente di Yang. Una volta in libertà comincia una infinita serie di omicidi e stupri che insanguinerà le cronache cinesi per i successivi 4 anni. Le province dello Anhui, dello Hebei, dell’Henan e dello Shandong vengono percorse da una ondata di crimini mai vista prima.

Il modus operandi all’inizio è sempre lo stesso. Yang scivola in casa delle vittime di notte, uccidendo tutti gli occupanti con armi improvvisate (asce, martelli e badili). A volte massacra intere famiglie. Ogni volta, dopo gli omicidi, si presenta vestito di nuovo, spesso indossando scarpe troppo grandi. Nell’ottobre del 2002, Yang uccide un padre insieme alla figlioletta di sei anni con una pala, poi stupra la moglie incinta che è riuscita a sopravvivere all’assalto, riportando numerose ferite alla testa.

I genitori di Yang Xinhai

Il 6 dicembre massacra un’intera famiglia (la nonna, i genitori e i due figli) nel villaggio di Liuzhuang nello Henan. I dettagli sono stati raccontati dal nonno, Liu Zhongyuan. Nelle parole dell’anziano, tre giorni dopo si sarebbero dovuti trasferire nella nuova casa. Il nonno ha scoperto il delitto quando è entrato nella vecchia casa per far visita ai suoi nipoti trovando la nipote riversa per terra, con un buco in testa.

mappa

La stanza era completamente insanguinata. La moglie di Liu Zhongyuan era ancora in vita, ma morì dieci giorni dopo per le ferite ricevute, senza essere più in grado di parlare. Yang Xinhai in seguito ha confessato che in quel caso uccise la famiglia con un martello, che poi seppellì in una tomba quella stessa notte dopo aver gettato i suoi vestiti insanguinati in un fiume. Poi, si recò a piedi nella vicina città di Luohe, a due ore circa di distanza. Non fu l’unica volta. In più occasioni Yang trucidò con modalità simili interi nuclei familiari: nello Anhui, il 1 ottobre del 2000 (tre vittime, 1 stupro), il 15 agosto del 2001 nello Henan (3 vittime, 1 stupro), il 6 gennaio del 2002 nello Henan (5 vittime, 1 stupro), il 30 giugno del 2002 nello Henan (4 vittime, 1 stupro), il 28 luglio del 2002 (4 vittime, 2 stupri), l’8 novembre del 2002 nel suo villaggio natale (4 vittime, 2 stupri, 1 ferito), il 15 dicembre del 2002, nello Anhui (3 vittime, 1 ferito), il 5 febbraio del 2003 (3 vittime, 1 stupro, 1 ferito), il 18 febbraio del 2003 (4 vittime, 2 stupri), il 23 marzo a Kaifeng, nello Henan (4 vittime, 1 stupro), l’8 agosto del 2003 a Shijiazhuang (5 vittime).

Yang Xinhai

Il Mostro Assassino in bicicletta

Il 3 novembre del 2003, Yang viene arrestato da una pattuglia della polizia, durante un’ispezione di routine in alcuni centri di intrattenimento di Cangzhou, nello Hebei. Una volta in stazione, gli agenti scoprono che era ricercato per omicidio in quattro province. Yang confessa piuttosto velocemente. La sua breve ma intensa carriera criminale ha lasciato una lunga scia di sangue nelle province da lui visitate: 49 omicidi e 17 stupri nello Henan: 8 omicidi e 3 stupri nello Hebei: sei omicidi e 2 stupri nello Anhui: due omicidi e uno stupro nello Shandong. Spesso viaggiava tra una città e l’altra in bicicletta. Il suo DNA combacia con quello trovato sulla scena del crimine. Il 1 febbraio dell’anno successivo, Yang, a 38 anni, dopo essersi rifiutato di ricorrere in appello, viene dichiarato colpevole e viene condannato alla pena capitale che giungerà inesorabile tredici giorni dopo per fucilazione.

arresto

Secondo alcuni resoconti Yang sarebbe stato spinto ad uccidere per vendicarsi contro la società, colpevole di avere lordato il suo rapporto con la fidanzata che si sarebbe allontanata in seguito alle sue condanne per furto e stupro. In seguito altri giornali dichiararono che le sue azioni erano dettate da più macabri motivazioni: Yang difatti provava un piacere morboso nel rubare, uccidere e stuprare. Sebbene Yang non si sia mai realmente espresso sulle motivazioni che lo spingevano a uccidere, è rimasta una sua emblematica dichiarazione che ci aiuta a capire il perchè dei suoi gesti estremi ed efferati: “Quando uccido, provo il desiderio di uccidere ancora. Questo mi spinge ad ammazzare. Non mi interessa se le mie vittime meritassero o meno di morire. Non me ne frega niente … Non ho alcun desiderio di far parte della società. La società non è un mio problema.”

Fonti
Wikipedia, China Daily, Web cinese, Xinhua
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